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  • Martedì 17 dicembre 2013

Gaza allagata

Le foto dal nord della Striscia, dove le piogge torrenziali di questi giorni stanno causando evacuazioni e grandi problemi

Palestinian youths cross a flooded street on a horse cart following heavy rainfall in Gaza City on December 13, 2013. In the Gaza Strip, which has been in the grip of a fuel crisis that has affected hospitals, sanitation services and sewerage, torrential rains filled the streets with floodwater and overflowing sewage, and forced the closure of schools and banks AFP PHOTO/MOHAMMED ABED (Photo credit should read MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)
Palestinian youths cross a flooded street on a horse cart following heavy rainfall in Gaza City on December 13, 2013. In the Gaza Strip, which has been in the grip of a fuel crisis that has affected hospitals, sanitation services and sewerage, torrential rains filled the streets with floodwater and overflowing sewage, and forced the closure of schools and banks AFP PHOTO/MOHAMMED ABED (Photo credit should read MOHAMMED ABED/AFP/Getty Images)

Almeno 5.000 persone sono state evacuate dalle loro case nel nord della Striscia di Gaza e trasferite in scuole ed edifici pubblici dopo quattro giorni di tempeste e pio­gge torr­en­ziali. Le Nazioni Unite hanno pro­cla­mato lo stato di cala­mità natu­rale: il livello dell’acqua, in alcuni punti, ha raggiunto i due metri di altezza. Un cen­ti­naio di persone sono rima­ste ferite a causa di crolli e altri inci­denti cau­sati dal maltempo, mentre tre persone sono morte. I soccorritori sono tuttora al lavoro per raggiungere con barche a remi i residenti intrappolati.

La tempesta invernale, chiamata Alexa, ha colpito l’intera regione. In Cisgiordania sono crollate almeno 45 linee elettriche e circa il 60 per cento della popolazione è isolata. Anche a Gerusalemme, coperta da più di mezzo metro di neve, diversi quartieri sono rimasti senza elettricità. La zona più colpita è però la Striscia di Gaza, dove mancano infrastrutture adeguate e dove, a causa del blocco attuato da Israele ed Egitto, mancano il combustibile per proteggersi dal freddo, qualsiasi tipo di materiale da costruzione e beni di prima necessità.

Le pompe per togliere l’acqua dalle strade senza energia elettrica non possono funzionare, e l’unica cen­trale elet­trica della zona è ferma da set­ti­mane per man­canza di car­bu­rante: la poca elet­tri­cità che viene da Israele e dall’Egitto permette una distri­bu­zione di energia di appena tre ore al giorno. Ci sono stati numerosi danni anche al sistema fognario, per cui la situazione è critica anche dal punto di vista sanitario. Secondo i funzionari dell’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi le cose vanno male soprattutto nel campo pro­fu­ghi di Jabaliya, quattro chilometri a nord della città di Gaza, ormai ridotto a un lago.