Una rara intervista a Bill Watterson

Il creatore di "Calvin e Hobbes" ha parlato con la rivista Mental Floss, spiegando che non bisogna mai ripetere le stesse cose

La rivista statunitense Mental Floss ha anticipato sul suo sito i contenuti di un’intervista a Bill Watterson, il creatore della striscia a fumetti Calvin & Hobbes, che sarà pubblicata sulla sua edizione di dicembre. È estremamente raro che Watterson conceda interviste, e la sua ritrosia è molto famosa: ha disegnato la sua striscia – che racconta le avventure del bambino Calvin e della sua tigre di pezza Hobbes – per dieci anni, dal 1985 al 1995, ottenendo un enorme successo e vedendola pubblicata su migliaia di giornali in giro per il mondo (in Italia la rivista Linus fu tra le prime), poi ha smesso e si è dedicato ad altri progetti, tenendosi lontano da giornalisti e appassionati e rifiutandosi di costruire un business di merchandising intorno al fumetto.

Nell’intervista Watterson spiega che la domanda per nuove strisce di Calvin & Hobbes è in parte rimasta perché la gente “tende a preferire ciò che già conosce e che le piace”, e non c’è nulla di male in questo perché passare ad altro “richiede pazienza ed energie, e c’è sempre il rischio di rimanere delusi”. Watterson ricorda però che “la ripetizione è la morte della magia”, e con questo spiega in parte perché dopo dieci anni di grande successo ha preferito concludere la storia di Calvin & Hobbes.

Watterson dice di non avere nessun interesse a fare una versione a cartone animati della sua striscia, nemmeno se nell’operazione fosse coinvolta una grande casa di produzione cinematografica come la Pixar, quella di Toy Story e UP: “Calvin & Hobbes funziona esattamente nel modo che intendevo, come striscia. Non ci sarebbe motivo di adattarla”.

Rispondendo ad alcune domande sul destino del fumetto in generale, Watterson si mostra alquanto pessimista: “Penso che i fumetti avranno sempre un impatto culturale meno ampio e faranno meno soldi”. In parte a causa del loro passaggio verso il digitale, che sta creando bolle di affezionati sempre più piccole e raramente in comunicazione tra loro. Tra le altre cose, Watterson smentisce l’aneddoto secondo il quale avrebbe dato fuoco ad alcuni giocattoli non richiesti ispirati ai personaggi di Calvin & Hobbes, che gli furono consegnati a casa.

Chiusa l’esperienza con Calvin & Hobbes, Watterson si è messo a dipingere, ma è molto raro che qualche sua opera sia resa pubblica. Durante l’intervista spiega di “non dipingere con particolare ambizione” e che la sua striscia ha creato tali aspettative e attenzioni “che non so come gestire”.