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  • Lunedì 6 gennaio 2014

5 conseguenze della marijuana libera

Il New York Times indica cosa tener d'occhio per giudicare l'esperimento del Colorado

DENVER, CO - APRIL 20: A supporter of legalized marijuana holds up a small blunt as thousands gathered to celebrate the state's medicinal marijuana laws and collectively light up at 4:20 p.m. in Civic Center Park April 20, 2012 in Denver, Colorado on Colorado goes to the polls November 6 to vote on a controversial ballot initiative that would permit possession of up to an ounce of marijuana for those 21 and older. (Photo by Marc Piscotty/Getty Images)
DENVER, CO - APRIL 20: A supporter of legalized marijuana holds up a small blunt as thousands gathered to celebrate the state's medicinal marijuana laws and collectively light up at 4:20 p.m. in Civic Center Park April 20, 2012 in Denver, Colorado on Colorado goes to the polls November 6 to vote on a controversial ballot initiative that would permit possession of up to an ounce of marijuana for those 21 and older. (Photo by Marc Piscotty/Getty Images)

Dalle 8 di mattina del primo gennaio nello stato americano del Colorado è legale comprare marijuana nei negozi autorizzati. La legge che regola la produzione, il possesso e la distribuzione della marijuana era entrata in vigore il 10 dicembre 2012, dopo essere stata approvata tramite un referendum popolare il 6 novembre 2012. Da giorni circolano diverse analisi sul tema: il Colorado è infatti il primo stato americano ad adottare una legislazione così permissiva, e con tutta probabilità gli effetti della liberalizzazione verranno controllati e studiati per capirne l’efficacia e la riproducibilità in altri stati del paese. Il New York Times ha messo insieme in un editoriale non firmato – riconducibile quindi alla posizione della direzione del giornale – cinque cose da tenere d’occhio per capire se la liberalizzazione otterrà i benefici indicati dai propri sostenitori.

1. Che ne sarà del mercato nero
Uno degli argomenti principali dei sostenitori della liberalizzazione è che costringerebbe gli attuali distributori, spesso legati alla criminalità organizzata, a regolamentarsi o scomparire per via della concorrenza dei negozi autorizzati. Il problema è che non è chiaro se lo faranno e quanto tempo ci metteranno. Inoltre, secondo uno studio di Mark Kleiman, professore di politiche pubbliche alla UCLA e uno dei massimi esperti riguardo le politiche di liberalizzazione della marijuana, per via delle tasse molto alte, nello stato di Washington la marijuana venduta dai negozi autorizzati potrebbe costare circa il 58 per cento in più di quella che circola nel mercato nero.

2. Fumatori minorenni
Secondo uno studio dell’Università del Michigan citato dal New York Times, circa un terzo degli adolescenti americani che frequentano l’ultimo anno di scuola superiore (che quindi hanno 17-18 anni) hanno fatto uso di marijuana nell’ultimo anno. Scrive il New York Times che «per evitare un intervento federale, gli stati dovranno provare che sono capaci di rendere efficace il divieto di vendita ai minori di 21 anni; sarà importante tenere sotto controllo i dati di utilizzo dei giovani del Colorado e Washington rispetto a quelli di altri stati».

3. Pubblicità
Lo stato di Washington ha vietato che i negozi autorizzati possano farsi pubblicità nei dintorni di scuole, biblioteche e parchi giochi. In Colorado i negozi possono pubblicare annunci pubblicitari su un giornale solo se esistono «solide prove» che meno del 30 per cento dei lettori siano minorenni. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha già fatto sapere che «potrebbe intervenire nel caso la marijuana fosse pubblicizzata in modi che potrebbero attrarre i minorenni».

4. Traffico illegale da stato a stato
Uno dei pericoli della nuova legge, hanno detto i suoi detrattori, è che alcuni possano acquistare una grande quantità di marijuana per poi venderla a prezzi superiori fuori dallo stato. La legge prevede infatti che i non residenti in Colorado possano acquistare non più di un quarto di oncia di marijuana alla volta (circa 7 grammi, quattro volte in meno la quantità consentita ai residenti), e che inoltre siano tenuti a consumarla entro i confini statali.

5. Riduzione del consumo di alcool
Secondo uno studio citato dal New York Times, la liberalizzazione della marijuana potrebbe comportare un grande calo del consumo di sostanze alcoliche, definite «maggiormente nocive e dal costo sociale più alto». Ma non ci sono dati per confermare che si verificherà questo calo: e anzi, potrebbe crescere il numero di persone che consumano allo stesso tempo entrambe le sostanze. «È più pericoloso mettersi a guidare dopo aver consumato sia marijuana sia alcool che farlo dopo averne consumato una sola delle due», scrive il New York Times.

foto: Marc Piscotty/Getty Images