Cosa pensa Rodotà di Beppe Grillo

Che è pericoloso: lo disse in un'intervista pubblicata a luglio del 2012

Foto Roberto Monaldo / LaPresse18-04-2013 RomaPoliticaRai - Trasmissione tv "Eco della storia"Nella foto Stefano RodotàPhoto Roberto Monaldo / LaPresse18-04-2013 Rome (Italy)Tv program "Eco della storia"In the photo Stefano Rodotà
Foto Roberto Monaldo / LaPresse18-04-2013 RomaPoliticaRai - Trasmissione tv "Eco della storia"Nella foto Stefano RodotàPhoto Roberto Monaldo / LaPresse18-04-2013 Rome (Italy)Tv program "Eco della storia"In the photo Stefano Rodotà

In un’intervista pubblicata nel luglio del 2012 dalla rivista Left-Avvenimenti, Stefano Rodotà disse quanto segue su Beppe Grillo. Stefano Rodotà è stato scelto dal Movimento 5 Stelle come candidato alla presidenza della Repubblica.

Grillo è figlio di tutto quello che non è stato fatto: la perdita di attenzione per le persone, la corruzione, la chiusura oligarchica. Gli ultimi due Parlamenti li avranno scelti al massimo 20 persone. In questo clima, ci dobbiamo aspettare fenomeni alla Grillo. Anzi, può darsi che ne vengano fuori altri, anche più pericolosi. Il fatto è che il populismo berlusconiano non è stato letto con la dovuta attenzione critica dalla sinistra. Ricordo bene cosa si diceva dopo la vittoria del 1994: Berlusconi ha fatto sognare, noi no. Altan, il più grande commentatore politico che ci sia in questo momento, ha disegnato uno dei suoi personaggi che diceva: «Non fatemi sognare, svegliatemi». La sinistra non è stata capace di andare alla radice culturale e politica del populismo berlusconiano. Quella deriva aveva un precedente negli anni del craxismo. Comincia allora la rottura, la corruzione giustificata, esibita, il disprezzo per la politica e per «gli intellettuali dei miei stivali». Anche oggi vedo grandi pericoli. Il fatto che Grillo dica che sarà cancellata la democrazia rappresentativa perché si farà tutto in Rete, rischia di dare ragione a coloro che dicono che la democrazia elettronica è la forma del populismo del terzo millennio. Queste tecnologie vanno utilizzate in altri modi: l’abbiamo visto con la campagna elettorale di Obama e nelle primavere arabe. Poi si scopre che Grillo al Nord dice non diamo la cittadinanza agli immigrati, al Sud che la mafia è meglio del ceto politico, allora vediamo che il tessuto di questi movimenti è estremamente pericoloso. E rischia di congiungersi con quello che c’è in giro nell’Europa. A cominciare dal terribile populismo ungherese al quale la Ue non ha reagito adeguatamente.

(leggi l’intervista integrale su Left)

foto: Roberto Monaldo / LaPresse