• Mondo
  • Mercoledì 9 ottobre 2013

Le dipendenti pubbliche in Turchia ora possono indossare il velo

Il governo di Erdoğan ha eliminato il controverso divieto previsto da una legge che durava da quasi 90 anni

(BULENT KILIC/AFP/Getty Images)
(BULENT KILIC/AFP/Getty Images)

Martedì 8 ottobre in Turchia è stato revocato il divieto per i dipendenti pubblici donne di indossare il velo islamico sul posto di lavoro. Il provvedimento, adottato dal governo islamista-conservatore di Recep Tayyip Erdoğan, fa parte di un più ampio pacchetto di riforme che, secondo il governo, servirà a migliorare la democrazia nel paese (in realtà il pacchetto riguarda per lo più il rafforzamento dei diritti della comunità curda). La revoca del divieto, che è stata molto criticata dalle opposizioni laiche, pone fine a una legge che era in vigore dal 1925, cioè dai primi anni della nascita della Repubblica Turca.

Le nuove regole, che non saranno applicate al settore militare e giudiziario, sono già entrate in vigore martedì. Erdoğan, durante una riunione del suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, ha definito la vecchia legge come un «regolamento che ha ferito molti giovani e causato grandi sofferenze ai loro genitori, un periodo buio che sta volgendo al termine».

In Turchia il divieto di portare il velo nei luoghi pubblici è una questione che divide da decenni i sostenitori e gli oppositori della laicità, stabilita nella Costituzione. In particolare i sostenitori di Erdoğan dicono che il provvedimento potrà ripristinare la libertà di espressione per la maggioranza musulmana, circa il 97 per cento dell’intera popolazione turca. I suoi critici, al contrario, sostengono che il pacchetto di riforme potrebbe erodere i principi laici su cui è stata costruita la Repubblica Turca, quelli che ancora oggi sono difesi dall’esercito. Gli oppositori di Erdoğan criticano anche la progressiva “intrusione” del governo nella vita privata dei cittadini turchi: dai consigli sul numero di figli che le donne dovrebbero far nascere fino alle regole restrittive sull’uso di tabacco e alcol (questi argomenti erano gli stessi delle grandi proteste che si sono verificate questa estate in diverse città della Turchia, in particolare a Istanbul).

Il divieto di indossare il velo fu stabilito con un decreto governativo dallo stesso fondatore della Repubblica Turca, Mustafa Kemal Atatürk, ancora oggi considerato il simbolo della laicità della Turchia: il divieto faceva parte di una serie di riforme sull’abbigliamento che obbligavano i dipendenti pubblici a non indossare i vestiti che erano simboli espliciti di appartenenza religiosa.

I tentativi di cambiare questa norma si sono intensificati dal 2002, cioè dall’arrivo al potere di Erdoğan: il suo partito, scrive il New York Times, sta cercando di trasformare alcuni aspetti della società turca favorendo le spinte islamiste, a scapito di quelle secolari tradizionali. Nonostante in passato si siano verificati diversi casi di discriminazione nei posti di lavoro pubblici sulla base del fatto che una donna indossasse il velo islamico, in pochi credono che la mossa di Erdoğan sia effettivamente rivolta a un rafforzamento della democrazia nel paese: l’atteggiamento repressivo delle forze dell’ordine durante le grandi proteste anti-governative della scorsa estate, tra cui l’incarcerazione di decine di giornalisti, sembrano infatti dimostrare una volontà opposta.

Foto: (BULENT KILIC/AFP/Getty Images)