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  • Mercoledì 11 settembre 2013

Storia di MSNBC, esperimento di news

Si può fare informazione politica in tv per un pubblico a cui non piace l'informazione politica in tv? Ed essere faziosi senza essere aggressivi?

(AP Photo/MSNBC, Ali Goldstein)
(AP Photo/MSNBC, Ali Goldstein)

La sera della notizia delle tre donne che erano state liberate da una casa di Cleveland dove avevano vissuto sequestrate per dieci anni, Rachel Maddow, conduttrice del programma di prima serata e più importante della rete statunitense MSNBC, non sapeva cosa fare: è una cosa di cui ci dobbiamo occupare o no, si chiedeva. Malgrado fosse la storia del giorno, la domanda non era così assurda: la rete MSNBC era convinta – ma non lo era così tanto – di essere “diversa”, e quella contraddizione è esemplare di una serie di cose interessanti per l’informazione contemporanea, americana e no, che stanno dentro la storia di MSNBC.

MSNBC è un canale televisivo statunitense via cavo e satellite della categoria che trasmette solo “news”, resa familiare in tutto il mondo a suo tempo dai successi di CNN, nata nel 1980 e seguita da molti tentativi di repliche in diversi paesi, raramente di grande successo. Negli Stati Uniti le “cable news” – le tv via cavo che trasmettono solo programmi di informazione – hanno cospicui numeri di spettatori, un ruolo centrale nella formazione dell’opinione pubblica e soprattutto nel dibattito politico: ad avere dato un impulso fortissimo in questo senso è una terza rete, oggi la più vista della categoria, Fox News, organo non ufficiale della destra repubblicana americana (i giornalisti di Fox News negano sempre di avere posizioni parziali). Un articolo del New Yorker della settimana scorsa racconta le traversie di MSNBC da quando il suo progetto è diventato cercare un successo usando la stessa faziosità politica di Fox News, ma su posizioni e con modi “di sinistra” – e la difficoltà di individuarli, questi modi.

MSNBC nacque nel 1996 con un accordo tra la grande rete televisiva NBC e la società informatica Microsoft, per unire le rispettive competenze potenziali nella nuova era dell’informazione online, creando auspicate proficue sinergie tra un nuovo sito web, MSNBC.com, e una nuova rete “all news”, MSNBC: la sigla fu scelta per rappresentare l’unione tra le due società promotrici.
Ma gli entusiasmi e le visioni di allora subirono rapidamente diversi assestamenti, e finì che NBC un decennio dopo si comprò la parte di Microsoft del canale televisivo: e lo stesso avrebbe fatto nel 2012 col sito (che Microsoft temeva fosse troppo associato con le nuove posizioni politiche del canale tv). Il sito è oggi diventato il sito di news di NBC, e si chiama NBCnews.com: il canale tv ha mantenuto per ragioni di comunicazione e di brand il nome MSNBC.

Il primo percorso di MSNBC fu molto poco soddisfacente dal punto di vista degli ascolti, con posizioni politiche ondivaghe e poco definite. I suoi giornalisti e commentatori avevano le più varie opinioni politiche, e spesso in evoluzione: nel frattempo Fox News – creata pochi mesi dopo dal potente imprenditore dell’editoria Rupert Murdoch – registrava crescenti successi grazie a un’inclinazione politica molto conservatrice e toni battaglieri e perentori, esemplificati nel suo conduttore più celebre e rappresentativo, Bill O’Reilly. O’Reilly è oggi il conduttore di cable news di maggior successo, grande demagogo ed efficacissimo oratore: esprime opinioni radicalmente conservatrici ed è il maggior protagonista della più assidua campagna di Fox News, quella contro “l’informazione liberal”, che accusa i media americani di essere prevalentemente nelle mani e nelle opinioni di giornalisti di sinistra. Dal 2002 Fox News ha superato CNN negli ascolti, suggerendo agli spettatori l’idea – spiega l’articolo del New Yorker – che mentre CNN segue le notizie dove avvengono, su Fox News le notizie avvengono direttamente nei suoi studi, dove i conduttori producono polemiche, aprono fronti, pescano dal mucchio e fanno diventare un fatto “una notizia”.

Nel ruolo di Bill O’Reilly, che ha 64 anni, su MSNBC c’è Rachel Maddow: che ha 40 anni, è l’unica conduttrice di prima serata sulle tv americane dichiaratamente omosessuale e ha avuto un programma suo nel 2008: dopo una prima parte della carriera in radio, MSNBC l’aveva scelta come frequente ospite dei suoi talkshow a partire dal 2005. Maddow è brillante, sarcastica, ed è stata capace di diventare la sostenitrice di tutte le posizioni liberal inserendo la sua partigianeria dentro una sorta di “format liberal”: ironia invece di aggressività, assenza di scontri tra gli ospiti, accuse a base di elencazioni di fatti e di artifici retorici invece che a base di insulti e minacce. Il programma, spiega l’articolo del New Yorker, si basa sull’idea che le cable news possano essere interessanti, persino attraenti, senza essere litigiose: la linea editoriale di Maddow è “cercare di aumentare la quota di informazioni utili nel mondo”. Ma intorno a lei, costruire il successo di una rete su questo difficile equilibrio non è facile, spiega il New Yorker: e anche lei si trova spesso in situazioni fragili.

«Non facciamo cronaca nera, ma questa è una storia», disse Maddow alla sua redazione la sera di Cleveland. «Ci sono delle decisioni che dobbiamo prendere rispetto a cosa siamo come programma». Prima che Maddow venisse promossa nel suo ruolo attuale («è il nostro quarterback», dice il presidente di MSNBC Phil Griffin), a dare il tono alla rete era Keith Olbermann, un conduttore di grande carisma e drastiche certezze (veniva dallo sport, dove è tornato quest’anno con il canale ESPN) particolarmente aggressivo con il presidente George W. Bush. Olbermann ebbe a un certo punto tensioni e questioni con la rete, e lasciò: prima per qualche tempo il conduttore più visibile era stato Chris Matthews, un rodato opinionista politico democratico ma con posizioni spesso eterodosse, e la rete aveva arruolato altri commentatori più di destra, provando a imitare Fox News sul suo terreno. Ma Olbermann aveva intensificato i suoi attacchi contro Bush (riuscendo momentaneamente a superare O’Reilly) e senza un progetto chiaro MSNBC aveva preso una strada critica dei repubblicani. Poi arrivò Griffin, Olbermann lasciò e, con il nuovo programma di prima serata di Rachel Maddow, Griffin di decise a costruire intorno a lei una rete che imitasse le ragioni del successo di Fox News, da sinistra. Oggi su MSNBC si possono ascoltare praticamente a ogni ora le opinioni e le posizioni progressiste su qualunque materia: e a differenza di Fox News, che così facendo alimenta la possibilità di scontri e accese polemiche tra gli ospiti, MSNBC tende a non invitare esponenti conservatori radicali e di posizioni distanti dalle proprie, ma soprattutto quelli più “terzisti”, rispettosi e inclini al confronto sui contenuti.

msnbc

Tutto questo – e la sua sanzione ufficiale, nel 2010, con lo slogan lean forward (“tendente avanti”), che sottolinea una posizione progressista senza esplicitarla – ha dato eccellenti risultati nel 2012, anno di elezioni presidenziali e di riconferma di un presidente democratico: MSNBC è sempre rimasta terza tra le reti “cable news” ma è cresciuta tantissimo, è stata spesso competitiva (con qualche occasionale sorpasso: soprattutto nel gruppo demografico tra i 25 e i 54 anni, molto ambito dagli inserzionisti), ed è stata in grado di portare in grande evidenza alcuni temi, come la questione delle leggi elettorali di alcuni stati e sull’omicidio di Trayvon Martin (su cui fu molto combattivo un altro conduttore di grande visibilità della rete, il reverendo Al Sharpton, già attivista politico di lunga carriera e numerose candidature).

Ma nel 2013 tutto è tornato come prima, ovvero male, per MSNBC. Tra l’altro, la controindicazione degli approcci di cui sopra, si capisce, è che in termini televisivi l’efficacia diminuisce: e questo problema riguarda anche i temi di cui parlare, come nel caso di Cleveland. MSNBC, per come è impostata, non è assolutamente competitiva con le altre reti – soprattutto CNN – sulle “breaking news”, le ultime notizie di attualità immediata, e per una volontà precisa non segue la cronaca nera e giudiziaria che fa le fortune di canali interi, a forza di processi su casi scabrosi e voyeuristici. Il New Yorker spiega che

“i conduttori di MSNBC sembrano divisi tra il voler spiegare perché certi pretesi scandali non lo sono o ignorarli del tutto. Ma nessuna delle due strategie offre agli spettatori una ragione impellente per sintonizzarsi”.

Quanto alle news, all’attualità più stretta, non è facile – per una rete che ha scelto di dare un punto di vista politico su ogni cosa – declinare questo approccio su notizie di grande attrazione come le bombe alla maratona di Boston, la storia di Cleveland o i tornado. Meno facile ancora se il punto di vista politico è di sinistra, con tutte le sfumature e i distinguo conseguenti: in quei casi MSNBC può giocare di rimessa, contestando la politicizzazione che ne fanno Fox News o i commentatori di destra, ma non è ciò che il pubblico vuole in quel momento. Rachel Maddow finì per parlarne, di Cleveland, quella sera, anche se non seppe trattenersi dal giustificarsi:

«Se siete incollati alla tv su questa notizia, non dovete sentirvi in colpa. È una storia umana genuinamente drammatica e coinvolgente»

Maddow parlò con un ospite accademico sul traffico di esseri umani, e intanto su CNN c’era il vivace vicino che aveva liberato le donne prigioniere che spiegava che “devi avere un bel paio di palle”. Anche il presidente Griffin le aveva consigliato di occuparsene, ma in generale è quello più disinteressato alla politica di tutta la rete. Maddow dice di non sapere neanche se voti, e se vota non saprebbe dire per chi: e che questo la solleva dal rischio di ricevere richieste o indicazioni su ciò che dice in onda: “Al massimo mi direbbe: metti più punti esclamativi”. Griffin dice pubblicamente di non essere preoccupato degli ascolti e di lavorare per farli crescere fino a fare un grande 2016, anno di nuove elezioni presidenziali: ma il New Yorker si chiede cosa ne pensi la proprietà di una rete che va bene un anno ogni quattro. E anche, una volta che si è creato un “media liberal” concorrente di Fox News, come si faccia a capire esattamente “cosa fa un media liberal” (la questione può suonare strana dall’Italia, dove i media esplicitamente di sinistra sono molti e anzi i media che non hanno posizioni politiche a priori sono una minoranza).

Il maggiore tentativo di dare un seguito al riuscito esperimento Maddow, Griffin l’ha fatto affidando qualche mese fa un programma importante – subito prima di Maddow – a un ex ospite e protégé di Maddow, Chris Hayes. Hayes ha 34 anni, faceva da due anni un programma del weekend, è molto brillante e inventivo e ha un’aria da giovane professore che può irritare gli oppositori politici – bene – o annoiare i simpatizzanti – male. Per ora sembra avere fatto più la seconda (in media ha 580 mila spettatori, contro i quasi tre milioni di O’Reilly: e ha fatto calare come traino anche i numeri di Maddow) anche forse per la sua esemplare tendenza a trattare i temi con inusitata profondità, per quanto acuta. Per la festa del papà, ha celebrato la ricorrenza parlando dell’apporto dato dal femminismo a una revisione del patriarcato e alla costruzione di un nuovo rapporto tra padri e figli. Hayes è già stato in mezzo a una severa polemica, e si è dovuto scusare, per aver esposto una sera ai suoi ospiti una riflessione su quello che lui giudicava un eccesso dell’uso del termine “eroe” per definire ogni soldato americano morto in guerra.

Per virtù o necessità, Hayes non si dice spaventato dai numeri che ha raccolto:

«Ovviamente non sono buoni, ora come ora. Ma guardare ai risultati di audience giorno per giorno suscita i peggiori istinti umani sui rapporti causali. Crea culti millenaristi come quello del cargo. Suggerisce danze della pioggia. Uno dice: mio Dio, i numeri oggi sono ottimi, che cosa abbiamo fatto ieri? Eh, abbiamo danzato, e ha piovuto. E allora balliamo!”»

La sera del tornado di Oklahoma City, le altre reti “all news” erano in stato di allerta ed eccitazione, con tutti i bannerini e le sovrascritte possibili in attività e CNN con i suoi reporter sul campo (possibilmente vicini a un veicolo di emergenza) a mostrare la rete viva più che mai: MSNBC non ha niente di tutto questo e fa un limitatissimo uso di “ultim’ora”, numeri vari e titoli che scorrono su fondi rossi e blu e gialli. Ma c’era il tornado e Hayes dovette decidersi a parlare di quello: in queste situazioni, spiega il New Yorker, le dirette televisive tendono molto a evocare la volontà divina e altre implicazioni teologiche; Hayes, su MSNBC, si limitò a “incrociamo le dita”. Il risultato fu che quella puntata fu la più seguita sempre del programma di Hayes, superando il record precedente, registrato coprendo un precedente tornado. Passata l’emergenza Griffin commentò che le “breaking news” non sono una priorità per MSNBC – «non siamo il posto per queste cose» – ma il New Yorker nota il paradosso di una tv di news che non si occupa di dare le news, concedendo però che questo paradosso mostri come le “news” siano oggi molte cose diverse: “MSNBC sta cercando di ottenere una cosa quasi impossibile: una rete di news via cavo per gente a cui non piacciono le news via cavo” (gli stessi Maddow e Hayes dicono di guardare molto poco la tv, e piuttosto lo sport: “come la maggior parte di chi segue la politica, si informano su internet”).

Ma l’evoluzione della politica americana – dice il New Yorker, ma a noi è un tema familiare – ha portato a una grande polarizzazione tra i due opposti schieramenti, per cui la sceneggiatura di quasi ogni dibattito politico può essere inserita nel confronto tra democratici e repubblicani, sinistra e destra, liberal e conservatori: opportunità assai ricca per le televisioni che si occupano di news 24 ore su 24. Così salta la già fragile distinzione tra fatti e opinioni, perché ogni fatto genera quasi inevitabilmente un’opinione inserita in questo contesto, e addirittura la stessa scelta dei fatti a cui dare rilievo come notizie – la decisione di cosa è importante – dipende da questo.

La partigianeria della rete è condivisa da praticamente tutti i conduttori di MSNBC (con l’eccezione di Joe Scarborough, conduttore di “Morning Joe” la mattina presto, ex deputato repubblicano di posizioni assai moderate per gli standard contemporanei del partito repubblicano), con sfumature che riguardano le contraddizioni che sopravvivono all’interno dei liberal anche in tempi così politicamente polarizzati: Hayes critica Obama sui droni e sulla NSA, per esempio, e la sua collega Melissa Harris-Perry ha detto che Glenn Greenwald – autore dell’inchiesta sulla NSA – è “uno stronzo”. Alcuni casi escono comunque dall’ordinario televisivo, come la sfacciata campagna a favore dei cereali al miele Cheerios condotta da Lawrence O’Donnell (ex produttore della serie The West Wing), dopo che uno spot dei Cheerios era stato attaccato su YouTube perché ne era protagonista una famiglia multirazziale.

Benché i numeri delle “cable news” siano sensibilmente più bassi di quelli delle reti in chiaro o di altre tv via cavo specializzate su cucina o serie tv, la loro fortuna economica – anche quella di MSNBC – è garantita dalla loro appartenenza a pacchetti di canali in abbonamento: con questa formula, l’anno scorso MSNBC ha generato profitti per 200 milioni di dollari. Fox News e CNN vanno ancora meglio, e adesso è arrivata la versione americana di Al Jazeera, che annuncia di voler dare risposta alla decennale richiesta di “più inchieste, più giornalismo”. Ma O’Donnell commenta che lo ha sentito dire molte volte e ogni volta ci si dimentica che esiste la rete pubblica di informazione PBS che fa proprio quello, e i suoi numeri non dimostrano questa gran domanda di “più inchieste, più giornalismo”, nei fatti (il tema è familiare anche da noi, confrontando i numeri dei programmi di reportage o inchieste con quelli dei talk show di politica).

La conclusione del New Yorker è che MSNBC – per quanto sereno si mostri Griffin – deve trovare un progetto più coerente e con le idee chiare, intanto che aspetta l’anno elettorale: per ora ha arruolato l’attore Alec Baldwin per uno show settimanale che si immagina più leggero, ma se Hayes non cominciasse ad andare meglio il suo spazio potrebbe tornare a Chris Matthews. La prospettiva più rassicurante, però, è che si esaurisca un periodo politicamente molto stanco: alla fine, anche un canale di news molto inventivo è ancora ostaggio di quello che succede.

(AP Photo/MSNBC, Ali Goldstein)