In Germania vogliono che Facebook accetti gli pseudonimi

Un'autorità statale per la privacy minaccia di multare il social network se non si adeguerà entro 15 giorni

L’autorità che si occupa della tutela della privacy nello stato dello Schleswig-Holstein, il più a nord dei 16 stati che formano la federazione della Germania, ha imposto a Facebook di rivedere le proprie regole che obbligano a iscriversi utilizzando nome e cognome al posto di uno pseudonimo. Secondo lo Unabhaengiges Landeszentrum fuer Datenschutz (ULD, Ufficio del commissario per la protezione dei dati), il social network viola le leggi sulla privacy del paese e dovrà quindi introdurre un sistema diverso per le iscrizioni, che permetta di registrarsi senza fornire la propria reale identità. Facebook Inc. e la controllata irlandese Facebook Ltd., che gestisce gli affari del social network in Europa, hanno tempo due settimane per mettersi in regola, almeno stando alle condizioni imposte dall’ULD.

Se, come appare evidente, i responsabili di Facebook si rifiuteranno di seguire l’avvertimento, lo ULD multerà le due società coinvolte. La multa prevista non è particolarmente onerosa se confrontata con il volume di affari generato da Facebook con quasi un miliardo di iscritti: 20mila euro. I responsabili dello ULD basano la loro richiesta sulla Telemediengesetz (TMG), la legge federale che regola tutto ciò che riguarda i servizi forniti online dalle società. La TMG prevede che gli utenti possano utilizzare su Internet pseudonimi al posto dei loro nomi reali. Secondo lo ULD, quindi, anche Facebook deve rispettare quanto previsto dalla TMG aprendo il proprio sistema ai nomi di fantasia.

Thilo Weichert, primo responsabile dell’autorità sulla privacy nello Schleswig-Holstein, ha spiegato allo Spiegel che «è inaccettabile che un portale statunitense come Facebook violi la legge tedesca sulla protezione dei dati personali senza nessuno che sia contrario e a tempo indeterminato». Weichert ha poi detto che l’iniziativa del suo ufficio servirà ad avviare un dibattito che la società ha fino a ora evitato in Germania. In passato lo ULD si era già occupato, con esiti alterni, di altri servizi online come StreetView di Google, che mostra foto panoramiche a livello stradale sulle mappe e che quindi secondo l’autorità viola la privacy dei residenti, e il sistema dei “Mi piace” su Facebook, ritenuto un pericolo per la tutela dei dati personali degli iscritti.

Da quando esiste, Facebook ha sempre seguito la politica del nome e cognome al posto dello pseudonimo, sostenendo che contribuisce a rendere più sicuro il proprio social network. Ai propri iscritti, Facebook suggerisce anche di segnalare i profili che non rispettano la regola del nome e cognome, così da poterli eliminare dal proprio sito. Secondo lo ULD i profili con pseudonimo rimossi da Facebook devono essere riaperti e a ogni iscritto deve essere offerta l’opportunità di passare da nome e cognome a nome di fantasia.

I legali di Facebook hanno difeso l’attuale politica adottata del social network e hanno annunciato che impugneranno il provvedimento dello ULD. La società controllata in Irlanda, dicono, rispetta le leggi europee per quanto riguarda la tutela dei dati personali online e non c’è quindi motivo di aprire il sito a chi vuole utilizzare uno pseudonimo. Un portavoce di Facebook ha spiegato che secondo la società l’imposizione dello ULD “è totalmente infondata e costituisce uno spreco di denaro per i contribuenti tedeschi”. La società ha annunciato che si difenderà “energicamente” contro la decisione e, secondo diversi osservatori, difficilmente lo ULD potrà ottenere qualcosa di concreto dalla propria iniziativa.