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  • Venerdì 11 gennaio 2013

“Napoli non sta cambiando”

Roberto Saviano ha scritto una lettera molto critica e delusa a Luigi De Magistris e teme che la sua candidatura a sindaco sia stata "una piattaforma per un'attività politica nazionale"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
12-12-2012 Roma
Politica
Luigi De Magistris presenta il "Movimento Arancione"
Nella foto Luigi De Magistris

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
12-12-2012 Rome (Italy)
Luigi De Magistris presents the "Movimento Arancione"
In the photo Luigi De Magistris
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 12-12-2012 Roma Politica Luigi De Magistris presenta il "Movimento Arancione" Nella foto Luigi De Magistris Photo Roberto Monaldo / LaPresse 12-12-2012 Rome (Italy) Luigi De Magistris presents the "Movimento Arancione" In the photo Luigi De Magistris

Roberto Saviano ha scritto una lettera molto dura e delusa a Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ex magistrato e oggi promotore della lista che sostiene Antonio Ingroia alle prossime elezioni politiche. Saviano dice a De Magistris che non ha fatto finora nulla per cambiare la città, nemmeno pochissimo, nemmeno su urgenze come i rifiuti o la lotta alla camorra, e che a questo punto teme che la sua candidatura a sindaco sia stata semplicemente funzionale alla sua carriera politica nazionale.

Caro Sindaco De Magistris,

sono consapevole che qualsiasi forma di critica venga rivolta a lei e al suo operato viene interpretata come una critica personale. O si è con lei in tutto o si è un suo nemico. Chi le parla è una persona che l’ha sostenuta, come hanno fatto in tanti.

Chi le parla, a maggio di due anni fa, durante la sua campagna elettorale, con un editoriale in prima pagina su “Repubblica”, la sostenne sperando che la sua amministrazione avrebbe inaugurato un nuovo progetto per la città. E non abbia l’ingenuità di accomunarmi a chi l’accusa di essersi corrotto con la politica, né a chi ritiene che abbia fatto questa scelta per interessi privati. Non lo penso. Allo stesso modo lascia interdetti ascoltare che le parole di analisi e di critica che le ho rivolto sarebbero secondo lei il frutto di una campagna elettorale o di finalità elettorali. E’ cosa assai ambigua da ascoltare, come quando parla di masso-mafie in maniera tanto generica da suscitare ilarità più che preoccupazione. Non mi sono mai candidato, né ho mai preso parte a una militanza. Il mio mestiere è un altro. Quindi le analisi al suo operato non sono ispirate da nessuna campagna elettorale. Non banalizzi.

Caro Sindaco, amministrare una città come Napoli è forse uno degli impegni più complessi che ci si possa consapevolmente assumere. Città caotica, piena di debiti, con mille difficoltà. Impegno che ha avuto il coraggio di prendere. Ma ciò che fa più male è vedere come non sia stato iniziato nessun percorso di riforma. A meno che per riforma non si intenda cambiare uomini e mettere i propri. Certo, anche questo è parte di un piano di cambiamento, ma non può essere il solo cambiamento possibile. Il sottotesto di ciò che spesso dice sembra essere: “Napoli è diversa perché ci sono io”.

Napoli signor Sindaco non sembra per nulla diversa. Ha deluso il comportamento verso i collaboratori “licenziati”: Raphael Rossi, Giuseppe Narducci, Riccardo Realfonzo, Silvana Riccio. In molti casi l’unica colpa era un disaccordo con lei non nel progetto generale, ma in scelte particolari. Scelte che non erano mancanze di lealtà nei suoi confronti, ma erano proposte per evitare che Napoli finisse dinanzi la Corte dei conti o che si legasse a progetti economici poco chiari. E’ sembrato che queste persone da un giorno all’altro dall’offerta migliore che in quel determinato campo ci fosse, siano diventati peggiori collaboratori possibili. Allontanati senza spiegazioni, senza motivi che non fossero clientele da conservare, bilanci da approvare e status quo da mantenere. Allontanati per dei contrasti che se superati sarebbero stati la prova di una reale volontà di essere discontinui rispetto a un passato insostenibile.

(continua a leggere sul sito dell’Espresso)

foto: Roberto Monaldo / LaPresse