Come va la Francia

Non bene, dicono gli ultimi dati economici: intanto il governo Hollande batte tutti i record negativi di gradimento

Giovedì 14 novembre l’INSEE, l’istituto nazionale di statistica francese, ha comunicato che nel corso del terzo trimestre del 2013 (luglio-settembre) il prodotto interno lordo del paese è calato dello 0,1 per cento: il dato è leggermente peggiore delle previsioni e, insieme ad altre cifre che arrivano dalla Germania, indica che durante l’estate c’è stato un rallentamento della debole ripresa economica di cui si sono intravisti alcuni segnali negli ultimi mesi. Nel secondo trimestre del 2013 (aprile-giugno) il PIL francese era aumentato dello 0,5 per cento, dopo due trimestri di leggera contrazione.

Nelle prime dichiarazioni a commento di questi dati, il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici ha fatto di tutto per relativizzare le cifre, scrive Le Monde, dicendo che un risultato “piatto” nel terzo trimestre era previsto e che la crescita del paese per l’anno 2013 rimarrà comunque intorno all’1 per cento. “Noi siamo nella fase in cui la macchina economica si riavvia, la crescita riparte, le imprese francesi vanno meglio […] ma sapevamo che il terzo trimestre sarebbe stato un momento di calo, non è una sorpresa, non è un indicatore di declino, non è una recessione”, ha detto alla radio francese RTL.

Altre cattive notizie
I dati complessivi del terzo trimestre fanno parte di un quadro di brutte notizie economiche che riguardano il paese (mentre a livello europeo altri dati che mostrano segni di debolezza sono arrivati dalla Germania, che nel terzo trimestre è cresciuta dello 0,3 per cento dallo 0,7 del trimestre precedente). L’INSEE ha notato in particolare un calo delle esportazioni, che nel terzo trimestre sono diminuite dell’1,5 per cento dopo un aumento di quasi il 2 per cento nel trimestre precedente, e un contemporaneo aumento delle importazioni. Allo stesso modo la produzione industriale francese è calata dell’1 per cento nel periodo luglio-settembre, mentre nel trimestre precedente era salita del 2 per cento. C’è stato poi un calo anche negli investimenti, che sono in diminuzione costante da oltre un anno e mezzo.

Infine i dati INSEE mostrano anche una diminuzione dell’inflazione, scesa ai livelli più bassi da novembre 2009: a ottobre, l’indice dei prezzi ha registrato un aumento su base annua dello 0,6 per cento, un ulteriore calo rispetto allo 0,9 per cento di settembre. La scorsa settimana, rispondendo alle preoccupazioni che l’Eurozona stesse per andare incontro a un periodo di deflazione, la Banca Centrale Europea ha deciso di abbassare il tasso di interesse.

In questa situazione, molte critiche sono arrivate al governo francese e alle sue politiche. Venerdì 8 novembre Standard & Poor’s ha deciso di abbassare il rating del debito sovrano della Francia da AA+ ad AA, motivandolo con l’alta disoccupazione e le politiche del presidente Hollande e del suo governo in materia fiscale. È il secondo downgrade in meno di due anni.

I giornali francesi si stanno occupando molto anche di un rapporto dell’OCSE, l’organizzazione dei paesi industrializzati per la cooperazione e lo sviluppo economico, che è molto duro verso la mancanza di riforme per rilanciare la competitività del paese. L’OCSE dice che dall’inizio della crisi finanziaria, nel 2008, in Francia è stato fatto troppo poco, anche rispetto a quanto accaduto in altri paesi europei. Tra i problemi elencati dall’OCSE nelle 87 pagine del suo rapporto c’è l’alto costo minimo del lavoro, il peso del settore pubblico, la tassazione sul lavoro che raggiunge il 50 per cento circa e la pesantezza dell’apparato amministrativo-burocratico, sia a livello centrale che a livello locale.

Cosa fa e non fa Hollande
Il presidente socialista francese François Hollande è in difficoltà praticamente dal giorno della sua elezione. Non solo in campo economico: ha gestito esemplarmente male diversi casi che hanno avuto grande risalto sui media, l’ultimo dei quali, quello dell’adolescente Leonarda Dibrani, risale a meno di un mese fa. Lunedì 11 novembre Hollande è stato duramente contestato mentre prendeva parte alle celebrazioni per i caduti nella Prima guerra mondiale sugli Champs Elysées di Parigi: la polizia ha fermato per breve tempo 70 persone. Nel fine settimana precedente, le proteste degli agricoltori bretoni contro le alte tasse sono arrivate in altre città come Lione e Marsiglia.

Il suo governo sta già battendo dei record: quelli per il più basso indice di gradimento per un presidente in carica. Secondo un sondaggio BVA pubblicato alla fine di ottobre, il 26 per cento dei francesi è soddisfatto della sua presidenza, il dato più basso da quando la società rileva il gradimento, mentre in un altro sondaggio della TNS Sofres, pubblicato nello stesso periodo, il 21 per cento dei francesi ha fiducia nel presidente, un altro record negativo dopo 18 mesi in carica. I francesi sono scontenti delle molte tasse che il suo governo ha aumentato nell’ultimo periodo e lo stesso Hollande ha riconosciuto che il livello di tassazione non può crescere ancora (ma da gennaio aumenterà l’equivalente francese dell’IVA).

Di fronte alle critiche dell’OCSE, Hollande ha risposto che in realtà alcune riforme sono state fatte per ridurre il deficit nei conti pubblici e il costo del lavoro, oltre che per le pensioni e l’occupazione. Le misure, ha detto, stanno cominciando a dare i loro frutti. L’OCSE ha riconosciuto che il governo francese ha destinato 20 miliardi di euro agli sgravi fiscali per le imprese, in modo da abbassare il costo del lavoro, ma ha sostenuto che il cuneo fiscale rimane troppo alto rispetto alla media degli altri paesi che fanno parte dell’organizzazione. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, l’OCSE dice che è necessario prendere iniziative “più ambiziose” come alzare l’età pensionabile e aumentare i periodi di contribuzione obbligatoria, entrambe misure che non fanno parte della riforma del settore approvata dal governo a inizio 2013.

Foto: THOMAS SAMSON/AFP/Getty Images