I ministri del PdL si dimettono (dicono)

Su "invito" di Berlusconi, a causa dell'imminente aumento dell'IVA; Letta dice che è il "gesto folle e irresponsabile" di un "rovesciafrittata"

Former Italian Premier Silvio Berlusconi prepares to cut the ribbon to inaugurate the new headquarters of his "Forza Italia" (Go Italy) party, in Rome, Thursday, Sept. 19, 2013. Berlusconi inaugurated his party headquarters a day after a Senate committee refused to back a recommendation by one of his lawmakers that Berlusconi keep his Senate seat as a 2012 law bans anyone sentenced to more than two years in prison from holding or running for public office for six years. This summer Italy's top criminal court upheld Berlusconi's conviction and four-year sentence for tax fraud. The full Senate must eventually decide if he keeps is Senate seat. (AP Photo/Massimo Percossi, pool)
Former Italian Premier Silvio Berlusconi prepares to cut the ribbon to inaugurate the new headquarters of his "Forza Italia" (Go Italy) party, in Rome, Thursday, Sept. 19, 2013. Berlusconi inaugurated his party headquarters a day after a Senate committee refused to back a recommendation by one of his lawmakers that Berlusconi keep his Senate seat as a 2012 law bans anyone sentenced to more than two years in prison from holding or running for public office for six years. This summer Italy's top criminal court upheld Berlusconi's conviction and four-year sentence for tax fraud. The full Senate must eventually decide if he keeps is Senate seat. (AP Photo/Massimo Percossi, pool)

Nel pomeriggio di sabato 28 settembre, i ministri del PdL hanno detto che intendono lasciare il governo per via dell’imminente aumento dell’IVA. Non è chiaro se abbiano già consegnato le dimissioni alla presidenza del Consiglio. Enrico Letta ha dato del “rovesciafrittata” a Berlusconi, lo ha accusato di usare l’aumento dell’IVA come pretesto per un “gesto folle e irresponsabile” e ha detto che “in Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità d’innanzi al paese”.

Il PdL ha motivato l’annuncio dicendo di non volersi prendere la responsabilità dell’imminente aumento dell’IVA. Letta lo ha accusato di tradire i patti, dato che nell’ultimo Consiglio dei ministri si era concordato di votare il decreto che avrebbe rinviato l’aumento dell’IVA solo dopo un voto di fiducia del Parlamento al governo. Salvo interventi che ormai sembrano improbabili, l’IVA aumenterà dal 21 al 22 per cento martedì primo ottobre, come previsto da una precedente manovra finanziaria.

(la decisione del PdL sulle homepage internazionali)

Il Quirinale ha diffuso un comunicato per dire che Napolitano “è stato informato dal Presidente del Consiglio delle decisioni comunicategli dai ministri del PdL. Dopo il rientro a Roma [adesso è a Napoli] concorderà con il Presidente Letta l’incontro che le decisioni odierne rendono necessario”. Domani sera Letta dovrebbe essere ospite a Che tempo che fa, in teoria. Epifani ha detto che la decisione del PdL «rafforza l’esigenza che Letta si presenti in Parlamento davanti al paese, e poi accada quello che deve avvenire».

L’annuncio del PdL arriva dopo settimane di dichiarazioni minacciose: l’ultima era arrivata pochi giorni fa con la “promessa di dimissioni” da parte di tutti i parlamentari del partito. Una mossa simbolica, visto che renderle effettive richiederebbe anni di procedure, ma che aveva agitato Letta portandolo a chiedere un voto di fiducia in Parlamento. Nel PdL l’unico a frenare rispetto alle dichiarazioni bellicose è stato Fabrizio Cicchitto, che si è lamentato di come «una decisione di così rilevante spessore politico avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del PdL e dai gruppi parlamentari».

(Makkox sulla decisione del PdL e – soprattutto – la reazione di Letta)

L’eventuale – eventuale – caduta del governo non cambia la situazione per quel che riguarda la decadenza di Berlusconi. La giunta del Senato si riunirà nuovamente il 4 ottobre, quando dovrà votare su una relazione favorevole alla decadenza di Berlusconi. Probabilmente la giunta voterà a favore e quindi la questione passerà al Senato, che con un voto deciderà se approvare la proposta formulata dalla giunta. Data l’immediata vicinanza del 4 ottobre, se il governo dovesse cadere i lavori della giunta non dovrebbero essere interrotti: prima di arrivare all’ancora più eventuale scioglimento delle camere ci sarebbero le consultazioni di Napolitano, procedura che richiede tempo.

Di seguito la cronaca della serata nel liveblog del Post:

20.59 – Una nuova vigna di Makkox interpreta il sentimento di molti sulla crisi di governo e “rovesciafrittata”.

20.29 – Pippo Civati, candidato alla segreteria del PD, dice:

Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del PD, dice: «Ora mi aspetto che il PD e le altre forze politiche dicano con chiarezza che i diktat di Berlusconi, le sue richieste e i suoi ricatti sono atti irricevibili da respingere al mittente e che devono allarmare tutti perché insidiano la democrazia». Secondo Cuperlo le annunciate dimissioni sono «una decisione che mette in enorme difficoltà il paese».

Matteo Renzi, candidato alla segreteria del PD, non si è ancora espresso pubblicamente sulla situazione. L’ANSA scrive:

Matteo Renzi è in collegamento telefonico costante con Roma dopo l’annuncio delle dimissioni dei ministri del PdL. È quanto si apprende a Firenze, dove Renzi è rimasto al lavoro tutto il giorno in Palazzo Vecchio a lavorare a questioni cittadine.

20.20 – Palazzo Chigi ha diffuso questo comunicato di Enrico Letta.

“Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l’alibi dell’IVA. La responsabilità dell’aumento dell’IVA è invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria per assumere provvedimenti che vanno poi convertiti. Per questo, ieri si era deciso di andare al chiarimento parlamentare e si era concordemente stabilito di posporre a dopo il voto in Parlamento i provvedimenti economici necessari. Gli italiani sapranno rimandare al mittente una bugia così macroscopica e un simile tentativo di totale stravolgimento della realtà. In Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità d’innanzi al Paese”.

20.06 – Una vigna di Makkox dello scorso giugno era stata particolarmente profetica. (“Wunderbar!”)

20.03 – E sempre per la cronaca, in teoria domani Letta sarà ospite a Che tempo che fa.

20.01 – Domani è il compleanno di Berlusconi, ne compie 77. (Anche quello di Bersani, 62)

19.56 – È arrivato un commento – non proprio incisivissimo – di Guglielmo Epifani, segretario del PD.

«Questa decisione del ritiro dei ministri non toglie l’esigenza, anzi la rafforza, che Letta si presenti in Parlamento davanti al Paese e illustri il lavoro fatto». Così Guglielmo Epifani che aggiunge: «Poi accada quello che deve avvenire».

19.53 – Intanto “rovesciafrittata” si candida a diventare la parola del giorno.

19.52 – Le dimissioni annunciate dai ministri del PdL sono in apertura su vari siti di news internazionali.

19.50 – Il Quirinale ha appena diffuso questo comunicato:

L’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica informa: “Il Presidente della Repubblica è stato informato dal Presidente del Consiglio delle decisioni comunicategli dai ministri del Pdl. Dopo il rientro a Roma concorderà con il Presidente Letta l’incontro che le decisioni odierne rendono necessario”.

19.45 – Lo sviluppo che non ti aspetti: Fabrizio Cicchitto infastidito per la decisione dei ministri del PdL.

Cicchitto polemico. A fronte della compattezza dei ministri del Pdl, non passano inosservate le parole polemiche di Fabrizio Cicchitto. “Apprezzo la decisione dei ministri sul terreno di una cristallina condotta scevra da ogni preoccupazione di potere, ma – precisa il deputato – ritengo che una decisione di così rilevante spessore politico avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del PdL e dai gruppi parlamentari”.

19.43 – Enrico Letta ha appena scritto su Twitter:

19.34 – Per quanto Berlusconi e il PdL motivino i loro annunci con l’imminente aumento dell’IVA, è difficile non vedere dietro il loro nervosismo la questione della decadenza dal Senato dello stesso Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale. La storia è arrivata a questo punto: oggi Berlusconi ha presentato la sua memoria difensiva alla giunta per le elezioni in Senato. La giunta si riunirà nuovamente il 4 ottobre, quando dovrà votare su una relazione favorevole alla decadenza di Berlusconi. Probabilmente la giunta voterà a favore e quindi la questione passerà al Senato, che con un voto deciderà se approvare la proposta formulata dalla giunta. Data l’immediata vicinanza del 4 ottobre, se il governo dovesse cadere i lavori della giunta non dovrebbero essere interrotti (prima di arrivare all’eventuale – eventuale – scioglimento delle camere ci sarebbero le consultazioni di Napolitano).

19.29 – A giudicare dal tweet che ha fatto stamattina il ministro Quagliarello è sempre l’ultimo a sapere le cose:

 

19.19 – Scrive l’AdnKronos:

(Adnkronos) – Adesso si va in Parlamento per un chiarimento alla luce del sole davanti al paese. Così si è espresso Enrico Letta, secondo quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi, dopo l’annuncio delle dimissioni dei ministri del Pdl.

19.16 – In questo momento la homepage del Giornale interpreta così il punto di vista del centrodestra:

ilgiornale-letta

19.14 – Scrive l’ANSA:

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è stato informato in anticipo dal vicepremier Angelino Alfano di quanto Berlusconi aveva deciso ed è in costante contatto con il Capo dello Stato. È quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi.

19.10 – Il comunicato di Berlusconi che invita i ministri del PdL a dimettersi fa riferimento alla questione dell’aumento dell’IVA. La storia è questa: venerdì 27 settembre il Consiglio dei ministri ha rinviato il decreto che avrebbe rinviato a gennaio l’aumento dell’IVA – dal 21 al 22 per cento – previsto da una precedente manovra finanziaria. Se non saranno prese altre misure nelle prossime ore, l’aumento scatterà automaticamente martedì primo ottobre. La motivazione, ha spiegato il presidente del Consiglio Letta, è dovuta “all’impossibilità di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la continuità dell’azione di governo”.

Tradotto: Letta dice che se prima non ha la garanzia che il governo resta in carica, non ha senso che il governo prenda decisioni che impegnino miliardi di euro di denaro pubblico. Apparentemente è un cane che si morde la coda: il PdL dice che il governo cade se scatta l’aumento dell’IVA. Ma è difficile non vedere tra le cause di nervosismo del PdL soprattutto la questione della decadenza di Berlusconi dal suo seggio al Senato, dopo la condanna definitiva per frode fiscale.

19.08 – Questo pomeriggio il Quirinale aveva smentito con una certa eloquenza le voci circolate su una presunta telefonata mancata tra Berlusconi e Napolitano.

Alcuni giornali hanno riferito che il Presidente della Repubblica avrebbe cercato al telefono il senatore Berlusconi, il quale avrebbe preferito non rispondere. Si smentisce nel modo piu’ assoluto questa notizia  del tutto inventata di sana pianta.

19.00 – L’annuncio dei ministri del PdL è l’ultimo episodio di insofferenza da parte del centrodestra verso il governo e il centrosinistra. Pochi giorni fa tutti i parlamentari del PdL avevano detto che intendevano dimettersi – senza farlo, però, ma limitandosi a consegnare a Berlusconi delle “lettere di dimissioni”. Le dimissioni di tutti i parlamentari del PdL richiederebbero probabilmente anni di lavori per Camera e Senato.

L’annuncio delle dimissioni è arrivato poco dopo un comunicato con cui Silvio Berlusconi, leader del PdL, “invitava” i ministri del suo partito a dimettersi. Poco dopo la portavoce di Alfano, vice-premier e ministro degli Interni, aveva confermato che «i ministri del PdL rassegnano le proprie dimissioni». Nella nota diffusa alle agenzie di stampa, Berlusconi ha scritto:

La decisione assunta ieri dal Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, di congelare l’attività di governo, determinando in questo modo l’aumento dell’Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo, contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso Premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto. Per queste ragioni, l’ultimatum lanciato dal Premier e dal Partito Democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabile. Pertanto ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo a valutare l’opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani.

Poco dopo le agenzie di stampa hanno diffuso un’altra nota firmata dai ministri Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello.

“Non riteniamo vi siano più le condizioni per restare nell’esecutivo. Rassegniamo le nostre dimissioni anche al fine di consentire, sin dai prossimi giorni, un più schietto confronto e una più chiara assunzione di responsabilità”.

foto: AP Photo/Massimo Percossi