Il grattacielo ustore di Londra

Da alcuni giorni il profilo di un palazzo di 37 piani in costruzione riflette la luce del sole su un punto della strada sottostante, creando problemi e curiosità

Da martedì i media britannici stanno dedicando molte attenzioni a un grattacielo in costruzione a Londra – finora oggetto di più convenzionali commenti sul rilievo del suo disegno nello skyline della città – che a causa della sua forma concentra i raggi solari riflessi dai suoi vetri in una strada sottostante, causando diversi disagi. Il palazzo si trova al 20 di Fenchurch Street, una via della City di Londra, ed è in fase di completamento. È stato progettato dall’architetto uruguaiano Rafael Viñoly, è alto 37 piani e ha una forma particolare, che tende ad aprirsi a ventaglio verso l’alto. La sua facciata principale è ricoperta di vetri a specchio ed è concava. In un certo senso la questione ricorda i leggendari specchi ustori di siracusana memoria (ma ci torneremo sopra dopo) e il palazzo a Londra è conosciuto come “Walkie Talkie” per la sua forma, che con un po’ di fantasia ricorda quella di una trasmittente radio.

Fino a oggi, spiega BBC, ci sono state segnalazioni di danni causati a una Jaguar che era stata parcheggiata nel punto in cui si concentrano i raggi solari riflessi dal grattacielo e di danni ad alcuni negozi che si trovano lungo la strada raggiunta dai riflessi e alla loro mercanzia. Il proprietario della Jaguar ha ricevuto dalla società costruttrice del palazzo un risarcimento di 1.000 sterline per il danno subito.

Da giorni il Walkie Talkie attira fotografi, giornalisti e curiosi che vogliono verificare di persona la capacità del grattacielo di concentrare i raggi solari sulla strada. A parte chi ha provato a friggere un uovo sul marciapiede, senza ottenere grandi risultati, in molti hanno segnalato che effettivamente la temperatura è di diversi gradi superiore nei punti in cui arrivano i raggi riflessi, che tra le altre cose arroventano anche l’asfalto.

Il fenomeno si verifica nelle ore centrali della giornata, quando il sole è alto e colpisce più obliquamente la facciata del palazzo. In fase di progettazione, hanno spiegato i costruttori, erano stati valutati tutti gli scenari possibili al computer, e in nessuno era saltato fuori che la facciata potesse concentrare i raggi solari in pochi metri quadrati sulla strada. Per ora si è deciso di costruire un’impalcatura per riparare il tratto di strada dai raggi solari inviati dal grattacielo, ma i costruttori sono alla ricerca di soluzioni per il lungo termine che passeranno probabilmente dall’utilizzo di particolari resine da stendere sui vetri per renderli meno riflettenti.

Il fenomeno ricorda quello degli specchi ustori, cioè di quegli specchi che concentrano i raggi del Sole in un solo punto (il fuoco dello specchio). Di solito sono realizzati con specchi parabolici (quindi concavi), che vengono impiegati per esempio per la produzione di energia elettrica nelle centrali solari. La facciata del Walkie Talkie non è uno specchio parabolico perfetto, quindi non concentra i raggi in un unico punto, ma data la sua estensione e la quantità di luce riflessa riesce comunque a riscaldare la strada sottostante.

Quando si parla di specchi ustori il riferimento più immediato è sempre l’assedio di Siracusa (212 a.C.), durante il quale Archimede li avrebbe usati per bruciare le navi romane. L’episodio è citato solo da fonti tarde e la sua attendibilità è messa da tempo in discussione dagli storici. Per bruciare le vele delle navi dei romani a distanza sarebbero stati necessari specchi parabolici di notevoli dimensioni, difficili da realizzare con precisione all’epoca. Diverse prove sul campo eseguite da ricercatori e trasmissioni televisive negli ultimi anni non hanno mai portato a una prova certa dell’efficacia del metodo che si narra usò Archimede oltre duemila anni fa.