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  • Venerdì 5 luglio 2013

Il venerdì di protesta in Egitto

I Fratelli Musulmani hanno organizzato una manifestazione per Morsi, l'esercito dice che garantirà il diritto di manifestare pacificamente, ma stiamo a vedere

A due giorni dalla deposizione di Mohamed Morsi, il presidente egiziano democraticamente eletto un anno fa, la situazione in Egitto continua a essere particolarmente tesa. L’esercito, che è stato il principale protagonista della fine della presidenza Morsi, ha assicurato che a tutti i cittadini sarà garantito il diritto di manifestare in questi giorni, a patto che le manifestazioni siano pacifiche. E proprio per venerdì 5 luglio è prevista una manifestazione al Cairo a sostegno di Morsi organizzata dai Fratelli Musulmani, il movimento politico cui fa riferimento l’ormai ex presidente.

L’annuncio della protesta è stato diffuso giovedì 4 luglio. I Fratelli Musulmani hanno invitato tutti i sostenitori di Morsi a scendere in piazza poco dopo la preghiera del venerdì per manifestare contro l’esercito e la deposizione del loro leader. La manifestazione servirà al movimento politico per valutare se ci sia ancora o meno un sostegno diffuso nei confronti di Morsi.

I Fratelli Musulmani si trovano in una fase molto difficile in Egitto. Negli ultimi giorni l’esercito ha disposto la chiusura di diverse radio e televisioni locali gestite dal movimento e su cui faceva propaganda. I militari hanno anche eseguito l’arresto di decine di suoi importanti esponenti. Tra questi è stato arrestato anche Mohamed Badie, considerato il leader supremo del gruppo. Insieme con il suo vice, Khairat el-Shater, è stato fermato per essere interrogato sul suo ruolo in una sparatoria che si è verificata nei giorni scorsi davanti alla sede principale dei Fratelli Musulmani al Cairo, dove otto persone sono state uccise.

Non sono circolate molte notizie ufficiali sulle condizioni di Morsi dopo la deposizione. Risulta essere agli arresti in un centro di detenzione dell’esercito al Cairo, ma non ci sono molti altri dettagli. Una fonte della magistratura ha spiegato, in forma anonima ad Al Jazeera, che i giudici stanno iniziando a raccogliere possibili capi di accusa nei confronti di Morsi e di altri esponenti dei Fratelli Musulmani.

Giovedì 4 luglio, intanto, si sono registrati nuovi scontri tra oppositori e sostenitori di Morsi in alcune città dell’Egitto. A Zagazig, nella parte orientale del Delta del Nilo, decine di persone sono rimaste ferite in seguito ad alcuni scontri e c’è il timore che qualcosa di simile si possa ripetere anche venerdì.

L’esercito ha diffuso un comunicato invitando la popolazione alla calma, ma ricordando che tutti possono liberamente manifestare e che i militari rispetteranno questo diritto, a patto che non si verifichino abusi e illeciti. Il comunicato specifica che l’esercito non intende perseguire in alcun modo particolari gruppi politici. L’obiettivo è cercare di riconciliarsi almeno in parte con i Fratelli Musulmani per evitare nuovi scontri e ulteriori violenze.

Anche il nuovo presidente temporaneo dell’Egitto, il capo della Corte costituzionale Adli Mansur che si è insediato giovedì, ha da subito cercato di riavvicinare il movimento dei Fratelli Musulmani. Ha ricordato che fanno parte del popolo e che sono “invitati a partecipare alla costruzione della nazione” e che nessuno sarà escluso da questo processo. Mansur ha aggiunto che “se accetteranno questo invito, saranno i benvenuti”.