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  • Domenica 7 aprile 2013

La seconda parte del rapporto italiano sull’Enrica Lexie

L'ha pubblicata ancora Repubblica, contiene informazioni importanti sul giorno in cui sono morti i due pescatori indiani

Italian marines Latore Massimiliano (2L) and Salvatore Girone (2R) are escorted by Indian police outside a court in Kollam on May 25, 2012. The two Italian marines have been charged with killing two fishermen who were allegedly mistaken for pirates and shot dead from an Italian oil tanker off India's south western coast. AFP PHOTO/ STR (Photo credit should read STRDEL/AFP/GettyImages)
Italian marines Latore Massimiliano (2L) and Salvatore Girone (2R) are escorted by Indian police outside a court in Kollam on May 25, 2012. The two Italian marines have been charged with killing two fishermen who were allegedly mistaken for pirates and shot dead from an Italian oil tanker off India's south western coast. AFP PHOTO/ STR (Photo credit should read STRDEL/AFP/GettyImages)

Oggi Repubblica ha pubblicato un secondo articolo sul rapporto dell’ammiraglio Alessandro Piroli, inviato in India dopo l’uccisione dei due pescatori indiani del 15 febbraio 2012: è il fatto di cui sono stati accusati i fucilieri italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Già ieri erano stati pubblicati alcuni passaggi che riportavano le analisi balistiche dei proiettili che hanno ucciso Ajiesh Pink e Valentine Jelestine.

Nell'”inchiesta sommaria” ci sarebbero alcuni aspetti importanti che, nella disputa con l’India, il governo italiano non avrebbe tenuto in considerazione da subito: si tratta per esempio delle anomalie osservate nel comportamento del comandante della petroliera Enrica Lexie. Il comandante non avrebbe rispettato una serie di procedure previste nella segnalazione della nave indiana, né cambiato la manovra di spostamento per modificare la rotta ed evitare il pericolo di avvicinamento tra le due imbarcazioni.

Riletto con calma, il rapporto dell’ammiraglio Alessandro Piroli sull’incidente della Enrica Lexie è un testo approfondito, dettagliato, ma soprattutto intelligente. Piroli (che non è la fonte che ha illustrato il testo a Repubblica) mette in fila i brandelli di informazione disponibile, ragiona sulla concatenazione degli eventi e difende fino al limite del ragionevole la tesi difensiva dei due marò. Ma non trascura di citare elementi che concorrono non tanto a individuare una possibile colpa di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

Sono invece elementi che, se considerati sin dall’11 maggio del 2012, potevano offrire al Ministro della Difesa, a quello degli Esteri e allo stesso presidente del Consiglio informazioni preziose su un fatto che l’Italia ha profondamente deformato. L’India aveva ed ha mille ragioni politiche e giudiziarie per ritenere di essere nel giusto. La stessa inchiesta sommaria della Marina italiana rileva chiaramente che ci sono molti elementi che permettono all’India di credere che i due marò possano aver ucciso Valentine Jelestine e Ajiesh Pink. La verità ha molte facce.

Vediamo. L’Inchiesta difende quasi acriticamente il comportamento del Nucleo militare che interviene il 15 febbraio 2012 a protezione della Lexie. Ma, per esempio, individua una serie di pesanti anomalie nel comportamento del comandante della petroliera, anomalie che non solo evidenziano il mancato rispetto delle procedure previste in caso di sospetto attacco di pirati, ma possono aver contribuito a rendere più caotico l’intervento dei marò. È scritto nell’Inchiesta: “Il comandante di N. Lexie ha messo in atto solo una parte delle azioni di difesa passiva raccomandate per evitare l’attacco di pirati. Si è limitato ad incrementare la velocità (di un nodo) senza manovrare per modificare la cinematica di avvicinamento, azionando i fischi e le sirene solo nella fase terminale dell’azione”.

(continua a leggere sul sito di Repubblica)

Foto: STRDEL/AFP/GettyImages