Chi è il nuovo sindaco di Messina

Renato Accorinti è un attivista pacifista contrario al ponte dello Stretto, appoggiato solo da una lista civica, che ha vinto a sorpresa contro il candidato di PD e UdC

Domenica 23 e lunedì 24 giugno in Sicilia si è votato per i ballottaggi in tre capoluoghi di provincia siciliani: Messina, Siracusa e Ragusa. A Messina ha vinto Renato Accorinti della lista “Renato Accorinti Sindaco – Cambiamo Messina dal basso“. Ha ottenuto il 52,7 per cento delle preferenze (47.866 voti) battendo il candidato di centrosinistra e dell’UdC, Felice Calabrò.

La vittoria di Accorinti è stata una grande sorpresa. Al primo turno, Accorinti aveva preso il 23 per cento dei voti, mentre il suo sfidante al ballottaggio aveva mancato la maggioranza assoluta – che lo avrebbe eletto subito – per 59 voti, fermandosi al 49,94 per cento. Calabrò era sostenuto da potenti politici locali e nazionali come il ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia (UdC) e il parlamentare del PD Francantonio Genovese.

Accorinti era appoggiato da diversi comitati civici, come ad esempio il movimento “No Ponte”, di cui è uno dei fondatori. Probabilmente il comitato più importante, ha raccontato Accorinti, è stato quello del Teatro Pinelli, che occupa un vecchio edificio nel centro di Messina. All’interno di quell’iniziativa è nata la candidatura a sindaco di Accorinti, quando il 16 dicembre 2012 è cominciata nel teatro la raccolta delle firme necessarie a presentare la lista.

Dopo il ballottaggio, i giornali nazionali si sono interessati molto alla vicenda politica di Accorinti, 59 anni, da molti anni attivista per i diritti umani, nel movimento ambientalista e nella lotta alla mafia. Quando la vittoria è stata sicura, già nel tardo pomeriggio di lunedì, Accorinti ha festeggiato con i suoi sostenitori indossando la maglietta arancione “No Ponte”, simbolo di una delle battaglie che ha sostenuto in questi anni, quella contro il ponte sullo Stretto di Messina. Ha detto che in futuro non indosserà più la maglietta, perché rappresenta “una battaglia vinta”.

Una delle sue prime dichiarazioni è stata: «il primo passo verso il cambiamento sarà abbattere ogni muro che separa Palazzo Zanca dai cittadini» (Palazzo Zanca è la sede del comune di Messina). Al momento di ricevere la fascia tricolore dal commissario governativo uscente Luigi Croce – arrivato a metà settembre 2012 – Accorinti l’ha passata a un bambino di 11 anni. All’arrivo in Comune si era tolto le scarpe ed era rimasto a piedi nudi («un atto di umiltà», lo ha definito, «per tenere i piedi a contatto con la terra»).

A proposito di abbattere i muri, Accorinti è stato di parola. Mercoledì 26 giugno è arrivato in bicicletta a palazzo Zanca, dove in passato, ha detto, «ho avuto difficoltà pure ad entrare e sono stato spesso cacciato come un appestato». Insieme ad alcuni dipendenti del Comune ha tolto le barriere di vetro dei tornelli che impedivano il libero accesso nel palazzo, operazione che ha causato la protesta di un consigliere del PdL.

Accorinti ha già nominato gli otto assessori della sua giunta, ma nei prossimi mesi dovrà trovare un modo di far approvare i provvedimenti più importanti contando solo su 4 consiglieri eletti al primo turno nella sua lista (che ha preso meno della metà dei voti che sono andati a lui come sindaco), mentre 24 su 40 sono stati eletti con la coalizione di centrosinistra e l’UdC. Ha già annunciato che rinuncerà allo stipendio di sindaco e manterrà solo quello di insegnante.

La prossima amministrazione di Messina ha davanti a sé diversi problemi da risolvere: in primo luogo i circa 400 milioni di debiti che pesano sul bilancio comunale e una gestione particolarmente disastrata di molte società come la locale azienda dei trasporti, che ha perdite per altre decine di milioni di euro e quasi seicento dipendenti per 16 mezzi pubblici. Accorinti ha detto di essere consapevole che i soldi sono “pochissimi” e ha definito la sua città “la più bloccata d’Italia”, ma il messaggio che ha voluto dare nelle sue prime dichiarazioni è di forte rottura con il passato: “Cittadini semplici hanno battuto i poteri forti”, è stato uno dei suoi commenti al risultato elettorale. Accorinti non vuole essere chiamato “sindaco”, ma solo “Renato”, e dice di “non essere abituato” a che gli si rivolga dandogli del “lei”.

Renato Accorinti è stato impegnato in molte battaglie pacifiste siciliane e non fin dagli anni Settanta: nel 1982 partecipò alle grandi manifestazioni che si opponevano all’installazione dei missili americani a Comiso (Ragusa), mentre quasi dieci anni dopo, durante la Guerra del Golfo, invitava i giovani siciliani a stracciare la cartolina di precetto che comunicava l’inizio del servizio militare. Per questa vicenda venne anche processato (e assolto) nel 1992.

Oltre al pacifismo, il nuovo sindaco di Messina si è impegnato in decine di altre cause a livello locale e nazionale – a volte all’interno di movimenti più ampi, altre in comitati molto ristretti – su temi come la lotta alle mafie, l’ambientalismo e i diritti civili. Il 25 giugno 2002, Accorinti salì sul pilone di Torre Faro – un’enorme struttura in acciaio alta circa 200 metri – e vi trascorse una notte per protestare contro la realizzazione del ponte sullo Stretto (il governo Berlusconi eletto un anno prima era fortemente favorevole al progetto, e anche il suo avversario Francesco Rutelli si era espresso a favore in campagna elettorale).

Nel 2005 e poi di nuovo nel 2012 ha proposto con una lettera aperta che i resti dell’auto su cui viaggiava il giudice Falcone al momento della strage di Capaci venissero esposti in modo permanente in una piazza di Messina.

Le due parole che ritornano più spesso nelle interviste di questi giorni sono “anarchico” – per descrivere il suo rapporto con i partiti tradizionali – e “spirituale” (anche se lui personalmente dice di non essere credente ma di “parlare con tutti” e progetta “un gemellaggio con Benares e uno con Assisi”). Ha detto ad esempio che «la politica buona è il gesto più spirituale che può fare l’essere umano». Per quanto riguarda i suoi interventi, ha sottolineato in tutte le occasioni la necessità di un forte coinvolgimento dei cittadini nel governo di Messina e ha esposto altri progetti come quello di chiedere al ministero della Difesa di riutilizzare le aree militari dismesse per farne parchi. Un’altra proposta è quella di creare una compagnia di traghetti comunali per abbassare le tariffe dell’attraversamento dello Stretto.

Renato Accorinti è nato a Messina nel 1954 e insegna dal 1977 educazione fisica nelle scuole medie della città. Ha detto di aver istituito “la stanza del silenzio e del respiro consapevole”, in modo da portare la “ricerca interiore” anche a scuola. È anche tecnico della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) e sul suo sito sono elencati alcuni atleti che ha preparato e che hanno ottenuto risultati a livello nazionale. Non è sposato e non ha figli.