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  • Lunedì 7 ottobre 2013

Le Chinatown del mondo

Fotografie dai quartieri cinesi di 30 città internazionali: un fenomeno tutt'altro che nuovo, che tocca l'Italia meno di quanto pensiamo ed è anche piuttosto in crisi

Vancouver, Canada (AP Photo/The Canadian Press, Darryl Dyck)
Vancouver, Canada (AP Photo/The Canadian Press, Darryl Dyck)

“Chinatown” è il nome che viene dato comunemente – anche in Italia – agli insediamenti all’estero di immigrati cinesi, sia che provengano proprio dalla Repubblica popolare cinese sia che arrivino da Hong Kong, Macao o Taiwan. Sono presenti nelle grandi città di tutto il mondo, dall’Asia, all’Europa, all’Australia, e spesso anche i comuni più piccoli hanno un quartiere abitato quasi esclusivamente da una comunità cinese.

L’emigrazione dalla Cina non è un fatto nuovo e in passato era diretta soprattutto al Sud-est asiatico. La Chinatown più antica del mondo si trova a Manila, nelle Filippine: si chiama Binondo, fu fondata nel 1594 e oggi è abitata da circa 13mila persone. Nel Seicento furono costruite quella di Nagasaki, in Giappone, e quella di Hoi An, in Vietnam. Il fenomeno aumentò notevolmente a partire dal 1860, dopo la firma della Convenzione di Pechino tra la dinastia cinese Qing e la Francia, la Russia e il Regno Unito, che aprì le frontiere facilitando gli spostamenti delle persone. Molti cinesi abbandonarono il paese in cerca di maggiori opportunità: nelle Americhe la prima comunità si stabilì a Città del Messico, mentre negli Stati Uniti la più antica e vasta è quella di San Francisco.

Dopo la costruzione della ferrovia transcontinentale che collegava la costa occidentale a quella orientale, nel 1869, si insediarono i primi gruppi anche negli Stati Uniti centrali e orientali. A New York si hanno tracce dei primi immigrati cinesi nella zona di Five Points – dove sarebbe cresciuta successivamente l’attuale Chinatown – dal 1870: erano dalle 200 alle 1000 persone. Oggi Chinatown a Manhattan ospita circa 100mila persone ma non è l’unica a New York, dove vive la più vasta comunità cinese fuori dall’Asia.

Gli insediamenti europei sono più piccoli e recenti rispetto a quelli americani. Tra i più importanti ci sono quelli di Londra e Liverpool, i principali porti di commercio con la Cina. L’Italia è uno dei paesi dove la presenza cinese è più contenuta, si parla di circa 200 mila persone. La comunità più numerosa si trova a Milano, dove abitano circa 10 mila persone, seguita da quella di Prato. A Milano la cosiddetta Chinatown si trova in via Paolo Sarpi, in centro. Risale agli Venti, quando vennero aperte le prime fabbriche per lavorare la seta, ma si è ingrandita e diversificata dopo la Seconda guerra mondiale, soprattutto dagli anni Ottanta in poi.

Negli ultimi anni, complice la crisi economica globale e la grande crescita dell’economia cinese, sempre meno persone hanno lasciato la Cina mentre molti emigrati hanno fatto ritorno o sperano di farlo presto: tante Chinatown in tutto il mondo si sono rimpicciolite e stanno attraversando una loro piccola crisi interna. Le loro strade però sono ancora affollate e facilmente riconoscibili: le lanterne rosse, le insegne verticali con gli ideogrammi, i dragoni di cartapesta, i painfang (i larghi archi che segnano l’entrata del quartiere) e tanto rosso ovunque.