I piani di Telecom

Non si capiscono, scrive su Repubblica Alessandro Penati, che prova a ricostruire quel che se ne sa

Alessandro Penati prova a spiegare su Repubblica il complicato processo di separazione di Telecom dalla rete telefonica. Un processo che sembra finalmente cominciato, ma su cui la società non ha ancora comunicato molti dettagli.

Mi sembra che il modo più efficace per descrivere l’operazione di scorporo della Rete Telecom sia il titolo di un romanzo di Sandro Veronesi: Caos calmo. Anni di pianificazione e dibattiti accesi per quella che dovrebbe essere una grande operazione; poi non succede nulla e si sprecano illazioni, dibattiti, indiscrezioni, prese di posizione su politica, rapporto Stato-imprese, concorrenza, Borsa e gli immancabili personalismi. Ma non si capisce esattamente in che cosa consista questo scorporo.
Ecco perché il 30 maggio, il primo comunicato ufficiale della società, dopo anni di silenzio, è stato accolto con grande interesse. Ma basta leggerlo per capire che Telecom è entrata in uno stato permanente di caos calmo: appena 34 righe per annunciare la grande operazione pianificata da anni.

Apprendiamo che 1. Il consiglio di amministrazione ha deliberato di approvare il progetto di “societarizzazione” (terrificante neologismo) della Rete; 2. La Rete include on solo il cavo dalla centralino fino all’interno degli edifici, ma anche la parte attiva di trasmissione dei dati, (Optical line termination, che converte gli impulsi elettrici in segnale ottico e coordina il processo di impacchettamento e spacchettamento dei dati trasmessi); 3. Si negozia l’ingresso della CDP e 4. Si comunica all’Autorità delle Comunicazioni che lo scorporo costituisce “separazione volontaria di impresa integrata verticalmente”, che tradotto significa: scorporo la Rete se mi date una regolamentazione più favorevole. L’ad ha poi dichiarato che 5. Telecom manterrà il 51% nella nuova società. Cifre esatte: zero.

(continua a leggere sulla rassegna stampa dell’istituto Treccani)