Feisbuk, Ainechen e Scevrolé

I loghi dei brand più famosi se fossero scritti come li leggiamo

L’effetto comico o creativo delle difficoltà di pronuncia delle lingue straniere è antico quanto le lingue straniere stesse, ma è diventato fonte di frequenti sorrisi nelle vite di tutti noi soprattutto da quando la colonizzazione culturale americana ha introdotto nell’uso comune con frequenza sempre maggiore termini, nomi propri e modi di dire in inglese: che ci mettono di fronte, in misura diversa a seconda della nostra competenza con la lingua, a inciampi, varianti, invenzioni, artifici, giochi di parole. Soprattutto per via di quella cosa, strana per noi, che le parole si pronunciano in modo assai diverso da come le leggeremmo. E di certi nomi che sono nell’uso quotidiano ormai da tanti anni, ancora non sappiamo bene come si pronuncino correttamente, o abbiamo deciso di infischiarcene, e di fatto ribattezzarli come si leggono o giù di lì.

Cloudbuster Studio, uno studio grafico romano, ha pensato di fare un gioco grafico intorno a questi accidenti fonetici, e declinare i loghi di alcuni brand famosissimi – i più diversi – come se il loro nome fosse scritto così come si dovrebbe pronunciare: che spesso non è come lo pronunciamo (sempre sapendo che la pronuncia dell’inglese ha ampie elasticità): «una simpatica iniziativa per dire basta alle pronunce da “ignoranti”» (un gioco simile era stato pensato per una campagna pubblicitaria di Kenwood, qualche anno fa). Sulla loro pagina Facebook, quelli di Cloudbuster invitano al dibattito e a suggerimenti sulle pronunce.