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  • Mercoledì 28 agosto 2013

La prima donna a Wall Street

È morta Muriel Siebert: fu l'unica impiegata per dieci anni alla Borsa di New York e divenne un simbolo per le donne che si occupano di finanza, la sua formidabile storia

Muriel F. Siebert, a 47-year-old stock broker, is seen in May 1977. (AP Photo/Dave Pickoff)
Muriel F. Siebert, a 47-year-old stock broker, is seen in May 1977. (AP Photo/Dave Pickoff)

Sabato 24 agosto è morta in un ospedale di Manhattan Muriel Siebert. Aveva 84 anni ed era malata di cancro. Nel 1967 fu la prima donna – e per dieci anni anche l’unica – a diventare membro del New York Stock Exchange, la borsa di New York. I giornali hanno parlato di lei come di  una «pioniera» e di un «simbolo» di un’intera generazione, non solo nel mondo della finanza.

Muriel Sibert nacqua a Cleveland il 12 settembre 1928 e per due anni frequentò la Western Reserve University abbandonando gli studi prima della laurea per assistere il padre malato. Si trasferì a New York nel 1954 «con 500 dollari, una Studebaker e un sogno». Fu assunta a 65 dollari la settimana come tirocinante nel reparto di ricerca della società di investimenti Bache & Company, cambiando più volte lavoro all’interno di diverse società di intermediazione finanziaria dopo aver scoperto che gli uomini che svolgevano le sue stesse mansioni venivano pagati di più.

Alla fine decise di mettersi in proprio. Nella sua autobiografia, pubblicata nel 2002 e intitolata “Changing the Rules: Adventures of a Wall Street Maverick” scrisse: «Avevo un sogno, quello di guadagnare la stessa cifra dei miei colleghi maschi. Così chiesi ad un amico quale grande azienda mi avrebbe pagato allo stesso modo. Lui mi rispose che l’unica possibilità che avevo era quella di comprarmi un posto al New York Stock Exchange». Decise di farlo. Chiese numerose sponsorizzazioni per la propria candidatura, ma le vennero sempre rifiutate, fino a quando ottenne uno scambio: l’ammissione le sarebbe costata 445mila dollari e sarebbe andata a buon fine solo se avesse presentato una lettera di garanzia da parte di una banca che si impegnava a coprirle la cifra richiesta con 300mila dollari.

Le banche a cui si rivolse si rifiutarono di concederle un prestito. Dopo quasi due anni ottenne i 300mila dollari di cui aveva bisogno dalla Chase Manhattan Bank e entrò a far parte della Borsa di New York il 28 dicembre del 1967. Fu un momento storico che non si ripeté per molto tempo: «Per 10 anni, del New York Stock Exchange facevano parte come membri 1.365 uomini. In più, c’ero io». Nel 2007 celebrò il quarantesimo anniversario del suo successo suonando la campanella di chiusura della Borsa di New York.

La sua carriera non si fermò. Nel 1969 fondò la Muriel Siebert & Company: fu la prima donna a possedere e a gestire una società di intermediazione finanziaria e nel 1975, dopo che una legge federale abolì le commissioni fisse per i mediatori, la sua società fu la prima ad applicare sconti, con tariffe più vantaggiose rispetto alla media. Nel 1977, Siebert fu nominata dal governatore di New York Hugh Carey a sovrintendente il sistema bancario dello stato e rimase in carica fino al 1982. Tentò anche la carriera politica, ma senza successo. Nel 1983 si candidò tra i repubblicani per un posto al Senato degli Stati Uniti, ma venne sconfitta.

Fu lei stessa a spiegare la sua strategia per affrontare gli ostacoli all’interno di un realtà di tutti uomini: «Abbasso la testa e carico». Si raccontano numerosi episodi del suo impegno a favore delle donne. All’inizio degli anni settanta in un club di Manhattan dove si trovava per un pranzo di lavoro, non le fu consentito di salire in ascensore: «Sono dovuta passare attraverso la cucina e salire per le scale di servizio». Questa esperienza, e molti altri episodi simili, la portarono a testimoniare pubblicamente le politiche discriminatorie di molti ambienti di lavoro legati alla finanza. Nel 1987 riuscì anche ad ottenere un bagno per donne al settimo piano della Borsa di New York, vicino all’ingresso del ristorante, minacciando di andarsene in giro con un bagno portatile. Soprattutto, stabilì che metà dei profitti della sua società dovessero essere donati in beneficenza per aiutare altre donne ad iniziare la loro carriera nel mondo degli affari e della finanza. Quando nel 1992 ottenne un premio per il suo impegno, durante il suo discorso disse che era ancora troppo presto per le donne dichiarare vittoria nella loro battaglia per la parità a Wall Street: «Le società stanno facendo quello che devono fare, legalmente. Le donne stanno entrando numerose a Wall Street, ma non sempre nelle posizioni in cui si prendono le decisioni più importanti. C’è ancora una vecchia rete di uomini a fermarle. Devono solo continuare a combattere».

Foto: Muriel Siebert, nel maggio 1977. (AP Photo/Dave Pickoff))