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  • Lunedì 22 luglio 2013

Risolta la crisi politica in Portogallo

Il presidente Silva ha fatto un discorso in tv e ha detto di aver accettato l'accordo tra i due partiti di maggioranza, che avevano litigato sull'austerità

Portuguese President Anibal Cavaco Silva drinks water as he addresses the nation from Belem Presidential palace in Lisbon on July 21, 2013. Cavaco Silva called the parties to compromize and keep the government running on an attempt to avoid snap elections before July 2014, during this week the parties were in negotiations but the understanding was not achieved today the President announced that the government will keep the present government in office. AFP PHOTO/ PATRICIA DE MELO MOREIRA (Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)
Portuguese President Anibal Cavaco Silva drinks water as he addresses the nation from Belem Presidential palace in Lisbon on July 21, 2013. Cavaco Silva called the parties to compromize and keep the government running on an attempt to avoid snap elections before July 2014, during this week the parties were in negotiations but the understanding was not achieved today the President announced that the government will keep the present government in office. AFP PHOTO/ PATRICIA DE MELO MOREIRA (Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)

Domenica 21 luglio il presidente del Portogallo, Anibal Cavaco Silva, è intervenuto sulla grave crisi politica che dall’inizio di luglio ha messo in dubbio la sopravvivenza del governo di centrodestra del paese. Cavaco Silva ha fatto un discorso alla nazione trasmesso dalla televisione portoghese, nel quale ha dato il suo pieno appoggio al primo ministro Pedro Passos Coelho e alla coalizione che lo sostiene. Il presidente ha anche escluso la possibilità di andare ad elezioni anticipate – ipotesi avanzata dal leader dell’opposizione socialista – dicendo che la soluzione migliore è mantenere in carica l’attuale governo fino alla scadenza del suo mandato.

La crisi di governo portoghese era iniziata per i disaccordi interni alla coalizione di maggioranza, formata dal Partido do Centro Democrático Social-Partido Popular (CDS-PP) e dal Partito Socialdemocratico (PSD), di cui Passos Coelho è il leader. Lunedì 1 luglio si era dimesso l’ex ministro delle Finanze, l’indipendente Vitor Gaspar: Gaspar aveva polemizzato più volte con il CDS-PP, dicendo di non sentire l’appoggio di tutto il governo sulle politiche di austerità da lui adottate e concordate all’interno del piano di salvataggio con la “Troika” – BCE, UE e FMI – per superare la grave crisi che ha colpito l’economia del paese dal 2011.

Dopo l’annuncio – piuttosto inaspettato – delle dimissioni di Gaspar, Passos Coelho lo aveva sostituito con Maria Luís Albuquerque, segretaria di Stato al Tesoro e nota per essere una sostenitrice delle politiche dello stesso Gaspar. La scelta del primo ministro, nel segno della continuità con il passato, era stata criticata da alcuni esponenti del CDS-PP, tra cui il leader del partito e ministro degli Esteri Paulo Portas, che chiedeva di rivalutare le politiche di austerità imposte all’economia portoghese. Portas aveva annunciato le sue dimissioni dal governo, mettendo a rischio l’alleanza tra il suo partito e il PSD di Passos Coelho.

Considerata la crisi interna alla maggioranza, i socialisti avevano chiesto le elezioni anticipate, e da quel momento erano iniziati dei colloqui tra i tre maggiori partiti del paese per trovare una soluzione. Nonostante non si sia trovato un accordo tra maggioranza e opposizione, CDS-PP e PSD hanno raggiunto un compromesso che prevede la nomina di Portas a vice primo ministro dell’attuale governo. Domenica il presidente Cavaco Silva ha dato la sua approvazione all’accordo, rendendolo effettivo e allontanando l’ipotesi di elezioni anticipate.

Il Portogallo è in recessione dal 2011: la disoccupazione tra chi ha meno di 25 anni è intorno al 43 per cento (il tasso generale di disoccupazione è al 18 per cento). Le misure di austerità hanno portato un aumento generalizzato delle tasse sul reddito e sui consumi, una diminuzione delle retribuzioni al pubblico impiego e un taglio alle spese di sanità e istruzione: negli ultimi due anni i sindacati hanno organizzato diversi scioperi generali, chiedendo, insieme all’opposizione, che il piano di salvataggio venga rinegoziato con UE e FMI per allentare le misure di austerità.

foto: il presidente Anibal Cavaco Silva durante il discorso in televisione di domenica 21 luglio (PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)