Il nuovo accordo sul bilancio UE

Dopo mesi di discussioni, forse questa volta ci siamo: i tagli restano, ma il piano è più flessibile e dedicato all'occupazione giovanile

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha annunciato un accordo tra le principali autorità europee, che si sono incontrate a Bruxelles, per il bilancio dei prossimi sette anni dell’Unione. Il piano per la spesa dal 2014 al 2020 prevede una serie di tagli, i primi nella storia dell’UE per quanto riguarda un budget, e la messa a disposizione di risorse per un massimo di 960 miliardi di euro. Barroso ha spiegato che il nuovo accordo prevede maggiore flessibilità rispetto alle prime versioni discusse dai leader europei, al lavoro da mesi per trovare mediazioni e mettere insieme esigenze nazionali diverse.

Per diventare effettivo il budget dovrà essere approvato dai governi dei 27 stati membri e votato dal Parlamento europeo, che fino a ora era stato molto scettico sul piano dei tagli alla spesa. Secondo il suo presidente, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, il nuovo accordo è “accettabile” e dovrebbe trovare senza particolari problemi una maggioranza disposta a votarlo in Parlamento nel corso della prossima settimana. L’accordo corrisponde “al minimo di ciò che chiedevano i parlamentari europei, ma è comunque un passo avanti” ha spiegato Schulz.

L’approvazione del bilancio, concordato a febbraio del 2013 dai leader europei, era rimasta bloccata in Parlamento propria a causa dei tagli previsti e della sua eccessiva rigidità. Nel nuovo accordo i tagli restano, ma il budget diventa molto più flessibile rispetto a quello attuale. Il denaro messo a bilancio per un dato anno e non speso potrà essere trasferito all’anno successivo, e se necessario ad aree di spesa diverse a seconda delle esigenze. Proprio questa modifica, richiesta da molti parlamentari europei, dovrebbe convincere il Parlamento ad approvare il provvedimento.

Il piano su cui si è trovato l’accordo contiene una serie di regole e limitazioni sul denaro che potrà essere speso dai singoli stati membri per diverse esigenze, dai programmi per favorire lo sviluppo a quelli sull’occupazione passando attraverso le sovvenzioni per l’agricoltura. Barroso ha spiegato che il budget consentirà comunque di aumentare, in proporzione, la spesa per affrontare meglio il problema della disoccupazione giovanile.

Si stima che in Europa circa un quarto della popolazione tra i 18 e i 25 anni non abbia un lavoro, e che in paesi in maggiori difficoltà economiche come la Grecia e la Spagna il livello di disoccupazione giovanile tocchi massimi del 50 per cento. C’è una possibilità che circa 6 miliardi di euro inseriti nel budget possano essere anticipati in tempi brevi per consentire ai singoli stati di affrontare da subito il problema. Il presidente del Consiglio italiano, Enrico Letta, nelle scorse settimane era stato tra i principali promotori di nuove politiche per rilanciare l’occupazione giovanile, e aveva chiesto in più occasioni ai partner europei e alle istituzioni dell’UE di rispondere con maggiore concretezza al problema.

Una fonte presso la Commissione europea, consultata da BBC, ha spiegato che altri fondi per 10 miliardi di euro potrebbero essere utilizzati per incentivare le banche private a prestare denaro alle piccole e medie imprese. A causa della crisi economica e delle difficoltà nel settore bancario, molte aziende non riescono a ottenere prestiti dalle banche per effettuare nuovi investimenti. Nella bozza dell’accordo ci sarebbero anche riferimenti alla necessità di ridurre la tassazione sul lavoro, per incentivare l’occupazione e la creazione di maggiore concorrenza all’interno dell’UE.

Il budget prevede anche alcune soluzioni per bilanciare, almeno in parte, lo sviluppo economico degli stati membri dando più risorse ai paesi più poveri e in difficoltà. Molto passerà attraverso l’avvio di cantieri per infrastrutture programmate da tempo, che vanno dalla costruzione e dal miglioramento delle strade alla realizzazione di nuove reti per le telecomunicazioni. Le voci di spesa comprendono ricerca e sviluppo per incentivare la crescita e sistemi di controllo dei conti dei singoli stati, per verificare che non raggiungano livelli di deficit eccessivi.

Salvo contrattempi o altri cambi di programma, il budget 2014 – 2020 dell’Unione Europea dovrebbe essere approvato entro settembre. I tempi iniziano a essere stretti perché, in mancanza di un accordo entro fine anno, l’UE dovrebbe tornare a una organizzazione annuale del proprio budget, che renderebbe molto più difficile la pianificazione di politiche per il medio-lungo periodo.