L’invasione di cicale negli Stati Uniti

Lungo la costa nord-orientale, a miliardi stanno riemergendo per riprodursi dopo essere vissute per 17 anni nel sottosuolo (e tra 17 anni avverrà la stessa cosa)

Consigliamo di fare play prima di leggere, per avere una piena esperienza bucolica e arcadica durante la lettura dell’articolo.

La costa nord-orientale degli Stati Uniti, dal North Carolina al Connecticut, sta per essere invasa da miliardi di cicale, che riemergeranno dal sottosuolo in cui hanno vissuto negli ultimi 17 anni. Sotto il tiepido sole primaverile, tra le fronde degli alberi, i maschi faranno risuonare le loro corazze per attirare le femmine, che risponderanno facendo strofinare le loro ali: faranno un sacco di sesso e poi moriranno, dopo avere depositato miliardi di uova che daranno vita a una nuova generazione di cicale, di cui non sentiremo parlare per i prossimi 17 anni. Poi ricominceranno da capo, almeno negli Stati Uniti.

È proprio il lungo periodo tra un’ondata e l’altra di cicale a essere considerevole, e scientificamente rilevante per gli entomologi. Le cicale che salteranno fuori nel corso delle prossime settimane negli Stati Uniti sono nate nel 1996, quando alla Casa Bianca c’era Bill Clinton, nel Regno Unito c’era la grana della “mucca pazza” e Internet era usata da poco più di 45 milioni di persone in tutto il mondo. Nella primavera di quell’anno, come succederà in questi giorni, miliardi di cicale depositarono sugli alberi le loro uova, che si svilupparono tra i rami per poi piovere a terra e infilarsi nel sottosuolo. Lì hanno vissuto e si sono sviluppate per 17 anni, nutrendosi della linfa contenuta nelle radici degli alberi.

Le cicale che stanno riemergendo negli Stati Uniti in questo periodo appartengono al genere “magicicada”, e si sono da tempo fatte notare dai ricercatori perché hanno un ciclo vitale molto lungo per gli standard degli insetti. Esistono fondamentalmente due grandi gruppi di magicicada: di un gruppo fanno parte le cicale con un ciclo di vita di 13 anni, dell’altro fanno parte quelle che vivono per 17 anni. Oltre ai due grandi gruppi, ci sono poi i sottogruppi delle diverse nidiate, che emergono in anni e periodi diversi negli Stati Uniti.

Le cicale di questi giorni fanno parte della Nidiata II (“Brood II“), in altre aree del paese ce ne sono diverse come la Nidiata I che è riemersa l’anno scorso in Virginia, West Virginia e Tennessee. Si stima che ci siano complessivamente 15 nidiate: 12 appartengono al gruppo del ciclo vitale di 17 anni e le 3 restanti al gruppo dei 13 anni. Ci sono quindi decine di miliardi di cicale che vivono e crescono nel sottosuolo degli Stati Uniti banchettando con le radici. L’invasione di cicale non avrà particolari effetti negativi: non rovinano i raccolti, non pungono né sono dannose per gli esseri umani, anche se chi ha paura degli insetti non gradirà molto la presenza di miliardi di animaletti tozzi e con enormi occhi rossi. Gli scienziati, in compenso, avranno una nuova importante possibilità per studiare questi insetti, raccogliere campioni e analizzare il loro DNA per capire come si sono evoluti e le caratteristiche del loro ciclo vitale.

Nel corso dei millenni, la crescita in sincrono di miliardi di esemplari si è rivelata vincente per le cicale. Semplicemente, ne emergono così tante in una volta sola per riprodursi che diventa impossibile per gli uccelli predatori sterminarle tutte. Non ci sono abbastanza uccelli per mangiare tutte queste cicale in un dato momento, spiega Carl Zimmer sul New York Times. Questo sistema si è rivelato così efficiente che le cicale hanno perso, con l’evoluzione, tutte le loro difese, compresa la capacità di volare velocemente per sfuggire ai predatori.

Le 15 diverse nidiate si sono sviluppate e radicate proprio grazie al fatto di emergere tutte insieme. Le cicale che emergevano in ordine sparso, quindi con pochi esemplari per volta, sono state sterminate dagli uccelli e i loro geni che regolavano l’emersione in ordine sparso sono andati perduti.

In uno studio pubblicato lo scorso aprile sulla rivista scientifica PNAS, Chris Simon della Università del Connecticut insieme con altri ricercatori ha spiegato che tutte le cicale periodiche degli Stati Uniti hanno antenati comuni, vissuti circa 4 milioni di anni fa. I loro discendenti si sono poi evoluti rapidamente, con progressivi passaggi tra i 13 e i 17 anni di ciclo vitale nell’ultimo mezzo milione di anni. Non è ancora chiaro che cosa causi il passaggio da un ciclo all’altro, ma i ricercatori ipotizzano che il cambiamento avvenga quando una popolazione di cicale si espande in un territorio dove ne vivono già altre. Gli esemplari che mantengono i vecchi ritmi emergono in numero minore e vengono spazzati via dai predatori, mentre quelli che per puro caso hanno ritmi diversi da quelli della nidiata arrivata nel nuovo territorio se la cavano, emergendo in massa con gli insetti che si trovavano già nella zona.

I ricercatori non sanno nemmeno spiegare con certezza perché ci siano due gruppi con ritmi così diversi, con una differenza di quattro anni nel ciclo vitale. Un’ipotesi, ancora tutta da verificare, è che ci siano differenze minime nel DNA dei due gruppi che determinano un diverso orologio biologico. I campioni raccolti tra i miliardi di uova che lasceranno in questi giorni le cicale forse aiuteranno a capirci qualcosa di più.