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  • Lunedì 5 agosto 2013

Le condanne per Ergenekon in Turchia

L'ex capo di stato maggiore è stato condannato all'ergastolo, alla fine di un controverso processo su una presunta organizzazione golpista

Turkey's Chief of Staff Gen. Ilker Basbug addresses the War Academy in Istanbul, Turkey, Tuesday, April 14, 2009. Basbug said the armed forces are the target of a smear campaign by Islamic groups bent on portraying them as opposed to religion. (AP Photo/Ibrahim Usta)
Turkey's Chief of Staff Gen. Ilker Basbug addresses the War Academy in Istanbul, Turkey, Tuesday, April 14, 2009. Basbug said the armed forces are the target of a smear campaign by Islamic groups bent on portraying them as opposed to religion. (AP Photo/Ibrahim Usta)

L’ex capo di stato maggiore dell’esercito turco Ilker Basbug, 70 anni, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di aver cospirato per far cadere il governo di Recep Tayyip Erdogan nell’ambito del processo sull’organizzazione Ergenekon, in cui sono imputate 275 persone. È difficile definire Ergenekon e anzi la sua definizione è al centro della controversia: secondo alcuni è un’associazione eversiva di militari, giornalisti, politici e intellettuali ultranazionalisti che avrebbe tentato di rovesciare il governo del partito islamista di Erdogan; secondo altri è un’invenzione dell’attuale governo per eliminare gli oppositori. Si è iniziato a parlare di Ergenekon nel 1997 ma le indagini ufficiali sono cominciate soltanto nel 2007, dieci anni dopo, e hanno portato negli ultimi anni all’arresto di molti militari (tra cui generali delle forze armate) e di giornalisti.

Lunedì oltre a Basbug sono state condannate all’ergastolo altre 16 persone, tra cui dieci ufficiali militari in pensione e l’ex leader del partito dei Lavoratori, il socialista Dogu Perincek. 67 imputati sono stati condannati fino a 47 anni di carcere e 21 sono stati assolti. La corte si è riunita nella prigione di massima sicurezza di Siliviri, a ovest di Istanbul, e durante la lettura della sentenza si sono radunate davanti all’entrata del carcere circa mille persone per protestare. Centinaia di poliziotti hanno cercato di disperderle sparando i gas lacrimogeni.

Basbug fu a capo dell’esercito dal 2008 al 2010, quando andò in pensione, ed è l’imputato di più alto grado dell’inchiesta. Più precisamente è stato condannato si tratta della vicenda del cosiddetto “memorandum per Internet”: Basbug avrebbe approvato un documento dello stato maggiore che ordinava di creare 42 siti internet per distribuire materiale propagandistico contro il Partito della Giustizia e dello Sviluppo di Erdogan e a favore del partito curdo fuorilegge PKK, «così come dei greci e degli armeni», secondo il quotidiano turco Hürriyet. Nel caso del memorandum sono già stati coinvolti cinque generali e altri militari. Basbug ha sempre respinto le accuse.

L’importanza del caso Ergenekon si capisce meglio se si inquadra la questione nella storia recente della Turchia, soprattutto per quel che riguarda i complicati rapporti tra l’esercito e la politica. In Turchia l’esercito è considerato “garante della laicità dello Stato” e tutore dell’eredità di Ataturk, generale che combatté la monarchia, primo presidente della Turchia ed eroe nazionale. Per tre volte – nel 1960, nel 1971 e nel 1980 – l’esercito con un colpo di stato ha tolto il potere a chi era stato regolarmente eletto.

Foto: Ilker Basbug nel 2009. (AP Photo/Ibrahim Usta)