• Mondo
  • Domenica 16 giugno 2013

Le foto del nuovo ponte sul Danubio

È lungo 1,8 chilometri ed è costato 255 milioni di euro: servirà a rafforzare gli scambi commerciali tra due dei paesi più poveri dell'Unione Europea

The new Danube bridge is seen at sunset from the Romanian side, Friday, June 14, 2013. The bridge linking Bulgaria and Romania across the Danube River was opened Friday with hopes that it will spur growth in one of Europe's poorest regions.(AP Photo/Andreea Alexandru/Mediafax) ROMANIA OUT
The new Danube bridge is seen at sunset from the Romanian side, Friday, June 14, 2013. The bridge linking Bulgaria and Romania across the Danube River was opened Friday with hopes that it will spur growth in one of Europe's poorest regions.(AP Photo/Andreea Alexandru/Mediafax) ROMANIA OUT

Venerdì 14 giugno 2013 le autorità della Romania e della Bulgaria hanno inaugurato un nuovo ponte di 1,8 chilometri che attraversa il Danubio. L’opera è stata finanziata con i fondi europei ed è costata circa 255 milioni di euro: il ponte servirà a rafforzare gli scambi commerciali tra i due paesi, tra i più poveri dell’Unione Europea. L’accordo per la realizzazione dell’opera era stato firmato nel 2007, l’anno in cui entrambi i paesi hanno aderito all’UE.

Più volte negli ultimi anni i funzionari europei hanno cercato di convincere le autorità dei due paesi che la costruzione del ponte avrebbe portato loro dei benefici, ma fino al 2007 non era stato trovato un punto condiviso su dove costruirlo: il ponte collega la città romena di Calafat a Vidin, in Bulgaria. La Romania e la Bulgaria confinano lungo il Danubio per circa 290 chilometri e fino a oggi c’era soltanto un ponte che collegava i due paesi. Negli ultimi anni, a causa della crisi economica, molte zone dei due paesi si sono spopolate: nel 2012, il 16 per cento degli abitanti della Bulgaria che vivevano lungo il fiume se n’è andato.

Le autorità europee hanno criticato in più occasioni i due governi, soprattutto per il dilagare della corruzione e, negli anni passati, per la scarsa efficacia nella lotta contro la criminalità organizzata, in particolare il contrabbando di petrolio e di altre merci diffuse della Serbia mentre il paese era colpito dalle sanzioni delle Nazioni Unite per il suo ruolo nella guerra dei Balcani. Le regole del mercato europeo hanno fatto in modo però che questi problemi in parte si risolvessero, favorendo così la crescita di industrie e stimolando gli investimenti interni: nell’ultimo anno, gli scambi commerciali tra Romania e Bulgaria sono stati pari a 3,5 miliardi di euro.