Gli 80 anni di Michael Caine

Le foto più belle dell'attore britannico che ha recitato in più di cento film e ha vinto (solo) due volte l'Oscar

poses for a portrait during the Toronto International Film Festival in Toronto, Tuesday, Sept. 11, 2007. (AP Photo/Carolyn Kaster)
poses for a portrait during the Toronto International Film Festival in Toronto, Tuesday, Sept. 11, 2007. (AP Photo/Carolyn Kaster)

Oggi compie ottant’anni Michael Caine, uno dei più importanti attori britannici di sempre: amato per i suoi personaggi eleganti, ironici, con gli immancabili occhiali da miope e lo stile indubbiamente “british” (e soprattutto molto londinese, tratto che si perde molto nel doppiaggio italiano), declinati su ruoli da commedia come da film di spionaggio. Il suo vero nome era Maurice Joseph Micklewhite prima che diventasse Michael Caine in onore del film di Edward Dmytryk “L’ammutinamento del Caine” ed è nato in un quartiere povero di Londra il 14 marzo 1933: iniziò a lavorare nel cinema negli anni Cinquanta.

Il vero successo lo ottenne una decina di anni più tardi con “Ipcress” di Sidney J. Furie, nel quale era la spia Harry Palmer, personaggio che interpreterà in altri quattro film, e con “Alfie” nel 1966, dove era un biondo sciupafemmine di origine proletaria, film per il quale ottenne una nomination all’Oscar dimostrando di essere un grande attore anche in ruoli comici. Di nomination all’Oscar poi ne avrebbe ottenute altre cinque (insieme a Jack Nicholson e a Paul Newman è l’unico attore ad esser stato nominato all’Oscar in cinque diversi decenni), vincendo due volte come miglior attore non protagonista: la prima nel 1987,  per “Hannah e le sue sorelle” di Woody Allen e la seconda nel 2000 per “Le regole della casa del sidro” di Lasse Hallström. Sempre nel 2000 Michael Caine è stato nominato Cavaliere Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta II, come riconoscimento al suo contributo nella storia del cinema. Altri suoi film memorabili sono “Funerale a Berlino”, “Gli insospettabili”, “L’uomo che volle farsi re”, “Vestito per uccidere”, “Il console onorario”, “Il quarto protocollo”. Negli ultimi anni ha lavorato spesso con Christopher Nolan: nella trilogia di “Batman” (dov’era Alfred, il maggiordomo di Bruce Wayne), in “The Prestige” e in “Inception”.