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  • Lunedì 13 maggio 2013

Le dinastie politiche delle Filippine

Oggi si vota per le elezioni di metà mandato in un posto dove poche famiglie si spartiscono il potere da decenni, e l'attuale presidente è il figlio di una ex presidente

MANILA, PHILIPPINES - MAY 13: Voters walk beneath election posters, suspended over a street in a polling precinct May 13, 2013 in Manila, Philippines. Millions of Filipinos are heading out to cast their votes for the mid-term election today. So far, over 50 people have been killed in the run up to polling day for the elections that have been marred by violence and accusations of corruption and neopotism. (Photo by Veejay Villafranca/Getty Images)
MANILA, PHILIPPINES - MAY 13: Voters walk beneath election posters, suspended over a street in a polling precinct May 13, 2013 in Manila, Philippines. Millions of Filipinos are heading out to cast their votes for the mid-term election today. So far, over 50 people have been killed in the run up to polling day for the elections that have been marred by violence and accusations of corruption and neopotism. (Photo by Veejay Villafranca/Getty Images)

Oggi, lunedì 13 maggio, circa 52 milioni di persone voteranno nella Repubblica delle Filippine per le elezioni di metà mandato, che rinnoveranno una parte del Parlamento. Saranno eletti i deputati della Camera dei rappresentati (circa 300), 12 senatori (i seggi sono in totale 24, metà dei quali vengono rinnovati ogni tre anni attraverso un voto diretto) e una serie di consiglieri provinciali e municipali: in totale 18 mila nuovi incarichi.

Secondo i sondaggi l’esito delle elezioni dovrebbe rafforzare il governo del presidente liberale Benigno Aquino III, che è anche capo del governo ed è stato eletto nel giugno del 2010. Nei suoi primi tre anni di mandato, Benigno Aquino III ha concentrato l’impegno del governo contro la corruzione e a favore di un processo di pacificazione con alcuni gruppi ribelli attivi nel paese: i maoisti dell’NPA (Nuovo esercito del popolo) che dalla fine degli anni Sessanta si battono per la riforma agraria, e i ribelli del Fronte di liberazione islamico Moro (MILF) attivi soprattutto nel sud delle Filippine, a maggioranza musulmana. Contro i candidati sostenuti da Aquino si presenta una coalizione guidata dal vicepresidente Jejomar Binay e dall’ex presidente Joseph Estrada (entrambi a capo di due partiti di orientamento populista).

Tra i 33 candidati alla carica di senatore ci sono due parenti del presidente Aquino, la figlia del vicepresidente Binay, il figlio dell’ex presidente Estrada, e molti altri familiari di persone che attualmente ricoprono incarichi politici di rilievo. Una delle caratteristiche principali per comprendere la situazione politica interna delle Filippine è infatti il sistema dei clan, un consolidato controllo per via familiare delle relazioni politiche e economiche: nonostante un esplicito divieto contenuto nella Costituzione nel 1987, il Parlamento non ha mai approvato una legge per far rispettare la norma e non permettere quella che di fatto è una trasmissione dinastica.

È stato calcolato che, nelle Filippine, sono circa 250 le famiglie più influenti che, nel tempo, hanno gestito il potere. Tra queste, anche la famiglia dell’attuale presidente. Benigno Aquino è figlio di Cory Aquino, undicesima presidente delle Filippine dal 1986 al 1992 e prima donna ad essere stata democraticamente eletta a capo di uno stato nel continente asiatico. Il padre, invece, fu un senatore che si oppose fermamente al dittatore Ferdinando Marcos, e che venne assassinato nel 1983 di ritorno da un periodo di esilio politico.

Anche per queste elezioni, la principale preoccupazione è che la concentrazione di molto potere nelle mani di una sola famiglia possa ostacolare i controlli contro gli abusi e la corruzione. Inoltre, le lotte tra clan generano competizioni politiche che spesso si traducono in attentati e azioni violente: in aprile, ad esempio, degli uomini armati hanno sparato contro il camion che trasportava un candidato sindaco e i suoi sostenitori nella provincia di Lanao del Norte uccidendo 13 persone.

Le urne sono aperte dalle 7 di questa mattina, ora locale, fino alle 19 (le 13 in Italia) e i primi risultati dovrebbero arrivare entro 48 ore. Le autorità hanno fatto sapere che potrebbero verificarsi dei problemi con le 80 mila macchine per il conteggio automatico dei voti, usate oggi per la seconda volta dopo le elezioni presidenziali del 2010: si temono interruzioni di corrente, ma circa mille generatori portatili sono già stati trasportati nelle zone considerate a rischio.