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  • Lunedì 6 maggio 2013

Gli scontri a Dacca, in Bangladesh

Mezzo milione di islamisti hanno chiesto la pena di morte per gli atei e hanno devastato auto e negozi, sono morte almeno 14 persone: foto e video

Islamist protestors set fire in the streets during clashes with police in Dhaka on May 5, 2013. "At least one person was shot dead and 35 people were injured," police sub-inspector Rokon, who uses one name, told AFP. Deputy Commissioner of Dhaka police Sheikh Nazmul Alam would only confirm that they fired rubber bullets to disperse unruly protesters. Hundreds of thousands of hardline Islamists demanding a new blasphemy law blocked major highways cutting off the Bangladeshi capital Dhaka from the rest of the country, police said. AFP PHOTO/Munir uz ZAMAN (Photo credit should read MUNIR UZ ZAMAN/AFP/Getty Images)
Islamist protestors set fire in the streets during clashes with police in Dhaka on May 5, 2013. "At least one person was shot dead and 35 people were injured," police sub-inspector Rokon, who uses one name, told AFP. Deputy Commissioner of Dhaka police Sheikh Nazmul Alam would only confirm that they fired rubber bullets to disperse unruly protesters. Hundreds of thousands of hardline Islamists demanding a new blasphemy law blocked major highways cutting off the Bangladeshi capital Dhaka from the rest of the country, police said. AFP PHOTO/Munir uz ZAMAN (Photo credit should read MUNIR UZ ZAMAN/AFP/Getty Images)

Domenica a Dacca, la capitale del Bangladesh, c’è stata una grossa manifestazione di protesta a cui hanno partecipato circa mezzo milione di sostenitori del gruppo islamista Hefazat-e Islam. Il movimento, sostenuto dalle scuole religiose del paese, spinge per una radicale islamizzazione del Bangladesh, e ha minacciato di protestare e bloccare la capitale fino a che il governo soddisferà una lista di tredici richieste. Tra queste c’è l’introduzione della pena di morte per i reati di blasfemia e ateismo, la segregazione tra uomini e donne, l’insegnamento della dottrina islamica nelle scuole e la «fine delle infiltrazioni di culture straniere, tra cui la spudoratezza nel nome della libertà individuale».

I manifestanti hanno marciato in sei strade principali di Dacca, gridando «Allahu Akbar!» (Dio è grande) e «Un solo punto! Una sola richiesta! Gli atei devono venire impiccati!». Poi si sono diretti verso il Motijheel, il quartiere finanziario nel centro della città: hanno devastato un centinaio di negozi, incendiato più di 50 auto parcheggiate, assalito il quartier generale della Lega popolare bengalese – il partito secolare attualmente al governo – e occupato alcune strade che consentono l’accesso alla città, nel tentativo di isolarla.

La polizia è intervenuta per disperdere i manifestanti: questi, armati di bastoni, hanno lanciato pietre contro gli agenti che hanno risposto aprendo i gas lacrimogeni e sparando granate stordenti e proiettili di gomma. Durante gli scontri sono morte 22 persone (il numero non è ancora chiaro, Al Jazeera parla di almeno 14 morti) e circa 60 – tra cui diversi poliziotti – sono rimaste ferite. Secondo il quotidiano di Dacca Daily Star i feriti sono invece circa 200. La polizia – circa 10 mila agenti – è riuscita a sgomberare la strada principale, ma gli scontri sono continuati nelle vie laterali: lunedì mattina i poliziotti stanno ancora cercando eventuali manifestanti nascosti negli edifici vicini. Sempre lunedì il quotidiano di Dacca Daily Star ha scritto che Hefazat-e Islam ha affittato almeno tremila auto, tra cui autobus e minibus, per portare sostenitori nella capitale; molti altri manifestanti sono arrivati in treno.

Venerdì il primo ministro Sheikh Hasina – una donna, che guida il paese dal 2009 – aveva respinto la richiesta di una legge contro la blasfemia, assicurando che quelle in vigore sono già sufficienti e dicendo che «non permetteremo alcun disordine nel nome dell’Islam, una religione di pace». Ad aprile Hefazat-e Islam aveva organizzato uno sciopero generale a cui parteciparono centinaia di migliaia di persone: fu definito dai commentatori come il più grande raduno politico nel paese da decenni. In Bangladesh, i musulmani sono circa il 90 per cento; il restante 10 per cento è costituito principalmente da induisti.