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  • Martedì 17 dicembre 2013

Le celebrazioni per Kim Jong-il

Le foto delle affollate e ordinate cerimonie per il secondo anniversario della morte del dittatore della Corea del Nord

Tra lunedì 16 e martedì 17 dicembre a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, migliaia di persone hanno partecipato alle iniziative per celebrare e ricordare Kim Jong-il, il dittatore del paese morto alla fine del 2011 dopo avere governato i nordcoreani per circa 17 anni. Alle celebrazioni hanno partecipato Kim Jong-un, il figlio di Kim Jong-il attuale capo del regime, e Kim Yong-nam, il presidente dell’Assemblea suprema del popolo, il parlamento.

Davanti a diverse centinaia di funzionari di partito e di alte cariche dell’esercito, Yong-nam ha tenuto un discorso durante la commemorazione, e facendo riferimento a Kim Jong-il ha ricordato che “tutto il popolo e i soldati hanno lottato e raggiunto la vittoria negli ultimi due anni tenendo sempre in considerazione il ricordo del nostro grande leader”. L’evento è stato trasmesso dalla televisione di stato, che ha mostrato le immagini di migliaia di persone mentre portavano fiori alla base del grande monumento che ricorda Kim Jong-il insieme con il padre Kim Il-sung.

Dopo mesi di relativa calma, la Corea del Nord è tornata sotto l’attenzione della comunità internazionale in seguito all’esecuzione di Chang Sung-taek, il potente zio di Kim Jong-il, in precedenza allontanato dal regime con l’accusa di corruzione e atti “depravati” come l’abuso di droga. Ucciso lo scorso 12 dicembre, Chang era considerato uno dei più importanti consiglieri dell’attuale dittatore e aveva contribuito alla sua formazione nel periodo di transizione al potere dopo la morte di Kim Jong-il.

Chang Sung-taek era diventato parente dei Kim in seguito al suo matrimonio con Kim Kyong-hee, sorella di Kim Jong-il e zia di Kim Jong-un. La coppia aveva iniziato a occuparsi con continuità dell’attuale dittatore nel 2008, quando Kim Jong-il aveva avuto alcuni gravi problemi di salute. Chang aveva ottenuto grandi poteri ed era diventato molto influente all’interno del partito, cosa che probabilmente ha indotto Kim Jong-un a rimuoverlo dai suoi incarichi e successivamente a farlo condannare a morte prima che potesse diventare un pericolo per il suo regime.

Le notizie sulle celebrazioni per il secondo anniversario della morte di Kim Jong-il sono come sempre parziali: il regime è molto chiuso e lascia trapelare poche informazioni all’esterno, e le poche che arrivano hanno toni altamente propagandistici. La popolazione viene mostrata molto unita, entusiasta dei suoi leader e fedele al regime, ma le testimonianze dei pochi che sono riusciti a lasciare il paese raccontano tutt’altro: milioni di persone patiscono quotidianamente la fame, ci sono enormi limitazioni delle libertà personali e chi viene anche solo sospettato di essere contro il regime subisce intimidazioni e rischia gravi conseguenze. Gli arresti sono arbitrari e ci sono migliaia di persone detenute nei “kwan-li-so”, campi di prigionia in cui gli internati sono costretti a turni massacranti di lavori forzati e lasciati spesso morire di fame.