Elezioni 2013, i risultati in breve

Il PD ha la maggioranza, ma al Senato non gli basta per governare; il M5S è il primo partito; Monti conta poco, Ingroia, Fini e Giannino sono fuori - La cronaca della giornata - La mappa dei risultati

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
25-02-2013 Roma
Politica
Elezioni - Comitato elettorale del Partito Democratico
Nella foto Enrico Letta

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
24-02-2013 Rome
Electoral comittee of the Democratic Party
In the photo Enrico Letta
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 25-02-2013 Roma Politica Elezioni - Comitato elettorale del Partito Democratico Nella foto Enrico Letta Photo Roberto Monaldo / LaPresse 24-02-2013 Rome Electoral comittee of the Democratic Party In the photo Enrico Letta

I risultati delle elezioni dicono cose un po’ articolate dal punto di vista dei numeri e più chiare dal punto di vista della valutazione politica. Qui ci occupiamo dei numeri, che trovate completi in questa pagina.

1. Il risultato è diverso al Senato e alla Camera, anche in forza della legge elettorale che regola in due modi diversi l’assegnazione dei seggi.

2. Alla Camera – per cui votano tutti i maggiorenni ed è usata come campo principale di valutazione – il primo partito italiano è il Movimento 5 Stelle, che ha appena lo 0,14% in più del Partito Democratico, 46 mila voti.

3. Ma alla Camera la coalizione vincente, che prende il premio di maggioranza, è quella del centrosinistra, che ha superato quella del centrodestra dello 0,37%. Il centrosinistra ha 340 deputati, il centrodestra 124, il M5S 108, i montiani 45.

4. Al Senato il primo partito in termini di voti ricevuti è invece il PD, con 3,6% punti di vantaggio sul M5S. Sempre in termini di voti il centrosinistra batte il centrodestra dello 0,9%.

5. I seggi sono però assegnati al Senato su base regionale, e ne prendono 113 il centrosinistra (105 PD, 7 SEL, 1 Lista Crocetta), 116 il centrodestra (98 PdL, 17 Lega, 1 Grande Sud), 54 il M5S e 18 i montiani (numeri ancora suscettibili di piccoli assestamenti: mancano 6 senatori eletti all’estero e Trentino e Val d’Aosta). La maggioranza al Senato è di 158.

6. Oltre ai tre partiti maggiori (PD 292 seggi, PdL 97 e M5S 108), eleggono dei deputati, superando lo sbarramento del 4%, Lega Nord (4,09, 18 seggi) e Scelta Civica (8,3, 37 seggi). E anche, superando lo sbarramento del 2% dentro a una coalizione che ha ottenuto almeno il 10%, SEL (3,2, 37 seggi). E anche, il primo sotto il 2% in una coalizione: quindi sia UDC (1,7, 8 seggi8) che Fratelli d’Italia (1,95, 9 seggi), che Centro Democratico (0,49, 6 seggi). E anche, infine, l’SVP (0,43, 5 seggi), per una deroga allo sbarramento concessa ai primi partiti in Trentino Alto Adige (e Friuli Venezia Giulia).

7. Non eleggono invece deputati Futuro e Libertà (0,5), Rivoluzione Civile (2,2), Fare per fermare il Declino (1,1), La Destra (0,6) e Radicali (0,2).

8. Il centrosinistra ha quindi la maggioranza assoluta dei deputati (grazie al premio di maggioranza) e forse la maggioranza relativa dei senatori o forse no. Ma non ottiene una maggioranza al Senato per governare se non alleandosi o col centrodestra o con il Movimento 5 stelle, mentre non sono rilevanti in queste combinazioni i senatori di Scelta Civica.