Un po’ di conti sul Senato

Una tabella diffusa da Claudio Cerasa mostra come il centrosinistra abbia bisogno di stravincere se vuole evitare che finisca come con Prodi nel 2006

Italian right-wing AN National Alliance party senator Nino Strano, with red sweater over his shoulders at center, makes comments prior to a confidence vote in the Senate, in Rome, Thursday Jan. 24, 2008. Embattled Italian premier Romano Prodi appealed to the Senate to back his government Thursday, in an attempt to keep his center-left coalition from collapsing. But even as the session began, the outcome seemed up for grabs, as senator Cusumano, announced after Prodi's speech he was breaking with his party to vote in favor of the government. Initial reports said one of Cusumano's fellow Christian Democrat yelled that the senator was a "traitor" and a "clown," and gestured with his hand at Cusumano as if he were shooting with a pistol. Senators were quoted as as saying Cusumano was spat upon before he fainted. Senate President Franco Marini ordered photographers not to take pictures of the incident, and TV coverage of the session was briefly suspended. (AP Photo/Alessandra Tarantino)
Italian right-wing AN National Alliance party senator Nino Strano, with red sweater over his shoulders at center, makes comments prior to a confidence vote in the Senate, in Rome, Thursday Jan. 24, 2008. Embattled Italian premier Romano Prodi appealed to the Senate to back his government Thursday, in an attempt to keep his center-left coalition from collapsing. But even as the session began, the outcome seemed up for grabs, as senator Cusumano, announced after Prodi's speech he was breaking with his party to vote in favor of the government. Initial reports said one of Cusumano's fellow Christian Democrat yelled that the senator was a "traitor" and a "clown," and gestured with his hand at Cusumano as if he were shooting with a pistol. Senators were quoted as as saying Cusumano was spat upon before he fainted. Senate President Franco Marini ordered photographers not to take pictures of the incident, and TV coverage of the session was briefly suspended. (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Claudio Cerasa, giornalista politico del Foglio, ha pubblicato sul suo blog una tabella che spiega bene una delle cose più importanti da tenere d’occhio da qui alle elezioni politiche del prossimo febbraio (e soprattutto quando ne esamineremo i risultati). Come noto, e come abbiamo imparato dopo le elezioni del 2006, l’attuale controverso sistema elettorale prevede che al Senato non ci sia un solo premio di maggioranza nazionale, come avviene alla Camera, ma ce ne sia uno per ogni regione. Questo meccanismo genera risultati complessivi particolarmente equilibrati e di fatto determina la stabilità o l’instabilità dei governi.

La tabella qui sotto è stata preparata da Barclays, una banca internazionale che – come molte altre aziende e istituzioni internazionali – pubblica periodicamente delle relazioni sulle condizioni politiche dei vari paesi in cui lavora. La tabella mostra quanti seggi mette in palio ogni regione e di conseguenza quanti ne servono per avere una maggioranza stabile al Senato. Chi ha redatto lo studio, basandosi sui dati dei sondaggi e le previsioni della gran parte degli analisti, pensa che la coalizione composta da PD, SEL e PSI abbia ottime possibilità di vincere in tutte le regioni meno che in Lombardia, Veneto e Sicilia, dove la situazione è oggi molto incerta.

Se andasse a finire così il centrosinistra non avrebbe la maggioranza: otterrebbe 149 seggi, contro i 158 che servono per avere la maggioranza assoluta in Senato. Dal conto sono esclusi i senatori a vita. Lo stesso accadrebbe se il centrosinistra vincesse in solo una regione tra Sicilia e Veneto e non in Lombardia (arriverebbe a 157 seggi). Se il centrosinistra vincesse sia in Sicilia che in Veneto ma non in Lombardia otterrebbe 165 seggi, sette in più della maggioranza: pochini. Se vincesse in Lombardia ma non in Sicilia e in Veneto otterrebbe 162 seggi, quattro in più della maggioranza: ancora meno. Per avere una maggioranza più consistente serve che il centrosinistra vinca in tutte le regioni d’Italia, quindi anche in tutte le tre in equilibrio: in quel caso avrebbe 178 seggi. Oppure che vinca in Lombardia e in una regione tra Sicilia e Veneto: in quel caso ne avrebbe 170. Oppure, naturalmente, che dopo il voto decida di allargare la coalizione alleandosi con uno o più partiti rappresentati in Senato.

Come funziona il Porcellum

foto: AP Photo/Alessandra Tarantino