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  • Mercoledì 23 gennaio 2013

In Israele ha vinto Netanyahu, di poco

Lo sfondamento a destra non c'è stato, la sorpresa è un partito di centro fondato da un ex giornalista: ora si tratta per mettere insieme una maggioranza

La coalizione del primo ministro uscente Benjamin Netanyahu ha vinto di misura le elezioni che si sono tenute martedì 22 gennaio in Israele. Il suo partito nazionalista liberale Likud insieme con Israel Beitenu (“Israele, casa nostra”) della destra sionista laica ha ottenuto complessivamente 31 seggi in parlamento, un numero molto distante dai 42 previsti dai sondaggi più recenti. Proprio per questo motivo, Netanyahu ha spiegato che cercherà di formare un governo con il più ampio consenso parlamentare possibile, così da avere una certa stabilità politica nei prossimi mesi.

Il partito centrista Yesh Atid (“Qui c’è il futuro”) fondato dall’ex giornalista Yair Lapid ha ottenuto, a sorpresa, 19 seggi ed è quindi il secondo partito di Israele. Ha superato di quattro seggi il Partito Laburista di sinistra che si è fermato a 15 e che nel precedente parlamento ne aveva solo 7. Tra i partiti ultraortodossi lo Shas, che nel 2006 aveva partecipato alla coalizione di governo di Ehud Olmert, ha ottenuto 11 seggi, mentre lo Yahadut Hatorah ne ha ottenuti 7. Tra i partiti di destra si è anche distinto HaBayit HaYehudi (“La casa degli ebrei”) che potrà contare su 11 seggi in Parlamento. Nel centrosinistra il partito Meretz-Yashad ha ottenuto 6 seggi come l’Hatnuah, mentre Kadima si è fermato a 2 seggi. Tra i partiti arabi, la Lista araba unita ha avuto 5 seggi, il partito politico Balad 3 seggi e Hadash 4 seggi.

Considerato il risultato elettorale e la stretta vittoria di Netanyahu, secondo gli analisti politici, in Israele saranno necessari diversi giorni di confronti e contrattazioni per trovare gli accordi necessari per la formazione del nuovo governo. Anche se appare un’ipotesi al momento remota, non è comunque escluso che la coalizione di Netanyahu si ritrovi all’opposizione. Visto nel suo complesso, il risultato elettorale ha infatti portato a una situazione di parità con il blocco di centrosinistra e quello di centrodestra a 60 seggi ciascuno nel nuovo Parlamento. Il risultato si basa sullo spoglio del 99,5 per cento dei voti e sarà ufficializzato solo a fine mese.

Nella serata di martedì, Netanyahu ha tenuto un breve discorso per ringraziare gli elettori per avergli dato l’opportunità di guidare il paese per la terza volta. Ha poi spiegato di volersi confrontare con tutti i principali partiti per formare un’ampia e, per quanto possibile, solida coalizione di governo. Tra gli obiettivi del suo probabile nuovo mandato, Netanyahu ha citato la necessità di impedire all’Iran di dotarsi di armi atomiche, dicendo che potrebbero essere poi usate contro Israele. Gli impegni per il nuovo governo, ha detto, dovranno essere anche orientati a stabilizzare l’economia e la pace nel paese, senza dimenticare la riduzione del costo della vita per gli israeliani.

Netanyahu con molta probabilità cercherà di raggiungere un accordo di governo con il partito di destra HaBayit HaYehudi, guidato dal suo ex capo dello staff Naftali Bennett. Il leader di Yesh Atid, Yair Lapid, ha spiegato che non si unirà con la coalizione di Netanyahu, salvo non siano formulati impegni precisi per realizzare la pace con i palestinesi. Lapid ha ottenuto un notevole risultato elettorale, soprattutto se si considera che il suo partito è stato fondato appena un anno fa.

Secondo diversi osservatori politici, il previsto e in un certo senso repentino aumento di consensi per la destra non si è verificato. Diversi partiti di centro e di sinistra hanno dimostrato di sapere attirare l’attenzione degli elettori e hanno ottenuto risultati importanti, come dimostra anche la parità dei seggi assegnati tra i due blocchi in Parlamento. Netanyahu, che aveva chiesto le elezioni anticipate, confidava di creare una solida coalizione con il partito ultranazionalista Israel Beitenu, ma il suo piano sembra essere fallito. Il primo ministro uscente ha 63 anni ed è alla guida del paese dal 2009. Tra il 1996 e il 1999 aveva già governato in Israele.