Ultimo segretario del PCI, primo segretario (al secondo tentativo) del PDS. Dopo la sconfitta della "gioiosa macchina da guerra" (titolo del suo ultimo libro) alle elezioni del 1994 si è ritirato, facendo di tanto in tanto qualche apparizione non fortunata in politica.
Segretario del PCI dopo la morte di Berlinguer e prima di Occhetto, fu contrario alla svolta della Bolognina, ma a differenza di altri dirigenti non si impegnò attivamente in senso contrario, forse anche perché si ritirò di lì a poco in Liguria. Morì a Imperia nel 2001.
Da destra: Fabio Mussi, che allora era uno dei principali collaboratori di Achille Occhetto, aderì con la sua foga e la sua passione alla nascita del PDS. Dalla metà degli anni '90 fu nel cosiddetto "Correntone" che si oppose alla segreteria PD di Piero Fassino. Nel 2007 non confluì con il resto dei DS nel nascente Partito Democratico e fu tra i fondatori di Sinistra Democratica, che confluì infine in SEL; vicino a lui Alfredo Reichlin, storico dirigente comunista, che si schierò con i quarantenni sostenitori della nascita del PDS. Oggi fa parte del PD e nel recente congresso ha sostenuto attivamente la candidatura di Gianni Cuperlo a segretario.
Antonio Bassolino, capo della Mozione Bassolino, in quei giorni era parlamentare. Due anni dopo diventò sindaco di Napoli e poi presidente della regione Campania e ministro del Lavoro del primo governo D'Alema.
Antonio Falomi, detto Antonello, era molto vicino ad Occhetto. In seguito ha fatto una buona carriera da parlamentare, rimanendo sempre vicino all'ex segretario.
Aderì alla mozione del No alla svolta di Occhetto, ma successivamente al PDS, diventando anche ministro del Lavoro. In seguito fu leader della Federazione della Sinistra, a partire dal 2009.
Dopo essere stato segretario e presidente di Legambiente era in quel periodo deputato. In seguito è stato presidente dell'ENEL. In tempi recenti è conosciuto soprattutto per le sue posizioni a favore del nucleare.
Diede la notizia della mancata elezione di Occhetto alla prima votazione, in quanto presidente della Commissione di Garanzia. Nel 1993 divenne presidente del PDS. Importante dirigente dell'UDI, la potente federazione delle donne dei comunisti italiani, e molto legata a Nilde Iotti, è morta nel 2007.
A destra Pietro Folena, sostenitore del PDS: ne è stato dirigente, diventando anche coordinatore della segreteria dopo che Walter Veltroni lasciò la carica di segretario per candidarsi a sindaco di Roma. Non entrò subito nel PD, candidandosi alla Camera come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista e diventando anche presidente della commissione Cultura della Camera. Ultimamente si è iscritto al PD e ha appoggiato la candidatura di Gianni Cuperlo alla segreteria.
A Rimini giovane ambientalista, contribuì in un confronto televisivo a far vincere le elezioni del 1996 all'Ulivo. In seguito fu ministro e parlamentare. Oggi è presidente del MAXXI, il museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.
In quei giorni era alla seconda legislatura da senatore. Anni dopo aderì al "Correntone" e fu il candidato alla segreteria dei DS nel 2001, in alternativa a Piero Fassino. Fino alla scorsa legislatura è stato parlamentare europeo. È morto nel 2015.
Ai tempi dirigente romano del PCI, successivamente è stato assessore alla sanità nella Regione Lazio. A novembre 2013 è stato eletto segretario del PD romano.
In quei giorni era presidente della Camera. Pochi anni prima aveva ricevuto - prima donna e prima comunista - un incarico esplorativo per formare un governo. Aderì al PDS. È morta nel 1999.
Era uno dei colonnelli di Occhetto, è stato l'ultimo segretario dei DS. Oggi è sindaco di Torino, presidente dell'ANCI e uno dei grandi elettori di Matteo Renzi alle ultime primarie del PD.
All'epoca condirettore de l'Unità, negli anni successivi è stato direttore di Liberazione, giornale di Rifondazione Comunista quando segretario era Fausto Bertinotti.
A destra, Pietro Ingrao, capo storico della sinistra del PCI. Furono leggendarie le sue polemiche con Amendola prima e con Giorgio Napolitano poi. Non aderì mai al PDS e solo dopo molti anni dichiarò il suo voto per Rifondazione Comunista. Alla sua destra Aldo Tortorella, che collaborò con Palmiro Togliatti e poi fu al fianco di Enrico Berlinguer (fu lui a volere Massimo D'Alema alla guida della FGCI). Leader della Mozione del No, non aderì al PDS e da allora è uscito dalla politica attiva.
Leggendario direttore di Tango e osservatore di tutte le fasi della storia del maggior partito della sinistra italiana. Ancora oggi la sua vignetta è in prima pagina de l'Unità.
Fu presidente del PDS dalla nascita fino al 1992. Svolse per tanti anni attività parlamentare nazionale ed europea. È stato garante della Privacy dal 1997 al 2005. È stato candidato dal M5S alla presidenza della Repubblica nel maggio 2013.
Quarantenne d'assalto in quegli anni, è stato protagonista assoluto della politica italiana fino alle elezioni del 2013, quando ha deciso di non ripresentare la propria candidatura al parlamento. È stato segretario dei DS e poi, nel 2007, del PD.