La ricchezza dell’Australia

Sono 21 anni che il paese non attraversa un periodo di recessione: il PIL ha superato quello della Spagna, ma è anche tempo di tagli alla spesa pubblica

Australian Prime Minister Julia Gillard speaks at the Prime Minister's Economic Forum in Brisbane on June 13, 2012. The forum involves more than 100 delegates from unions, business and the community sector, is looking at productivity, growth, skills, infrastructure and innovation. AFP PHOTO/William WEST (Photo credit should read WILLIAM WEST/AFP/GettyImages)
Australian Prime Minister Julia Gillard speaks at the Prime Minister's Economic Forum in Brisbane on June 13, 2012. The forum involves more than 100 delegates from unions, business and the community sector, is looking at productivity, growth, skills, infrastructure and innovation. AFP PHOTO/William WEST (Photo credit should read WILLIAM WEST/AFP/GettyImages)

Martedì 5 marzo 2013 l’Australian Bureau of Statistics, l’istituto nazionale di statistica dell’Australia, ha pubblicato i dati economici del paese riferiti all’anno 2012: nonostante la crisi internazionale, l’Australia continua a crescere, sia a livello produttivo, sia a livello di esportazioni. L’anno scorso, l’economia dell’Australia è cresciuta più che nei cinque anni precedenti.

La tendenza positiva va avanti da 21 anni, nei quali l’Australia non ha mai attraversato un periodo di recessione. I tassi d’interesse, bassi rispetto a quelli di molte altre economie occidentali, hanno stimolato i consumi interni e determinato un aumento della ricchezza delle famiglie. L’Australian Bureau of Statistics ha confermato che il Prodotto Interno Lordo (PIL) è cresciuto dello 0,6 per cento dal terzo al quarto trimestre del 2012 e del 3,6 per cento rispetto al 2011: al netto dell’inflazione, si tratta di circa 372 miliardi di dollari australiani (circa 293 miliardi di euro).

Questa situazione si ripercuote naturalmente sulla cosiddetta “economia reale” che, grazie a una crescita regolare, ha tenuto basso il livello dell’inflazione e il numero dei disoccupati. La crescita dell’economia australiana nel 2012 è stata molto più evidente se la si paragona a quella delle altre principali economie occidentali: gli Stati Uniti sono cresciuti, rispetto al 2011, dell’1,6 per cento, il Canada dell’1,1 per cento, il Regno Unito dello 0,25 per cento, mentre il PIL dell’Unione Europea è diminuito dello 0,9 per cento.

A livello mondiale, l’Australia ha superato la Spagna nella classifica delle economie più grandi del mondo per dimensione del Prodotto Interno Lordo: ora è al dodicesimo posto. È un dato significativo, per una nazione che è al 52esimo posto nel mondo per numero di abitanti (la Spagna è al 28esimo). La crescita, soprattutto nell’ultimo trimestre, è stata determinata dalle esportazioni di prodotti minerari e gas naturale liquido, su cui i governi degli anni passati avevano investito molto. Nel 2012, la spesa pubblica è stata del 24,6 per cento rispetto al PIL.

Bisogna ricordare però che nell’ottobre del 2012 il governo guidato da Julia Gillard, del Partito Laburista Australiano, aveva deciso una serie di tagli alla spesa sociale, l’istruzione e la sanità. Il governo aveva come obiettivo, per il bilancio statale, una riduzione di 1,5 miliardi di dollari, ma ne sono stati messi da parte 1,1 miliardi: è probabile, quindi, che verranno decisi altri tagli per portare avanti il programma economico stabilito nel 2012. Ci sono state polemiche anche per quanto riguarda la tassazione stabilita nei confronti delle imprese minerarie, una fonte importante per la ricchezza del paese, che sarebbero state avvantaggiate dal governo, rispetto a quelle di altri settori, per aumentarne la produzione.

Foto: Julia Gillard, primo ministro dell’Australia (WILLIAM WEST/AFP/GettyImages)