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  • Lunedì 13 maggio 2013

Borisov ha vinto le elezioni in Bulgaria

Al 70 per cento dello scrutinio, il partito conservatore del primo ministro uscente è avanti di 4 punti, ma non ha la maggioranza per governare

Protestors hold torches during a protest in front of the National Palace of Culture in Sofia on May 12, 2013. Bulgarian ousted premier Boyko Borisov's party came first in tense elections today but fell short of a majority, exit polls showed, setting the scene for political stalemate and fresh protests. Three months after the biggest demonstrations in years prompted the former bodyguard to tender his government's resignation, Borisov's GERB party won between 30.3 and 33 percent of the vote, the exit polls showed. AFP PHOTO / NIKOLAY DOYCHIONOV
Protestors hold torches during a protest in front of the National Palace of Culture in Sofia on May 12, 2013. Bulgarian ousted premier Boyko Borisov's party came first in tense elections today but fell short of a majority, exit polls showed, setting the scene for political stalemate and fresh protests. Three months after the biggest demonstrations in years prompted the former bodyguard to tender his government's resignation, Borisov's GERB party won between 30.3 and 33 percent of the vote, the exit polls showed. AFP PHOTO / NIKOLAY DOYCHIONOV

Con quasi il 70 per cento delle schede scrutinate, il risultato delle elezioni parlamentari in Bulgaria sembra essere definito: il partito conservatore del primo ministro uscente Boyko Borisov ha il 31,4 per centro dei voti, seguito dal più grande partito di opposizione, il Partito Socialista Bulgaro di Sergei Stanishev, che per ora è al 27,4 per cento dei voti. Secondo l’agenzia indipendente Alpha Research l’affluenza è stata del 53 per cento. Le elezioni, che si sono tenute domenica 12 maggio, erano state anticipate dal presidente Rosen Pievneliev dopo le dimissioni di Borisov lo scorso 20 febbraio a seguito di grandi manifestazioni di protesta in tutto il paese contro le politiche economiche del governo e le accuse di corruzione nei suoi confronti.

La sera di domenica 12 maggio, a seggi elettorali chiusi, moltissime persone si sono riunite fuori dal Palazzo della Cultura di Sofia, la capitale bulgara, per protestare contro ogni tentativo del partito di Borisov, “Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria”, di formare un nuovo governo. La stampa bulgara ha riferito che i manifestanti hanno urlato ripetutamente la parola “mafia”, riferendosi alle accuse di corruzione che molti esponenti dell’opposizione hanno rivolto a Borisov e ai suoi ministri durante il precedente governo.

Le proteste di domenica, che hanno causato diversi scontri tra manifestanti e polizia, erano state anticipate da un altro episodio che aveva portato i partiti di opposizione a mettere in dubbio la correttezza delle procedure del voto: sabato 11 maggio le autorità bulgare avevano fatto sapere di avere sequestrato 350mila schede elettorali in una tipografia nei pressi di Sofia di proprietà di un consigliere comunale del partito di Borisov. Le schede erano state stampate oltre al numero stabilito dalla legge. Secondo esponenti del partito di governo, la tempistica dell’annuncio della scoperta delle schede sarebbe stata pensata per danneggiare il partito di Borisov alla vigilia delle elezioni. La Commissione elettorale centrale, incaricata di coordinare e verificare le procedure di voto, non ha commentato la questione.

Le accuse reciproche tra i due maggiori partiti del paese avevano caratterizzato tutta la campagna elettorale in Bulgaria. Dopo le dimissioni del governo di Borisov, ad aprile era nato un grosso scandalo – chiamato dalla stampa il “Watergate bulgaro” – legato all’esistenza di intercettazioni telefoniche, non autorizzate, ordinate dall’allora ministro degli Interni bulgaro, Tzvetan Tzvetanov, ai danni di personaggi politici importanti, uomini d’affari e giornalisti, oltre che dei ministri del suo stesso governo e del presidente del paese.

Se il risultato definitivo dello scrutinio confermerà i dati parziali finora comunicati, il partito di Borisov non potrà contare su un numero di seggi sufficienti per formare autonomamente un governo, dovendo cercare l’appoggio di altri partiti – come già nella precedente legislatura – la maggior parte dei quali ha però già dichiarato di essere contrario a un nuovo esecutivo guidato da Borisov. A parte il Partito Socialista Bulgaro, gli altri partiti che dovrebbero riuscire a raggiungere la soglia del 4 per cento – necessaria per ottenere dei seggi in parlamento – sono il Movimento per i diritti e le libertà, che rappresenta la minoranza turca in Bulgaria e ATAKA, il partito ultranazionalista che nella precedente legislatura aveva sostenuto il governo di Borisov.