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  • Martedì 19 febbraio 2013

La foto del bambino palestinese nel mirino di un soldato israeliano

Pubblicata su Instagram, ha fatto molto discutere in Israele (dove non è la prima volta che accadono cose del genere)

Il soldato israeliano Mor Ostrovski, 20 anni, ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto che ritrae un bambino voltato di schiena al centro del mirino del suo fucile. La foto è stata scattata il 25 gennaio e rimossa dopo molte polemiche sabato 16 febbraio. Secondo alcune ricostruzioni, il bambino sarebbe palestinese: i minareti e l’architettura in stile arabo che si vedono sullo sfondo fanno supporre che si tratti di una foto scattata in una città palestinese. L’immagine è circolata molto su Internet negli ultimi giorni – inizialmente non era stata notata praticamente da nessuno – dopo che il sito Electronic Intifada l’ha ripubblicata.

La foto ha provocato molta indignazione in alcune organizzazioni che si occupano di monitorare le condizioni dei palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Il blogger palestinese Ali Abunimah, fondatore del sito Electronic Intifada, ha scritto che l’immagine è «semplicemente disgustosa e disumanizzante». Abunimah ha pubblicato anche altre foto del profilo Facebook del soldato Ostrovki, che lo ritraggono maneggiare diverse armi, tra cui un fucile da cecchino.

Anche Breaking the Silence, un’organizzazione di veterani dell’esercito israeliano che monitora le condizioni di vita in Cisgiordania, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una dichiarazione molto dura. L’organizzazione ha recuperato una fotografia simile scattata a Hebron nel 2003, esattamente 10 anni fa, che ritraeva un palestinese al centro di un mirino di un fucile: in quell’occasione, scrive Breaking the Silence, il soldato avrebbe scattato la foto con la sua fotocamera personale, per custodirla come “souvenir”:

«Entrambe le foto sono testimonianze del radicato abuso di potere che il controllo militare esercita su un’altra persona. Sono passati dieci anni. La tecnologia e i mezzi di comunicazione sono cambiati. La diffusione delle immagini è cambiata. Ma l’esasperato senso del potere e l’evidente disprezzo per la vita e la dignità umana sono rimasti: questo è quello che l’occupazione militare sembra essere».

Il caso di Ostrovski è l’ultimo di una lunga serie di episodi di questo tipo, riporta Ynet. Una settimana prima della denuncia di Electronic Intifada, un soldato dei corpi di fanteria israeliani aveva pubblicato su Facebook una foto di se stesso in piedi accanto ad alcuni detenuti palestinesi ammanettati e bendati. La foto era stata poi rimossa e il soldato era stato condannato a passare 14 giorni in una prigione militare, anche se non era stata avviata alcuna indagine ufficiale. Una decisione simile venne presa anche due anni fa, quando una soldatessa si fece fotografare a fianco di alcuni detenuti palestinesi legati provocando molte polemiche in Israele e all’estero.

Un portavoce delle forze di difesa israeliane ha detto, riferendosi al caso Ostrovski, che «questo è un incidente grave che non è coerente con lo spirito e i valori delle forze di difesa israeliane». Nel frattempo l’account Instagram del soldato Ostrovski è stato chiuso e le forze di difesa israeliane, dopo essere state informate dell’incidente, hanno detto di voler indagare sull’accaduto.

foto pubblicata sul profilo Instagram del soldato Ostrovski, poi rimossa