Il pianeta roccioso grande come la Terra

Ma molto, molto, molto più caldo: è stato scoperto a 400 anni luce da noi ed è il primo di questo tipo

La NASA ha annunciato che un gruppo di astronomi ha scoperto il primo pianeta con dimensioni paragonabili a quelle della Terra all’esterno del nostro sistema solare. Il nuovo corpo celeste è di natura rocciosa come il nostro, ma orbita a poca distanza da una stella e ha quindi un clima infernale che non consente lo sviluppo di forme di vita, per come le conosciamo. I due studi che si occupano della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.

Il nuovo pianeta è stato chiamato Kepler-78b ed è stato scoperto analizzando i dati forniti dal telescopio spaziale Kepler, lanciato dalla NASA nel marzo del 2009 per la ricerca di pianeti simili al nostro nello Spazio, in orbita intorno a stelle diverse dal Sole. Kepler-78b completa un’orbita intorno alla sua stella ogni 8,5 ore e ha un raggio 1,2 volte più grande della Terra, con una massa 1,7 superiore rispetto a quella del nostro pianeta.

kepler-78b

Secondo i ricercatori, Kepler-78b è costituito principalmente da rocce e ferro. La sua stella di riferimento è più piccola del Sole e ha una massa inferiore: si trova a circa 400 anni luce dalla Terra ed è visibile in cielo nella costellazione del Cigno. L’esistenza del pianeta è stata confermata separatamente da due gruppi di ricerca, che hanno approfondito i loro studi con osservazioni eseguite con telescopi tradizionali qui sulla terra. Un gruppo di ricerca è stato guidato da Andrew Howard dell’Università delle Hawaii di Honolulu (Stati Uniti), mentre l’altro gruppo è stato coordinato da Francesco Pepe dell’Università di Ginevra, in Svizzera.

Scoprire i pianeti fuori dal nostro sistema solare non è un’impresa semplice. Per farlo, le strumentazioni di Kepler misurano le variazioni nell’intensità luminosa delle stelle, oscillazioni che sono dovute al passaggio dei pianeti che orbitano loro intorno. Di solito dopo tre passaggi davanti alla stella che si sta osservando i ricercatori mettono insieme i segnali rilevati e stabiliscono l’esistenza o meno di un pianeta non ancora scoperto. La missione ha l’ambizioso obiettivo di misurare variazioni di luminosità in un campo di oltre 150 mila stelle.