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  • Sabato 15 giugno 2013

La manifestazione di Hong Kong per Snowden

Centinaia di persone hanno chiesto di non estradare la fonte dell'inchiesta sul caso PRISM: intanto un giornale cinese ha scritto che il governo dovrebbe usarlo per raccogliere informazioni

Protesters march to the US consulate during a protest in support of Edward Snowden from the US in Hong Kong on June 15, 2013. Snowden, a former CIA technical assistant, is in hiding in Hong Kong after he arrived in the city on May 20 and blew the lid on a vast electronic surveillance operation by the National Security Agency, which has hit targets in China and Hong Kong. AFP PHOTO / Philippe Lopez (Photo credit should read PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images)
Protesters march to the US consulate during a protest in support of Edward Snowden from the US in Hong Kong on June 15, 2013. Snowden, a former CIA technical assistant, is in hiding in Hong Kong after he arrived in the city on May 20 and blew the lid on a vast electronic surveillance operation by the National Security Agency, which has hit targets in China and Hong Kong. AFP PHOTO / Philippe Lopez (Photo credit should read PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images)

Sabato 15 giugno, a Hong Kong, centinaia di persone hanno manifestato per chiedere al governo di non estradare negli Stati Uniti Edward Snowden, l’uomo che ha fornito al Guardian i documenti per l’inchiesta su PRISM e sul controllo della National Security Agency (NSA) americana sulle informazioni online.

La manifestazione è stata organizzata da ventisette associazioni che hanno chiesto anche di consegnare una lettera al console statunitense Steve Young. Nella lettera, scrive il Guardian, i manifestanti hanno sottolineato che “per molti anni il Dipartimento di Stato americano ha sostenuto pubblicamente la causa della libertà di Internet e criticato i governi che hanno praticato la censura e la sorveglianza”. Durante la manifestazione sono stati gridati slogan contro il governo americano, accusato di aver elaborato sistemi di sorveglianza anche su molti computer di Hong Kong e in Cina: tra gli obiettivi scelti dalla NSA a Hong Kong ci sarebbero state università cinesi, alcuni uffici pubblici, imprese e studenti, come ha raccontato lo stesso Snowden al South China Morning Post.

Al momento Snowden si trova ancora a Hong Kong, in una località segreta che per ovvi motivi di sicurezza non ha voluto rivelare. Nell’intervista al South China Morning Post aveva spiegato anche di avere avuto diverse possibilità di allontanarsi da Hong Kong, ma di aver deciso di rimanerci fino a che non gli sarà chiesto di andarsene dalle autorità locali. Va ricordato che Hong Kong ha un accordo con il governo degli Stati Uniti per quanto riguarda le estradizioni, ma il governo cinese può mettere il proprio veto su qualsiasi decisione.

Il Global Times, un giornale vicino al Partito Comunista Cinese (PCC), in un articolo pubblicato il 14 giugno ha enfatizzato il ruolo che proprio il governo cinese potrebbe avere in questa vicenda. Nell’articolo viene chiesto alle autorità cinesi di cercare di ottenere da Snowden ancora più informazioni, piuttosto che assecondare una eventuale richiesta di estradizione del governo statunitense, e di indagare su quanto raccolto dalla NSA in Cina e sui suoi interessi nazionali. Snowden, scrive il Global Times, potrebbe dare ulteriori informazioni all’intelligence cinese per aggiornare e sviluppare i propri sistemi informatici e rafforzare indirettamente il suo ruolo nei negoziati, pubblici e privati, con gli Stati Uniti.

Fino a questo momento, il governo cinese ha mantenuto un atteggiamento distaccato: il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, rispondendo a una serie di domande riguardo all’esistenza di richieste fatte dal governo americano nei confronti di Snowden, ha detto durante una conferenza stampa del 13 giugno che “non ci sono informazioni su questo tema da poter condividere”.