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  • Martedì 17 dicembre 2013

I nuovi arresti per calcio e scommesse

Le cose da sapere sull'inchiesta di Cremona – da quanto va avanti? cosa ha scoperto fin qui? quanto durerà ancora? – e sui calciatori indagati oggi, compresi i due molto famosi

Tano Pecoraro - LaPresse15 09 2013 Genova (Italia)Sport Calcio Sampdoria vs Genoa - Campionato Serie A TIM 2013/2014Stadio Luigi Ferraris - GenovaNella foto: pioggia a Genova....bordo campo allagatoTano Pecoraro - LaPresse15 09 2013 Genova (Italia)Sport Soccer Sampdoria versus Genoa - Italian Serie A Soccer League 2013/2014Luigi Ferraris Stadium GenovaIn the Photo:pioggia a Genova....bordo campo allagato
Tano Pecoraro - LaPresse15 09 2013 Genova (Italia)Sport Calcio Sampdoria vs Genoa - Campionato Serie A TIM 2013/2014Stadio Luigi Ferraris - GenovaNella foto: pioggia a Genova....bordo campo allagatoTano Pecoraro - LaPresse15 09 2013 Genova (Italia)Sport Soccer Sampdoria versus Genoa - Italian Serie A Soccer League 2013/2014Luigi Ferraris Stadium GenovaIn the Photo:pioggia a Genova....bordo campo allagato

Quattro persone sono state arrestate su mandato della procura di Cremona in relazione alle inchieste su un presunto giro di scommesse clandestine sulle partite di calcio di Serie A e B. Gli arrestati si chiamano Salvatore Spadaro, Francesco Bazzani, Cosimo Ricci e Fabio Quadri. Secondo la procura, i primi due facevano da intermediari tra scommettitori e squadre di calcio; gli altri due sarebbero stati collaboratori e sodali di Spadaro.

Le partite oggetto di indagine relative all’ultima stagione sportiva sono 53, ma gli inquirenti stanno indagando anche su alcune partite relative alle precedenti due stagioni: in totale le partite di Serie A coinvolte nell’indagine sono circa 30. Oltre ai quattro arrestati, sono stati messi sotto indagine alcuni calciatori e sono state perquisite le case di alcuni di questi. Due sono molto famosi e secondo i giornali sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva: Gennaro Gattuso, ex calciatore del Milan e della Nazionale, oggi allenatore; Christian Brocchi, ex giocatore di Verona, Milan e Lazio. Gli altri sono questi, secondo Repubblica:

Claudio Bellucci, ex giocatore di Modena, Napoli, Bologna e Sampdoria, attualmente allenatore giovanile; Davide Bombardini, ex di Roma, Bologna, Atalanta e Albinoleffe; Leonardo Colucci, ex di Modena e Bologna attualmente allenatore giovanile; Lorenzo D’Anna, ex del Chievo oggi allenatore giovanile; Nicola Mingazzini, ex di Bologna e Albinoleffe, attualmente al Pisa; Claudio Terzi, giocatore del Siena; Samuele Olivi, ex di Salernitana, Piacenza e Pescara oggi al Grosseto; Fabrizio Grillo, giocatore del Siena.

Cosa sappiamo dell’inchiesta
L’inchiesta di Cremona va avanti, filone dopo filone, proroga dopo proroga, ormai da più di tre anni: è iniziata nel novembre del 2010 con una denuncia dei dirigenti della Cremonese e riguarda ormai un grosso pezzo del calcio italiano. Il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, presentando stamattina i progressi dell’inchiesta, ha ammesso implicitamente il problema della sua durata, dicendo che «non può andare all’infinito» e che secondo lui gli atti saranno depositati nei prossimi mesi e «tutta la vicenda si esaurirà nel 2014». Fino a questo momento la procura ha messo sotto indagine 120 persone e ne ha arrestate 54. Tra gli indagati ci sono gli ex capitani di Atalanta e Lazio, Cristiano Doni e Stefano Mauri, e l’allenatore della Juventus Antonio Conte.

Le due persone arrestate oggi, secondo la procura, facevano da intermediari tra le società di calcio interessate a “vendere” i risultati e i gruppi di scommettitori. Una volta appurata l’intenzione di una società di “vendere” una partita, questa avrebbe reso noto la decisione ai suoi calciatori – che per questo avrebbero ricevuto un compenso – permettendo a questi di scommettere sul risultato per lucrare ulteriormente.

Perché l’indagine, perché gli arresti
Non è ancora chiaro in base a quali prove la procura abbia ricostruito la sua tesi. Il procuratore Di Martino ha parlato stamattina di aver riscontrato “fumus di manipolazione” e che durante le perquisizioni sono stati trovati degli “appunti” in cui si parla di scommesse. Per il resto ci sono una montagna di intercettazioni, che vanno però prese con molte molle: in primo luogo perché l’ordinamento italiano prevede che le intercettazioni telefoniche non siano prove ma mezzi per la ricerca delle prove, e in secondo luogo perché si tratta di telefonate o SMS di cui molto spesso non si conosce il contenuto, ma solo mittente, ricevente, luogo e durata. Lo ha ricordato lo stesso procuratore Di Martino stamattina: «Mi raccomando di usare la dovuta prudenza, noi non sappiamo il contenuto degli sms o delle telefonate».

Il quadro accusatorio, per come lo ha descritto Di Martino, è basato sul fatto che stando ai tabulati telefonici ci sono stati contatti tra le persone indagate e quelle arrestate prima di alcune partite di calcio, e in luoghi “sospetti” (alcuni campi di allenamento o alberghi). Non è noto il contenuto e l’oggetto di questi contatti, così come non è noto chi ha contattato chi. Uno dei due presunti “mediatori”, di cui i pm avevano parlato anche nei precedenti filoni d’indagine, avrebbe contattato Brocchi e Gattuso in corrispondenza di partite di calcio di cui stava tentando di influenzare il risultato, secondo la procura. Per questo Brocchi e Gattuso sono indagati.

Le inchieste di Cremona si sono intrecciate in questi anni ad analoghe indagini delle procure di Bari e di Genova, e ad altre indagini internazionali: molte di queste hanno in comune l’individuazione di un giro di scommesse sospette con base a Singapore, ma i processi non sono ancora iniziati e le posizioni di alcuni calciatori che avevano fatto molto discutere – Criscito e Milanetto, su tutti – sono state archiviate. La procura di Cremona spera di ottenere delle prove attraverso un incidente probatorio, cioè l’assunzione anticipata dei mezzi di prova rispetto all’inizio del processo: una finestra nell’indagine all’interno della quale gli elementi acquisiti hanno valore di prova come durante il dibattimento. Per questo motivo i quasi 200 dispositivi elettronici sequestrati in questi anni alle 120 persone indagate – computer, cellulari, smartphone, tablet – saranno esaminati nei prossimi mesi alla ricerca di elementi e prove a sostegno della tesi dell’accusa.

foto: Tano Pecoraro – LaPresse