Renzi e l’articolo del Corriere che lo definisce “pronto a fare il premier”

Il Corriere della Sera di venerdì 1 marzo ha pubblicato un articolo “retroscena” di Maria Teresa Meli intitolato «Renzi: sono pronto a fare il premier», nel quale sono riportati alcuni virgolettati attribuiti a Matteo Renzi circa una sua possibile disponibilità a impegnarsi nella guida di un governo. Meli riporta, tra l’altro, questo lungo virgolettato:

Ai collaboratori, agli amici, a qualche “suo” parlamentare ha spiegato che cosa intende fare: «Vedo che alcuni giornalisti scrivono che io potrei fare il premier, che potrei fare il segretario. Tutte illazioni. E cavolate. La realtà dei fatti è questa: io non mi faro mai cooptare dal partito. Manco Morto! Nessuno dei vertici potrà mai dire: “Il nostro prossimo candidato premier sarà Renzi”. Perché a quel punto io dico: no, grazie. Altra cosa è se il Partito Democratico va alle consultazioni da Giorgio Napolitano con una rosa dei nomi. Cioè, senza dire che la richiesta è quella di Bersani secca. Se per riuscire a superare lo stallo che si è creato e che, certamente, non fa bene al Paese, il PD si presentasse con più nomi di possibili candidati alla presidenza del Consiglio e se fra quei nomi ci fosse anche il mio, allora io ci penserei seriamente». […] In quel caso potrei accettare di prendere in mano la situazione. So bene che ci potrei rimettere le penne, che mi converrebbe lasciar perdere, ma è una sfida che mi avvince».

Nella mattina di venerdì, Renzi ha risposto all’articolo del Corriere della Sera, con un tweet.

Successivamente, Matteo Renzi ha scritto un messaggio più esteso e argomentato su Facebook, per chiarire ulteriormente come stanno le cose:

Ho evitato di fare dichiarazioni dopo il voto perchè non volevo finire nel festival di chi la spara più grossa e nei pastoni degli addetti ai lavori. Adesso leggo incredibili interpretezioni, ricostruzioni, commenti. Mettiamola così, allora: quello che volevamo per l’Italia lo abbiamo proposto alle primarie. Dagli Stati Uniti d’Europa fino all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, noi ci abbiamo messo la faccia, presentando un progetto serio. Ho perso le primarie. Adesso faccio il Sindaco perchè la serietà non è un optional. Capisco i rimpianti, ma preferisco vivere di progetti.