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  • Mercoledì 11 dicembre 2013

Anziani in carcere

Un reportage fotografico mostra la vita complicata dei detenuti con più di 60 anni in un carcere del Rhode Island

*** Local Caption *** Nathan Brown
*** Local Caption *** Nathan Brown

Il fotografo di Getty Images Andrew Burton ha realizzato un reportage fotografico sulla vita dei detenuti anziani nel carcere di media sicurezza “John J. Moran”, a Cranston, nel Rhode Island. Il centro ospita 1020 persone, di cui 50 sopra i 65 anni. Si tratta di circa il 2 per cento del totale, ma è una percentuale in forte crescita. Proiezioni dell’American Civil Liberties Union, un’organizzazione che si occupa delle carceri, indicano che entro il 2030 i detenuti anziani saranno un terzo della popolazione carceraria del Rhode Island. Secondo un rapporto del 2012 di Human Rights Watch tra il 1995 e il 2010 il numero complessivo di detenuti statunintensi, sia statali che federali, è aumentato del 42 per cento, mentre quello dei detenuti con più di 55 anni è arrivato al 282 per cento, circa 124 mila persone.

Mantenere in carcere le persone più anziane è particolarmente complicato e costoso, e la maggior parte delle strutture non prevede programmi specifici, se non un minor numero di ore di lavoro e compiti meno faticosi. I detenuti più vecchi rischiano di essere maltrattati dai più giovani, hanno bisogno di farmaci, cure e assistenza, e a causa del peggioramento della salute spesso non sono in grado svolgere banali azioni quotidiane come salire sul letto più in alto, sentire l’ordine di un agente carcerario o andare in bagno in modo autonomo. A.T. Wall, direttore del Dipartimento delle carceri dello Stato, ha detto che «circa il 50 per cento dei nostri carcerati ha la pressione alta, con le relative conseguenze sanitarie. Il 42 per cento ha problemi di mobilità, soprattutto artrite. Un altro 42 per cento soffre di colesterolo alto, mentre alcuni hanno un insieme di queste malattie. Almeno uno su cinque ha problemi di salute mentale. È una popolazione che non sta bene e ha bisogno di costi e trattamenti speciali». Un detenuto anziano costa da due a tre volte più di un giovane.

Secondo molti il carcere per le persone anziane non è solo molto dispendioso ma anche inutile: i detenuti più vecchi infatti, una volta rilasciati, non rappresentano una particolare minaccia per la comunità. Nel Rhode Island, per esempio, il tasso di recidiva generale è del 42 per cento mentre tra i detenuti con più di 55 anni è il 4 per cento. Molti chiedono che vengano approvati speciali permessi per uscire dal carcere raggiunta una certa età, simili a quelli già in vigore in alcuni stati per i malati terminali. Altri spiegano che il problema è dovuto all’approccio particolarmente duro attuato contro il crimine a partire dagli anni Ottanta, con numerose condanne all’ergastolo senza la possibilità dei domiciliari e con l’approvazione del mandatory sentence, che per alcuni reati – soprattutto legati alla droga – impongono al giudice l’applicazione della condanna più dura una volta che l’imputato è stato giudicato colpevole. Simili misure hanno causato l’aumento della popolazione carceraria, nonostante il recente calo del tasso di crimine. Tra il 1984 e il 2008, per esempio, il numero di persone condannate all’ergastolo è quadruplicato, arrivando a oltre 140 mila detenuti.

Nel Rhode Island la maggioranza dei detenuti anziani sta scontando lunghe condanne, per omicidio o violenza sessuale. Anche se verranno liberati troveranno difficilmente una casa e qualcuno a prendersi cura di loro, e sarà molto difficile iniziare una nuova vita fuori dal carcere.

Andrew Burton è un fotografo di Getty Images che vive a New York. I suoi lavori sono stati pubblicati su Time, New York Times, Wall Street Journal, Washington Post e molti altri giornali e riviste. Ha una laurea in giornalismo con specializzazione in fotografia, ha vissuto a New York, Londra, Sydney e Portland e ha un sito dove pubblica e racconta alcuni dei suoi lavori.