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  • Mercoledì 9 gennaio 2013

Notizie dall’ILVA

Il gruppo Riva ha detto ai dipendenti in cassa integrazione che il loro futuro dipende da ciò che deciderà la magistratura: ieri intanto di nuovo manifestazioni

di Fulvio Colucci

Il futuro dell’ILVA di Taranto dipende ancora alle decisioni dei tribunali, e continuano le tensioni tra gli operai. Ora si rischia di nuovo lo scontro tra chi rimane a casa e chi resta in fabbrica. Dipendenti in cassa integrazione dello stabilimento siderurgico hanno manifestato oggi davanti alla direzione: chiedono ai sindacati rassicurazioni sul rientro in fabbrica. In tutto la cassa integrazione coinvolge 2.400 lavoratori, quasi un quarto della forza lavoro totale degli impianti.

Il Gruppo Riva ha dichiarato che la situazione dipende da ciò che deciderà la magistratura a proposito del dissequestro dei prodotti bloccati al porto dal gip, su richiesta della procura, nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento. I sindacati dei metalmeccanici, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, ma anche il sindacato di base Usb si dichiarano pronti a sostenere la protesta con nuove iniziative se, confermando la magistratura il dissequestro (attesa domani la pronuncia del tribunale dell’Appello sull’eccezione di incostituzionalità della legge “salva-Ilva”), l’Ilva ribadisse il ricorso agli ammortizzatori sociali o addirittura lo ampliasse.

Ritorna quindi il timore del “ricatto” occupazionale, alimentato anche dagli effetti della riforma Fornero che non consente più un uso “ampio”, diciamo così, degli ammortizzatori sociali. Ieri il presidente dell’ILVA Bruno Ferrante aveva segnalato i rischi cui andava incontro l’azienda per problemi di liquidità derivanti dalla mancata vendita dei prodotti, parlando di “accanimento” della procura tarantina verso l’azienda. Ma le carte prodotte dalla procura della Repubblica, nel sollevare l’eccezione di incostituzionalità della legge 231, dicono che secondo i magistrati Riva ha violato il diritto alla salute e all’integrità psico-fisica dei cittadini di Taranto sancito dalla carta dei diritti dell’Unione Europea.