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  • Lunedì 28 gennaio 2013

Com’è fatto il Mali

30 foto per farsi un'idea del passato e del presente del paese africano oggi in guerra: da Timbuctu alla Grande Moschea di Djenné alla capitale Bamako

This photo taken on February 9, 2005, shows the Great Mosque of Djenne in the Niger Delta region in central Mali. The first mosque in the complex was built in the 13th century, while the current mosque dates back to 1907 and is the largest earthen mud building in the world. The Great Mosque was designated as a World Heritage Site by UNESCO in 1988. The UN Security Council on July 4, 2012, threatened sanctions against the Islamist fighters who have destroyed Muslim shrines in northern Mali, and supported, without giving a UN mandate, a proposed African military intervention force by the ECOWAS West-African countries, diplomats said. Meanwhile Mali's national assembly on July 4, 2012, called for army intervention in the north where Islamists have enforced strict sharia law, destroyed ancient shrines and trapped residents with landmines. AFP PHOTO / FRANCOIS XAVIER MARIT (Photo credit should read FRANCOIS XAVIER MARIT/AFP/GettyImages)
This photo taken on February 9, 2005, shows the Great Mosque of Djenne in the Niger Delta region in central Mali. The first mosque in the complex was built in the 13th century, while the current mosque dates back to 1907 and is the largest earthen mud building in the world. The Great Mosque was designated as a World Heritage Site by UNESCO in 1988. The UN Security Council on July 4, 2012, threatened sanctions against the Islamist fighters who have destroyed Muslim shrines in northern Mali, and supported, without giving a UN mandate, a proposed African military intervention force by the ECOWAS West-African countries, diplomats said. Meanwhile Mali's national assembly on July 4, 2012, called for army intervention in the north where Islamists have enforced strict sharia law, destroyed ancient shrines and trapped residents with landmines. AFP PHOTO / FRANCOIS XAVIER MARIT (Photo credit should read FRANCOIS XAVIER MARIT/AFP/GettyImages)

Negli ultimi giorni si parla molto del Mali, in seguito all’intervento francese per liberare il nord del paese dall’occupazione di islamisti salafiti e wahabiti. Si tratta di una vera e proprio guerra: è iniziata l’11 gennaio, vede impiegati 3.700 militari francesi, di cui 2.500 schierati in Mali, e ha già provocato la morte di un soldato francese. Il Mali ha 14 milioni di abitanti, il 90 per cento dei quali di religione musulmana, ma esiste una profonda differenza etnica che divide il paese tra gli africani sub-sahariani al sud e gli arabi-berberi al nord. Le tensioni sono scoppiate l’anno scorso, provocando il conflitto in corso.

Il Mali divenne una colonia francese nell’Ottocento dopo un lungo periodo di decadenza preceduto da secoli di prosperità. In passato molte sue città infatti furono centri importanti sia da un punto di vista culturale che commerciale. In particolare, la città di Timbuctu tra il Tredicesimo e il Quattordicesimo secolo fu uno dei più importanti centri culturali dell’Islam, in cui studiavano decine di migliaia di studenti musulmani. A diversi secoli di distanza dal suo periodo aureo, nella città sono rimaste poche tracce di questo passato. Le principali sono i tre templi più importanti, ovvero le moschee di Djingareyber, Sankore e Sidi Yahia, costruite in legno e sabbia tra il XIV e il XV secolo, che ora sono tra i sedici monumenti che rischiano di essere danneggiati o addirittura distrutti dai jihadisti. Timbuctu è patrimonio dell’UNESCO insieme alla città vecchia di Djenné – la cui Grande Moschea venne costruita nel 1907 ed è il più grande edificio al mondo costruito interamente in mattoni di fango; alla Falesia di Bandiagara – una formazione di roccia sedimentaria che si eleva a circa 500 metri sul livello sabbioso sottostante; e alla tomba di Mohammed Askia, fondatore dell’impero di Songhai, l’ultimo di cui fece parte il Mali: venne costruita nella capitale dell’impero Gao nel 1495 e attesta la magnificenza e la ricchezza della regione in quel tempo.