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  • Lunedì 17 dicembre 2012

Il Napoli rischia una penalizzazione?

Si attende per questa settimana una sentenza della giustizia sportiva, sempre su presunte partite truccate: tra gli imputati c'è anche il capitano Paolo Cannavaro

Paolo Cannavaro of SSC Napoli attends a press conference in Beijing on August 9, 2012. Napoli will play Juventus at Beijing’s National Staduim on August 11. AFP PHOTO / Ed Jones (Photo credit should read Ed Jones/AFP/GettyImages)

Paolo Cannavaro of SSC Napoli attends a press conference in Beijing on August 9, 2012. Napoli will play Juventus at Beijing’s National Staduim on August 11. AFP PHOTO / Ed Jones (Photo credit should read Ed Jones/AFP/GettyImages)

Nei prossimi giorni è prevista una sentenza nel processo sportivo di primo grado su calcio e  scommesse relativa al filone d’indagine della procura di Napoli, che vede il coinvolgimento di Napoli, Albinoleffe, Crotone, Portogruaro, SPAL, Aversa (calcio a 5) e alcuni dei loro tesserati. Se ne parla molto proprio per via del coinvolgimento del Napoli, che oggi è terzo in classifica e rischia una penalizzazione.

L’indagine, nata dalle dichiarazioni rese ai magistrati e agli investigatori della FIGC dall’ex portiere del Napoli Matteo Gianello, riguarda l’ultima partita del campionato 2009-2010. Il Napoli era già qualificato per l’Europa League e perse 1-0 sul campo della Sampdoria, che invece era in ballo per raggiungere la qualificazione ai preliminari di Champions League. Gianello ha raccontato a un poliziotto di essere stato avvicinato da «gente del nord» per favorire la vittoria della Sampdoria e dice di aver chiamato in causa a questo proposito due compagni di squadra, Paolo Cannavaro e Gianluca Grava che, pur avendo rifiutato di prender parte all’imbroglio, erano a conoscenza del tentativo di truccare il risultato dell’incontro. Il reato che viene loro contestato è proprio l’omessa denuncia.

Il procedimento sportivo è iniziato il 10 dicembre presso la Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC. Il procuratore Stefano Palazzi ha chiesto come pena un punto di penalizzazione nel campionato in corso per il Napoli per responsabilità oggettiva, 100 mila euro di ammenda alla società (45 mila euro per l’omessa denuncia di Cannavaro, 45 mila euro per quella di Grava e 10 mila euro per i contatti finalizzati alle scommesse di Gianello), nove mesi di squalifica per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava e 3 anni e 3 mesi di stop per Gianello, quale principale imputato. Gianello aveva fatto richiesta di patteggiamento e il procuratore Palazzi aveva accettato la proposta, ritenendo utile il suo contributo alle indagini, ma la Commissione Disciplinare ha rigettato la proposta, ritenendola poco congrua e dichiarando che «nessuna collaborazione fattiva» c’è stata da parte di Gianello.

La richiesta di un punto di penalizzazione da parte di Palazzi non avrebbe basi giuridiche secondo la Commissione Disciplinare. Il procuratore ha infatti chiesto due punti di penalizzazione e 10 mila euro di ammenda per un’altra squadra coinvolta nello stesso procedimento, il Portogruaro, per responsabilità oggettiva in relazione alla gara Portogruaro-Crotone del maggio 2011. Per questo motivo è molto probabile che la Commissione Disciplinare decida di equiparare le sentenze, infliggendo a entrambe le squadre due punti di penalizzazione, e ridimensionando anche la squalifica di Cannavaro e Grava, dato che la base di partenza è sempre stata di sei mesi (la Commissione ha ritenuto troppo severa la proposta di nove mesi di stop, in mancanza di aggravanti particolari).

Lo scandalo su calcio e scommesse venne alla luce a giugno del 2011 quando, a seguito di indagini condotte dalla Procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta denominata Last bet, furono eseguiti numerosi provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di varie persone legate al mondo del calcio e a quello delle scommesse sportive, tra cui il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e gli ex calciatori Stefano Bettarini e Giuseppe Signori. Da allora l’inchiesta si è allargata coinvolgendo diverse squadre (e anche l’attuale allenatore della Juventus Antonio Conte), con sei filoni diversi di indagini.

foto: Ed Jones/AFP/GettyImages