La faccia di Elliott Gould

Non ha mai vinto un Oscar, ma probabilmente non gliene frega niente: è noto per "Mash", il film, ma non solo per quello

Actor Elliott Gould is shown in his suite at the Sherry Netherland Hotel in New York, Oct. 28, 1974, during an interview with the Associated Press. (AP Photo/Suzanne Vlamis)
Actor Elliott Gould is shown in his suite at the Sherry Netherland Hotel in New York, Oct. 28, 1974, during an interview with the Associated Press. (AP Photo/Suzanne Vlamis)

Che a Elliott Gould non abbiano mai dato un Oscar è un dispiacere annullato solo dalla realistica ipotesi che a lui non gliene freghi nulla. Aveva avuto una nomination nel 1970 per Bob & Carol & Ted & Alice, ma vinse Gig Young (per Non si uccidono così anche i cavalli, erano tempi rivoluzionari). E poi lui quell’anno là stava già facendo uno dei personaggi più indimenticabili della sua carriera, il capitano John Francis Xavier “Trapper John” McIntyre in Mash, il film, quello di Robert Altman (film che invece vinse un Oscar e la Palma d’Oro a Cannes).

Adesso Gould è di Brooklyn, di nonni esteuropei e famiglia ebrea, e continua a lavorare come attore – facendosi riconoscere anche da generazioni più recenti per la serie di film Ocean’s – anche se il suo periodo fu quello là, quello degli anni Settanta, per cui il suo sguardo e sorriso di quello che la sapeva lunghissima e ti stava anche prendendo in giro ma tu non lo sapevi mai sicuramente, erano perfetti. Allora, oltre a Mash, fece California Poker, Piccoli Omicidi, Il lungo addioNashville (Altman andava matto, per Elliott Gould) e Capricorn One, tra gli altri. Tutti film da cercare subito e rivederseli stasera. Con un sigaro, chi sia in grado (e abbia la faccia da sigaro all’altezza).

Nel 1970 Time lo mise in copertina e alla fine del decennio condusse sei puntate del Saturday Night Live. Tra il 1963 e il 1971 fu sposato con Barbra Streisand, e come si vede dalle foto, erano una coppia notevole (dopo si risposò e ridivorziò due volte dalla stessa moglie, seconda e terza) . Poi la sua carriera si rattrappì un po’ – gli anni Settanta erano finiti – ma fece sempre molte cose, comprese diverse puntate di E.R. e Friends e un ruolo notevole in Bugsy nel 1991. Ebbe anche a che fare col cinema italiano, in più di un’occasione: e, dobbiamo dirlo, anche in un film di Carlo Vanzina.
Ma tutto è perdonato, a uno con quella faccia lì. Era perdonato da subito.