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  • Venerdì 6 settembre 2013

La più forte tennista cinese di sempre

Si chiama Li Na, ha una storia originale, un rapporto difficile con i media del suo paese, e questa settimana New York arrivata dove nessun cinese era mai arrivato

di Antonio Russo – @ilmondosommerso

China's Li Na celebrates defeating Serbia's Jelena Jankovic 6-3, 6-0 in a 2013 US Open women's fourth round singles match at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York on September 1, 2013. AFP PHOTO/Emmanuel Dunand (Photo credit should read EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)
China's Li Na celebrates defeating Serbia's Jelena Jankovic 6-3, 6-0 in a 2013 US Open women's fourth round singles match at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York on September 1, 2013. AFP PHOTO/Emmanuel Dunand (Photo credit should read EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images)

Quando lo scorso maggio al Roland Garros – il più importante torneo di tennis giocato sulla terra rossa, a Parigi – la tennista cinese Li Na fu sorprendentemente eliminata al secondo turno dalla statunitense Bethanie Mattek-Sands, un giornalista dell’agenzia di stampa cinese Xinhua chiese a Li Na, nella conferenza dopo la partita, di fornire ai tifosi del suo paese una spiegazione per la sua prestazione deludente. «Ho perso una partita, tutto qui», rispose Li. «Devo anche mettermi in ginocchio e chinare il capo?».

Li Na è la più forte tennista cinese di sempre: è la prima cinese ad aver vinto un torneo internazionale nel circuito professionistico WTA (Women’s Tennis Association) e la prima e unica ad aver vinto un torneo del Grande Slam (quello del Roland Garros, nel 2011, battendo in finale Francesca Schiavone). Ha milioni di fan nel suo paese, ma ha un rapporto difficile con la stampa cinese e con il “sistema sportivo nazionale” (juguo tizhi), che abbandonò nel 2008. È un tipo risoluto e combattivo, con una grande personalità; ha una laurea in giornalismo, un tatuaggio sul petto e un marito che russa, tennista anche lui, che per lungo tempo le ha fatto da allenatore, quando Li Na decise di abbandonare il sistema sportivo cinese e gestire autonomamente la sua vita e la sua carriera sportiva.

È una bella storia, e l’ha raccontata il magazine del New York Times qualche settimana fa. In questi giorni Li Na è impegnata negli US Open, l’ultimo dei quattro tornei più importanti dell’anno (il “Grande Slam”), dove nessun cinese era mai arrivato così avanti: ha sconfitto ai quarti la russa Ekaterina Makarova e affronterà venerdì in semifinale Serena Williams, campionessa in carica e numero uno in classifica mondiale.

La storia di Li Na
Li Na ha 31 anni ed è nata a Wuhan, la città più popolosa della Cina centrale. “Li” è il cognome, che in Cina si scrive prima del nome, e quindi in Occidente capita spesso di leggere “Na Li” (l’anno scorso ne parlò lei stessa in un video).

Il padre di Li Na – un giocatore di badminton che abbandonò il professionismo in seguito alla “Rivoluzione culturale” comunista – la iscrisse alla scuola statale di sport di Wuhan quando lei aveva cinque anni. Come capita a molti sportivi cinesi, scrive il New York Times, Li Na iniziò a praticare sport contro la sua volontà, sotto la guida e il controllo del sistema sportivo nazionale. Siccome tutti dicevano che aveva le spalle troppo larghe e i polsi non abbastanza flessibili per il badminton, che allora in Cina era uno sport molto più popolare, un allenatore convinse i genitori di Li Na a farle prendere invece lezioni di tennis.

Il “sistema sportivo cinese”
Il sistema sportivo cinese (juguo tizhi, letteralmente “sistema di tutta la nazione”) è uno strumento amministrativo basato su una rigida struttura statale, che gestisce e controlla completamente la preparazione e gli allenamenti degli atleti della nazione, oltre che percepire una percentuale dei premi in denaro derivanti dalle loro vittorie nei tornei.

In passato il sistema sportivo cinese è stato spesso criticato dalla stampa nazionale e internazionale per i metodi utilizzati e per i trattamenti molto severi a cui sottopone gli atleti: alle Olimpiadi di Londra del 2012, per esempio, si parlò a lungo del caso della tuffatrice Wu Minxia, alla quale – durante le settimane di allenamento – furono tenute nascoste le notizie del cancro di sua madre e della morte di sua nonna, per evitare che potesse deconcentrarsi.

Li Na ha raccontato che una volta, quando aveva 11 anni, fu sul punto di crollare dalla stanchezza e si rifiutò di continuare ad allenarsi: per punizione fu costretta a rimanere in piedi e immobile durante gli allenamenti, e ci rimase tre giorni di fila, finché non disse all’allenatore di essersi pentita. Nella sua autobiografia ha raccontato anche che quando morì suo padre aveva 14 anni e stava giocando un torneo nella Cina del sud: l’allenatore sapeva ma non le disse nulla per diversi giorni, fino alla fine del torneo. «Il mio dolore più grande è non avercela fatta a salutarlo», ha scritto Li Na.

Il ritiro dal tennis
Nel 2002 – dopo le prime vittorie nei tornei nazionali, e dopo essere diventata la tennista numero uno in Cina (la 135esima nella classifica mondiale) – Li Na si ritirò dal tennis: agli allenatori non disse niente, preparò una piccola valigia per non insospettire nessuno, e una mattina uscì dal centro di allenamento, dopo aver lasciato sul tavolo del dormitorio una lettera in cui chiedeva il ritiro anticipato dall’attività agonistica.

Nella lettera, scrive il New York Times, Li Na non scrisse nessuno dei motivi che in seguitò rivelò nella sua autobiografia: gli allenamenti massacranti, le cure di steroidi che i suoi allenatori le imponevano per recuperare in fretta dagli infortuni, e i loro tentativi di mettere fine alla sua storia con il primo e unico fidanzato dai tempi della scuola, il tennista Jiang Shan (poi sposato nel 2006). Li Na tornò a casa, insieme a Jiang, e si iscrisse al corso di giornalismo dell’Università Huazhong di scienza e tecnologia a Wuhan, dove si laureò nel 2009.

Il rientro nel circuito WTA e l’uscita dal sistema nazionale
Nel 2003 Sun Jinfang – ex pallavolista cinese, nuova direttrice del programma di tennis nazionale – andò a Wuhan per parlare con Li Na e tentare di convincerla a rientrare nel circuito professionistico. Le disse: «perché non provi a giocare per te stessa?», e Li Na accettò di tornare. Nel 2004 vinse un torneo WTA, e fu la prima tennista cinese a riuscirci, ma nel 2008 – dopo aver battuto alcune tra le prime dieci tenniste del ranking mondiale (la classifica che comprende tutte le migliori giocatrici del circuito WTA, e che viene aggiornata settimanalmente) – Li Na mise il sistema nazionale cinese di fronte a una scelta: «se non posso avere la piena libertà sulla mia carriera, mi ritiro», disse a Sun Jinfang.

Temendo di perdere la tennista cinese più forte e rappresentativa, Sun Jinfang offrì a Li Na la “danfei”, una formula sperimentale – concessa soltanto a pochissimi sportivi – che permette all’atleta di scegliere personalmente il suo allenatore, gestire gli allenamenti in autonomia e destinare alla federazione nazionale soltanto una percentuale delle vincite compresa tra l’8 e il 12 per cento (e non del 65 per cento, come nel sistema normale). Li Na, che già da tempo si allenava con il marito Jiang Shan, lo scelse come suo allenatore ufficiale e divenne una tennista ancora più forte e più completa.

Da allora, oltre che la prima tennista cinese a vincere un torneo del Grande Slam (il Roland Garros nel 2011), è stata la prima e unica tennista cinese a raggiungere il quarto posto nel ranking mondiale WTA.

La popolarità di Li Na
Li Na è molto popolare e molto amata in Cina, e in generale è tra gli sportivi cinesi più celebri nel mondo, insieme all’ex giocatore di basket Yao Ming e a Liu Xiang, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene nei 110 metri a ostacoli. Su Weibo, il social network cinese simile a Twitter, ha più di 21 milioni di follower (su Twitter, per capirci, Rafael Nadal ne ha quasi 5 milioni e Serena Williams poco meno di 4 milioni). La sua finale vinta al Roland Garros – il 4 giugno 2011, il giorno della ricorrenza del massacro di piazza Tienanmen – fu seguita in televisione da 116 milioni di telespettatori cinesi, più dei telespettatori del Super Bowl (la finale del football americano) di quell’anno, e quasi il doppio degli abitanti dell’Italia.

Il sito di sport cinese Sohu Sports calcolò che la vittoria del Roland Garros avrebbe fruttato a Li Na 234 volte lo stipendio annuale di un lavoratore cinese, e commentò: «tutto meritato». Il sito di news Bloomberg scrisse che sarebbe diventata la seconda sportiva più ricca dopo la russa Maria Sharapova; oggi, secondo il New York Times, è la terza dopo Sharapova e Serena Williams (tutte tenniste), che intanto è rientrata nel circuito dopo un lungo infortunio. Li Na, già testimonial di Rolex e Nike, strinse nuovi accordi commerciali con marchi come Mercedes-Benz, Samsung e Häagen-Dazs, che portarono i suoi guadagni annuali, secondo il New York Times, a una cifra intorno ai 18 milioni di dollari.

Li Na deve la sua popolarità soprattutto alla dimensione del pubblico e del mercato cinese, scrive il New York Times, e «non sarebbe mai stata tra le tre sportive più pagate al mondo, se fosse nata in Cile, in Ciad o a Chicago» e fosse stata forte altrettanto. Anche la Women’s Tennis Association ha sfruttato la popolarità di Li Na per espandersi in Oriente: cinque anni fa i tornei ufficiali WTA organizzati in Cina erano due; nel 2014 – grazie anche all’ingresso del torneo di Wuhan, città di Li Na, 4 milioni e mezzo di abitanti – i tornei internazionali organizzati in Cina saranno otto.

Il rapporto con i media cinesi
Ciononostante, soprattutto in tempi recenti, i media cinesi hanno spesso accusato Li Na di essere troppo scontrosa ed egoista, e di non rendere il giusto merito dei suoi successi alla sua nazione d’origine. Dopo la conferenza stampa del Roland Garros diversi commentatori in Cina giudicarono esecrabile e irrispettosa la sua risposta stizzita al giornalista che le aveva chiesto “spiegazioni” per la sua eliminazione precoce.

Nel torneo di Wimbledon di quest’anno – dopo una bella e sudatissima vittoria contro l’esperta coetanea ceca Klara Zapalova, in cui Li ha rischiato seriamente di essere eliminata – lo stesso giornalista che le aveva chiesto “spiegazioni” al Roland Garros, le domandò stavolta di rivolgere un saluto a tutti i tifosi cinesi. Li Na lo guardò fisso negli occhi per quasi un minuto, riporta il New York Times, e poi rispose: «dico “grazie, tifosi”». Sempre a Wimbledon, qualche giorno più tardi – peraltro nello stesso giorno della netta vittoria di Li contro Roberta Vinci, agli ottavi di finale – il giornale del partito comunista cinese, il People’s Daily, scrisse in un editoriale: «quando le personalità degli atleti diventano così intollerabili per le tradizioni e i costumi sociali, chi è che tiene a freno la loro insolenza incontrollata?».

Ne venne fuori un acceso dibattito online, scrive il New York Times, in cui i numerosissimi tifosi cinesi di Li Na presero le sue difese e criticarono con rabbia il modo in cui i media parlano di lei. Al New York Times Li Na ha detto di non aver letto quell’editoriale quel giorno (il suo allenatore cerca di impedirle di leggere i giornali durante i tornei), e poi ha aggiunto: «quando la gente dice che rappresento la nazione, per me è un ruolo troppo grande». Li Na ha anche parlato della difficoltà di essere un punto di riferimento per così tante persone: «non sono una santa, sono una persona normale anch’io, con i suoi alti e bassi. Tutto quello che posso fare è cercare di fare bene il mio lavoro. Sono soltanto un’atleta, non posso rappresentare altri a parte me stessa».

Carlos Rodriguez, il suo nuovo allenatore
Dopo la vittoria al Roland Garros, Li Na non ottenne altri risultati ragguardevoli nel 2011. Quando il suo agente le propose di assumere un nuovo allenatore e le fece il nome di Carlos Rodriguez, ex allenatore della ex tennista belga Justine Henin (numero 1 del ranking per 117 settimane), Li Na accettò immediatamente: «pensai che se era riuscito a fare di Justine una campionessa…». Già nella prima settimana di lavoro con Rodriguez, Li Na raggiunse la finale nei Canadian Open, a Toronto, e poi vinse ai Western & Southern Open di Cincinnati, in Ohio, una settimana più tardi.

Tra gli allenamenti a cui Rodriguez la sottopone, Li Na ne ha citato al New York Times uno in particolare: per circa 45 minuti Rodriguez la costringe a effettuare dei rapidi scatti a piedi nudi su un campetto di sabbia, concedendole solo una pausa di 30 secondi tra una serie e l’altra (che è proprio il tempo che trascorre mediamente tra un punto e l’altro, nelle partite di tennis). «Come ha fatto Justine a resistere con Carlos per quindici anni? Io sto per morire dopo tre giorni», disse Li a suo marito Jiang.

Rodriguez racconta che nel sistema nazionale cinese Li non ha mai ascoltato una sola parola positiva in dieci anni o più, e che a volte Li trasforma questa negatività in odio verso sé stessa. Anche Justine Henin inizialmente era psicologicamente fragile, ha detto Rodriguez, che con Justine Henin però poté lavorare da quando lei aveva 13 anni. Con Li la cosa è più complicata, ha spiegato: a 31 anni è una donna con un carattere già completamente formato, ed è molto difficile per lui spingerla a esprimersi e a parlare delle esperienze che si porta dentro, visto che nessun suo allenatore le ha mai chiesto di farlo prima d’ora.

Che tennista è Li Na?
Li Na è una tennista molto veloce, di buona tecnica e di grande resistenza: ha un’ottima visione di gioco, ma alcuni osservatori la ritengono un po’ troppo fallosa e un po’ troppo discontinua nelle sue prestazioni. Esprime il suo miglior tennis giocando da fondo campo, anche se il suo nuovo allenatore le suggerisce di scendere più spesso a rete, per risparmiare energie. È una tennista completa, ma il suo colpo migliore rimane il rovescio a due mani: il lungolinea, in recupero, le riesce spessissimo (e le vale punti che sembravano persi).

Delle altre prime dieci tenniste del ranking solo Serena Williams è più vecchia di Li Na, di un anno, ma secondo Rodriguez a Li restano almeno altri due anni di gioco ad alti livelli.

E chi è la tennista più forte, oggi?
Nel tennis maschile la situazione è abbastanza facile da leggere: ci sono molti ottimi tennisti e quattro campioni indiscussi (Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer e Andy Murray, ultimo vincitore a Wimbledon). Nel femminile è più complicato.

La tennista numero uno nel ranking e, con ogni probabilità, la più forte in circolazione è ancora Serena Williams. Ma a causa di un periodo di relativa instabilità – e anche a causa dell’infortunio che nel 2011 tenne Williams a lungo ferma – negli ultimi anni diverse tenniste si sono alternate in cima alla classifica senza che emergesse una vera prevalenza, e a volte senza che la numero uno del ranking avesse neppure mai vinto un torneo del Grande Slam (come nel caso della danese Caroline Wozniacki o della serba Jelena Janković). Ora come ora, le migliori due tenniste dopo Serena Williams probabilmente sono la russa Maria Sharapova e la bielorussa Victoria Azarenka.

Pochi mesi fa la situazione è sembrata ancora più incerta, a Wimbledon, quando in semifinale si ritrovarono quattro tenniste che non avevano ancora mai vinto un torneo del Grande Slam (alla fine vinse la francese Marion Bartoli, che ad agosto ha annunciato il suo ritiro). Li Na, al contrario di Wozniacki e Janković, sta nel gruppo di quelle tenniste che hanno vinto trofei del Grande Slam pur senza essere mai state numero uno: ma al momento, quando è nella giornata giusta, se la gioca contro chiunque.

Aggiornamento: Li Na ha poi perso la semifinale degli US Open contro Serena Williams, 6-0 6-3.