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  • Sabato 1 dicembre 2012

Che cosa succede in Egitto

Migliaia di persone hanno manifestato a favore di Morsi, due giorni dopo l'approvazione della nuova e controversa Costituzione

Tens of thousands of protesters gather in Egypt’s landmark Tahrir square against a decree by President Mohamed Morsi granting himself broad powers that shield his decisions from judicial review on November 30, 2012 in Cairo. Activists were to rally today, a day after a Islamist-dominated panel rushed through a draft constitution, escalating the political stand-off between Morsi and his opposition. AFP PHOTO / GIANLUIGI GUERCIA (Photo credit should read GIANLUIGI GUERCIA/AFP/Getty Images)

Tens of thousands of protesters gather in Egypt’s landmark Tahrir square against a decree by President Mohamed Morsi granting himself broad powers that shield his decisions from judicial review on November 30, 2012 in Cairo. Activists were to rally today, a day after a Islamist-dominated panel rushed through a draft constitution, escalating the political stand-off between Morsi and his opposition. AFP PHOTO / GIANLUIGI GUERCIA (Photo credit should read GIANLUIGI GUERCIA/AFP/Getty Images)

Aggiornamento delle 16.20 – Come annunciato nei giorni scorsi, oggi migliaia di manifestanti si sono riuniti davanti all’Università del Cairo, per sostenere il presidente Muhammad Morsi e quanto stabilito nella nuova Costituzione approvata ieri dall’Assemblea Costituente, che dovrà poi essere approvata con un referendum popolare. La manifestazione è stata organizzata dal movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani, dopo le proteste dei giorni scorsi degli oppositori. Inoltre, oggi Morsi dovrebbe annunciare quando ci sarà il referendum.

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Al Cairo, in Egitto, continuano le manifestazioni della popolazione, divisa in due gruppi contrapposti: da una parte i sostenitori dell’opposizione e gli esponenti del sistema giudiziario, che protestano da giorni per i decreti decisi dal presidente Muhammad Morsi con cui si è dato nuovi poteri, dall’altra i sostenitori del gruppo dei Fratelli Musulmani, il movimento politico-religioso che appoggia Morsi e le sue decisioni.

Un altro punto di scontro, negli ultimi giorni, è stata la bozza della nuova Costituzione del paese (una traduzione in inglese è qui), redatta nella sua versione finale due giorni fa e in attesa d’approvazione definitiva con un referendum popolare.

Proprio le novità che sono state inserite, ma anche le modalità e la velocità con cui è stato approvato il nuovo testo, composto da 234 articoli, rappresentano gli elementi più criticati dagli oppositori di Morsi. Secondo loro, è troppo evidente l’impronta del pensiero dei Fratelli Musulmani, il cui partito Libertà e Giustizia costituisce la maggioranza dell’Assemblea costituente insieme al partito salafita Nour.

Negli ultimi due giorni i rappresentanti del partito liberale, i laici e i cattolici hanno boicottato le sessioni d’approvazione, dopo che decine di loro si erano dimessi nelle scorse settimane. Inoltre, con uno dei decreti approvati giovedì scorso, Morsi aveva anche tolto alla Corte di giustizia la facoltà di sciogliere l’Assemblea: queste norme saranno valide finché la Costituzione non entrerà in vigore e non sarà eletto il nuovo Parlamento.

Ieri Morsi ha detto che la Costituzione sarà ratificata oggi, poi verrà indetto il referendum per il voto popolare: i Fratelli Musulmani hanno organizzato un raduno di massa vicino alla sede dell’Università del Cairo proprio per dimostrare che sia la figura del presidente, sia il nuovo testo costituzionale, hanno entrambi il sostegno della popolazione. Secondo BBC, oggi Morsi annuncerà la data del referendum, che dovrebbe svolgersi entro due settimane.

Il testo della Costituzione si ispira ai principi della Sharia, la legge basata sulla religione islamica. Tra le novità più importanti ci sono il mandato del presidente, che passa da sei a quattro anni con la possibilità di essere rieletto una sola volta (prima non c’erano limiti), oltre alle nuove modalità di controllo da parte della società civile sul sistema militare. L’associazione Human Rights Watch ha spiegato di essere preoccupata per i limiti che sono stati introdotti sulla libertà d’espressione, la libertà di religione e i diritti delle donne.

Anche su Twitter ci sono stati scambi di opinione tra i membri della stessa Assemblea Costituente, tra chi lamentava punti eccessivamente restrittivi e chi sosteneva invece le importanti libertà che ci sono nel testo, come la tutela dello Stato nel garantire luoghi di culto anche alle altri religioni, riferendosi a cristiani ed ebrei. Questo è un punto controverso, in verità: Human Rights Watch sostiene infatti che l’articolo in questione sulla libertà religiosa, il numero 43, abbia diversi limiti, come quello di non stabilire la libertà di creare luoghi di culto per praticare la propria religione. BBC ha messo a confronto il testo della nuova Costituzione con quello approvato nel 1971, sospeso dopo la caduta dell’ex presidente Hosni Mubarak.

In entrambi i testi si sottolinea che lo Stato egiziano si basa su un sistema democratico: nel nuovo testo si aggiunge però che l’Egitto fa parte dell’unione delle nazioni arabe e islamiche (la ummah), un punto evidente in cui viene sottolineata l’impostazione islamica data dai Fratelli Musulmani. L’Islam viene riconosciuto come religione di Stato (e questo c’era già) e si aggiunge che viene posto a base delle regole e della giurisprudenza. Nel nuovo testo viene garantita la libertà religiosa, anche se viene esplicitamente scritto che è vietato insultare i profeti. Si riconosce comunque la libera manifestazione del pensiero con ogni mezzo.

Per quanto riguarda il ruolo delle donne, uno dei punti più contestati dagli oppositori, a differenza del vecchio testo non si fa esplicitamente riferimento ai loro diritti: l’articolo 30 stabilisce che «i cittadini sono uguali davanti alla legge, uguali nei diritti e doveri, senza discriminazione». Quello che viene contestato è che a differenza del vecchio testo non sia stato scritto che la donna è in «uno stato di parità con gli uomini nel campo della vita politica, sociale, culturale ed economica», com’era scritto nella Costituzione del 1971. Infine i mezzi di comunicazione: nella nuova Costituzione egiziana c’è scritto che non possono essere sospesi né chiusi, a meno che non ci sia un decreto giudiziario che lo stabilisca.

Foto: Piazza Tahrir, Il Cairo (GIANLUIGI GUERCIA/AFP/Getty Images)