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  • Martedì 21 maggio 2013

La prima pagina di Libération, in inglese

Una presa di posizione sulla legge sull'inglese nelle università, contro i francesi che si comportano "come gli ultimi rappresentanti di un villaggio gallico assediato"

Oggi, martedì 21 maggio, la copertina del quotidiano francese Libération è tutta in inglese. Il titolo di apertura dice: “Teaching in English, let’s do it”. Mercoledì 22 maggio l’Assemblea Nazionale francese discuterà il disegno di legge sull’insegnamento di alcune materie in inglese nelle università francesi, proposta dalla ministra dell’Istruzione superiore e della Ricerca Genèvieve Fioraso per attrarre nelle università francesi studenti stranieri e preparare al meglio gli studenti.

Il disegno di legge è stato però molto contestato, soprattutto da parte di chi lo considera una minaccia all’identità nazionale. Diversi intellettuali si sono espressi contro l’iniziativa e l’Académie française (che si occupa di salvaguardare la qualità della lingua e di aggiornare il Dictionnaire de la langue française) ha chiesto al governo di rinunciare: Genèvieve Fioraso ha replicato che «la legge è in armonia con i bisogni del paese».

Libération da sempre sostiene la proposta e nell’editoriale di oggi, intitolato “Médiocrité”, chiede ai francesi di provare a ragionare al contrario e di chiedersi se il vero scandalo non sia l’intrusione della lingua inglese nelle università, ma «l’intollerabile mediocrità dei francesi nella lingua di Shakespeare (e Philip Roth o Nick Cave)». Questa “mediocrità”, scrive il quotidiano, riduce le possibilità dei giovani sul mercato del lavoro e costringe molti ministri a farsi rappresentare da altri alle riunioni internazionali proprio perché non sono in grado di esprimersi in una lingua diversa dal francese. E prosegue: «Smettiamola di comportarci come gli ultimi rappresentanti di un villaggio gallico assediato (…) Cogliamo questa occasione per andare oltre e uscire dal nostro cortile».

Un dibattito simile, con posizioni favorevoli e contrarie, c’era stato anche in Italia lo scorso anno: un centinaio di docenti del Politecnico di Milano avevano presentato un ricorso al TAR della Lombardia contro la decisione (già approvata dal Senato accademico e dal rettore) di tenere tutti i corsi di laurea magistrale di quella università esclusivamente in lingua inglese, a partire dall’anno accademico 2014/2015. Il TAR ha rinviato la decisione e nel frattempo molti intellettuali (tra cui Dario Fo) e istituzioni storiche (l’Accademia della Crusca, l’Accademia del Lincei, la Società Dante Alighieri, l’Associazione italiana per la Terminologia, l’Istituto italiano di studi filosofici) proseguono nell’organizzare iniziative a difesa della lingua italiana.