Daft Punk, prima di Random Access Memories

Breve storia in 8 punti della band che ha fatto "il disco dell'anno" e sta raccogliendo milioni di nuovi fans ignari del passato

INDIO, CA - APRIL 29: Daft Punk performs at the Coachella Music Fesival on April 29, 2006 in Indio, California. (Photo by Karl Walter/Getty Images)
INDIO, CA - APRIL 29: Daft Punk performs at the Coachella Music Fesival on April 29, 2006 in Indio, California. (Photo by Karl Walter/Getty Images)

1. I Daft Punk sono due, sono francesi, hanno rispettivamente 39 e 38 anni, si chiamano Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter. Si sono conosciuti a scuola a Parigi che avevano 14 e 13 anni. Si presentano sempre in pubblico con quei caschi in testa.

2. Dopo un breve tour della loro prima band in Inghilterra (i Darlin’, nome che citava una canzone dei Beach Boys), la rivista Melody Maker definì le loro canzoni incluse in una raccolta “una stupida spazzatura punkeggiante”: a daft punky trash. Il terzo membro di quella prima band Laurent Brancowitz divenne poi uno dei musicisti dei Phoenix, un’altra band francese che ha poi raggiunto un buon successo internazionale. I due rimasti divennero i Daft Punk, nel 1993.

3. Il primo singolo dei Daft Punk uscì nel 1994, si chiamava “The new wave” (finì con un altro titolo nel loro primo disco nel 1997).

4. Nel 1995 i Daft Punk pubblicarono il singolo “Da funk”, il cui video fu diretto dal regista Spike Jonze, e che arrivò al settimo posto nelle classifiche britannica e francese e al primo in quella dance americana (in Italia fu undicesimo nel 1997, dopo l’uscita del disco Homework).

5. Homework, il primo disco dei Daft Punk, uscì nel 1997 ed ebbe un notevole successo internazionale – gli sono attribuite circa due milioni di copie vendute in tutto il mondo – insieme a quello del singolo “Around the world” (il cui video fu diretto da Michel Gondry). È considerato il disco che ha rappresentato una nuova musica “house” europea e un filone francese di musica dance. In gran parte strumentale, conteneva già diversi elementi e citazioni provenienti dalla musica disco e pop degli anni Settanta.

6. Il secondo disco dei Daft Punk, Discovery, uscì nel 2001. Le sue vendite a oggi sono calcolate in quasi tre milioni di copie in tutto il mondo. Il disco ottenne loro un’ulteriore popolarità internazionale, anche grazie a uno spostamento su un genere musicale meno house e da club e più ricco di elettropop e suoni maggiormente “allegri” e melodici (è un disco assai cantato, a differenza del precedente). Un disco più infantile, lo definirono loro stessi (in un campionamento, nel titolo del disco, nella costruzione dell’estetica spaziale e nell’equilibrio tra kitsch, sintetizzatori e melodia, i Daft Punk devono molto all’Electric Light Orchestra di Jeff Lynne). Il singolo “One more time” spopolò in tutto il mondo. Secondo il critico del New Yorker, Discovery è “il disco dance più influente a memoria recente”.

7. Human after all, il terzo disco dei Daft Punk, è uscito nel 2005. Dopo il successo pazzesco di Discovery, venne accolto con grandi attese e con una cospicua quota di delusione. Molti critici lo definirono meno divertente e troppo ripetitivo, e le vendite non raggiunsero quelle dei due dischi precedenti. Anche in queste settimane di grande successo del loro quarto disco, Random Access Memories, è l’unico a non essere rientrato nella Billboard Top 200 americana. Ciò nonostante, i suoi singoli ebbero un discreto successo, e il disco ha cose meno note ma eccellenti.

8. Random Access Memories è uscito a maggio 2013, quarto disco dei Daft Punk. Alla fine del 2010 avevano pubblicato la non memorabile colonna sonora del film Tron: Legacy. Complice una campagna di comunicazione e marketing internazionale che ha spinto al massimo le attese per il disco, le sue vendite insieme a quelle del singolo “Get Lucky” hanno subito battuto diversi record per il 2013: nella prima settimana ha venduto 165 mila copie nel Regno Unito e 340 mila negli Stati Uniti, e anche in Italia è entrato nella classifica delle vendite direttamente al primo posto. Molti critici lo hanno definito “il disco dell’anno” e le trovate creative di cui è ricco superano quelle di Discovery (qualcuno lo ha definito una forma contemporanea di musica progressive): con un’intensissima successione di richiami alla discomusic degli anni Settanta e al pop degli anni Ottanta, ma anche ai riferimenti più diversi. Ed è un disco molto più ricco di strumenti e suoni “suonati”, e non solo di elettronica e digitale. Dentro vi sono celebrati in persona due dei principali creatori della discomusic, i produttori e musicisti Giorgio Moroder e Nile Rodgers, ma anche l’autore di canzoni pop da classifica Paul Williams, che fu attore nel film di Brian De Palma Il fantasma del palcoscenico, uno dei molti riferimenti culturali ed estetici dei Daft Punk. Da giovedì Random Access Memories è il primo disco dei Daft Punk ad arrivare al numero uno della classifica americana di Billboard. Random Access Memories si può ascoltare integralmente in streaming qui.