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  • Mercoledì 15 gennaio 2014

Il ragazzino che ha sparato a Roswell

Un'altra sparatoria negli Stati Uniti, ma stavolta è stato un dodicenne: ha sparato con un fucile nella palestra della sua scuola, ferendo gravemente due compagni

Mark Wilson Photo
Students are escorted from Berrendo Middle School in Roswell, New Mexico following an early morning shooting, Tuesday, January 14, 2014. (AP Mark Wilson/Roswell Daily Record)
Mark Wilson Photo Students are escorted from Berrendo Middle School in Roswell, New Mexico following an early morning shooting, Tuesday, January 14, 2014. (AP Mark Wilson/Roswell Daily Record)

Martedì 14 gennaio un ragazzo di 12 anni ha sparato con un fucile alla Berrendo Middle School di Roswell, in New Mexico, Stati Uniti, ferendo gravemente due studenti. Entrambi sono stati portati allo University Medical Center di Lubbock, in Texas: uno dei due, un ragazzo di 11 anni colpito al volto e al collo, nella notte ha subito due operazioni chirurgiche e rimane in condizioni critiche. Secondo il portavoce dell’ospedale, che ha messo insieme informazioni raccolte dopo averlo curato, è possibile che fosse lui l’obiettivo principale del ragazzo che ha sparato. Le condizioni dell’altra persona ferita, una ragazza di 13 anni, sono invece stabili. Il ragazzo responsabile della sparatoria è stato arrestato e, secondo NBC News, immediatamente trasferito in un ospedale psichiatrico per ordine di un giudice. Al momento non è chiaro in che modo il ragazzo si sia procurato il fucile né quali siano state le sue motivazioni.

La sparatoria è avvenuta attorno alle otto di mattina, le 16 ora italiana: molti studenti si erano riuniti nella palestra della scuola per attendere l’inizio delle lezioni, come da abitudine durante l’inverno. Secondo le testimonianze, il ragazzo 12enne è entrato nella palestra con un fucile a canne mozze nascosto dentro a una custodia per strumenti musicali. Dopo averlo estratto, ha sparato ferendo i due ragazzi: a quel punto è intervenuto il professore di educazione civica John Masterson, che si è parato di fronte a lui chiedendogli di posare a terra il fucile. Il ragazzo ha quindi puntato il fucile su Masterson, lasciandosi poi convincere a posarlo. Masterson l’ha quindi immobilizzato contro il muro, lasciando che intervenisse un agente di polizia che si trovava a scuola per accompagnare suo figlio. Il tutto si è svolto in circa dieci secondi.

Entro l’ora successiva, tutti i ragazzi della scuola sono stati accompagnati a un vicino centro commerciale, dove sono stati lasciati ai propri genitori. Le lezioni riprenderanno domani, giovedì 16 gennaio.

Nelle ore successive sono emersi vari dettagli della vicenda, oltre a numerosi e – comprensibilmente – contraddittori aneddoti e testimonianze riguardo il ragazzo responsabile della sparatoria. Il sovrintendente scolastico della zona ha detto che gli insegnanti avevano partecipato a un corso per affrontare situazioni di questo tipo. Pete Kassetas, il capo della polizia del New Mexico, ha detto in una conferenza stampa che «abbiamo informazioni preliminari secondo le quali è possibile che alcuni studenti siano stati avvertiti della sparatoria dal responsabile, che gli aveva detto di non andare a scuola». Kassetas ha aggiunto che durante la conferenza stampa erano in corso delle perquisizioni nella casa del ragazzo.

foto: AP Mark Wilson/Roswell Daily Record