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  • Lunedì 2 dicembre 2013

Le accuse dell’ONU contro Assad

Il presidente siriano sarebbe coinvolto in crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ma probabilmente non verrà processato

In this photo taken Thursday, Nov. 21, 2013 a Syrian man carries his furniture after his home was destroyed during clashes between the Sunni-dominated Free Syrian Army and Syrian soldiers loyal to Syria's President Bashar Assad, supported by Iraqi and Lebanese Shiite fighters, in the town of Hejeira, which Syrian troops captured, in the countryside of Damascus, Syria. (AP Photo/Jaber al-Helo)
In this photo taken Thursday, Nov. 21, 2013 a Syrian man carries his furniture after his home was destroyed during clashes between the Sunni-dominated Free Syrian Army and Syrian soldiers loyal to Syria's President Bashar Assad, supported by Iraqi and Lebanese Shiite fighters, in the town of Hejeira, which Syrian troops captured, in the countryside of Damascus, Syria. (AP Photo/Jaber al-Helo)

Lunedì 2 dicembre Navi Pillay, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha detto che una commissione dell’ONU ha raccolto “prove evidenti” che il presidente siriano Bashar al Assad è implicato in diversi crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti in Siria negli ultimi due anni e mezzo di guerra civile. Nella stessa relazione l’ONU ha fatto salire a 125.835 il numero delle persone uccise negli ultimi 33 mesi di conflitto. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione non governativa pro-ribelli con base a Londra, ha specificato che tra le vittime ci sono quasi 45mila civili, inclusi più di 6.500 bambini e poco meno di 4.500 donne.

Già in passato l’organismo dell’ONU aveva accusato il governo siriano di avere compiuti crimini contro l’umanità e crimini di guerra (l’ONU ha accusato anche i ribelli di avere compiuto crimini simili). Tuttavia, la commissione incaricata di indagare sulla guerra siriana – guidata dal brasiliano Paulo Sérgio Pinheiro e di cui fa parte anche il discusso magistrato Carla del Ponte – non aveva mai accusato direttamente Assad, che è sia presidente sia comandante in capo delle forze armate del paese. La relazione presentata da Pillay accusa anche altri esponenti del regime e dell’esercito siriano: per il momento però i nomi non sono stati diffusi, in attesa di capire quale tribunale sarà in grado di mettere sotto processo gli accusati.

Secondo Pillay il caso che coinvolge i crimini internazionali compiuti da Assad dovrebbe essere esaminato e portato avanti dalla Corte Penale Internazionale, un tribunale per crimini internazionali che ha sede all’Aia, nei Paesi Bassi: per far sì che questo accada, tuttavia, è necessaria l’approvazione di tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, organo in cui finora sia la Russia che la Cina hanno bloccato qualsiasi azione decisiva contro il regime di Assad.

Il governo siriano ha risposto negando le accuse dell’ONU. Il viceministro degli Esteri Faisal Mekdad ha detto, riferendosi alle affermazioni di Pillay: «Lei dice cose senza senso da diverso tempo e noi non la ascoltiamo». Mekdad si trovava all’Aia a un incontro dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) per discutere dello smaltimento dell’arsenale chimico siriano. A margine dell’incontro ha aggiunto a BBC che il regime di Assad ha bisogno di più soldi e attrezzature migliori per trasportare le armi chimiche verso il porto siriano di Latakia, sulla costa occidentale, dove le armi saranno caricate su una nave statunitense per la distruzione.