Quattro luoghi comuni sul M5S

Li elenca e li smonta Beppe Severgnini sul Corriere: che ha vinto per il programma o per Internet, per esempio, o che è un "movimento collettivo"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
04-03-2013 Roma
Politica
Beppe Grillo lascia l'hotel Universo dove è in corso l'incontro con gli eletti del M5S
Nella foto Beppe Grillo assediato dai giornalisti

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
04-03-2013 Rome (Italy)
Beppe Grillo leave the Universo Hotel
In the photo Beppe Grillo
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 04-03-2013 Roma Politica Beppe Grillo lascia l'hotel Universo dove è in corso l'incontro con gli eletti del M5S Nella foto Beppe Grillo assediato dai giornalisti Photo Roberto Monaldo / LaPresse 04-03-2013 Rome (Italy) Beppe Grillo leave the Universo Hotel In the photo Beppe Grillo

Beppe Severgnini scrive oggi nella sua rubrica sul Corriere della Sera un elenco, o meglio un “catalogo”, di quelle che secondo lui sono le “bufale” che negli ultimi giorni sono state scritte e dette circa il Movimento 5 Stelle, il suo successo alle ultime elezioni politiche e sul suo leader Beppe Grillo, definito da Severgnini un “policomico”.

Beppe Grillo, in questi giorni, dev’essere preoccupato e divertito. Preoccupato perché ha buttato la rete pensando di tirar su qualche triglia, e ci ha trovato dentro una balena. Solo il capitano Achab sognerebbe una pesca del genere; ma lui doveva gestire solo Moby Dick, non 163 parlamentari inesperti e 8.784.499 elettori pieni d’aspettative.

Il barbuto nocchiero del M5S dispone, tuttavia, di alcuni modi per allentare la tensione. Il più efficace: ricordare le assurdità dette e scritte negli ultimi dieci giorni. Il catalogo è questo (ridotto per motivi di spazio).

«Il M5S ha vinto grazie a internet». Non è vero. Il Movimento 5 Stelle si è limitato a utilizzare lo strumento per tenere contatti, organizzare incontri, tenere discussioni (da cui il leader si tiene regalmente distante, ma questo è un altro discorso). La pubblicità politica su misura (tailored political advertising), gestita da computer sempre più potenti e algoritmi sempre più sofisticati, quella che ha cambiato la faccia delle campagne elettorali americane, in Italia è di là da venire (con buona pace di Gianroberto Guruleggio).

(continua a leggere sulla rassegna stampa della Camera)